POLITICA

Frascati, la mozione di sfiducia è inammissibile. Il Sindaco spiega ma la minoranza rilancia

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ALESSANDRO SPALLETTA, da pochi mesi sindaco di Frascati

di Michela Emili

Due ore di discussione, articoli di legge tirati per la giacchetta e provocazioni a valanga, solo per decidere, nel pomeriggio di ieri, se discutere o meno della mozione di sfiducia al sindaco di Frascati, Alessandro Spalletta.

La mozione, firmata da cinque consiglieri di minoranza, Fiasco, D’Uffizi, Mastrosanti, Dessì e Gizzi (tutte tranne Adotti), senza precedenti almeno negli ultimi vent’anni, sembra esser stata accolta con assoluta sorpresa e inesperienza da parte degli stessi tecnici comunali che, dopo essere  stata protocollata – il 28 ottobre scorso – è stata poi inserita all’ordine del giorno del Consiglio comunale, salvo poi accorgersi che le firme apposte erano insufficienti per ammettere a discussione il punto. Questo comunicato mediante nota del presidente del Consiglio qualche minuto prima dell’inizio dell’adunanza.

Bisognava arrivare a ieri, 17 novembre, per conoscere le modalità con la quale il Tuel (Testo unico degli Enti locali) disciplina nella fattispecie le mozioni di sfiducia, disponendo che l’atto venga firmato da almeno i 2/5 dei consiglieri assegnati? Calcolatrice alla mano i 2/5 in un’assise composta da 16 membri, quale è quella frascatana, equivale a 6,4. Sorpresa delle sorprese. Nell’imbarazzo numerico – qui non è neanche questione di decimi e arrotondamenti per eccesso o per difetto -, con Adotti pronto con la penna in mano ad apporre quella firma necessaria almeno ad arrivare a 6, e poi la presentazione di un emendamento per modificare la richiesta di sfiducia in una  richiesta di informazioni,  l’appello unanime dai banchi dell’opposizione è stato quello alla trasparenza e alla responsabilità di fronte ai cittadini.

Del resto i calcoli, così come annunciato, avrebbero potuto essere facilmente aggirati ripresentando i quesiti contenuti nella mozione di sfiducia, la cui eventuale approvazione comporterebbe la decadenza immediata del Sindaco, in una futura interrogazione.

La nostra è stata più una mossa provocatoria, dal momento che non abbiamo in numeri – ha dichiarato Mastrosanti -, perché vogliamo che si faccia chiarezza su questioni di fondamentale importanza da un punto di vista etico”.

Non ha convinto però la spiegazione del sindaco Spalletta, che ha comunque raccolto l’invito a relazionare sui sospetti avanzati soprattutto in merito ai finanziamenti elettorali per somme che si aggirerebbero intorno alle 42 mila euro. “Il Sindaco ha ammesso di aver ricevuto cospicue somme da albergatori, costruttori e cooperative di Tor Bella Monaca e Tor Vergata, confermando di essere il sindaco delle lobby” ha commentato Mirko Fiasco (Forza Italia), che sulla questione ha indetto per domani sera una conferenza stampa.