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8 marzo 2015 – La Giornata della Donna dedicata all’Uomo

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lotto di Maria Lanciotti 

Caro Uomo. In questa Giornata della Donna, che con te voglio condividere, vorrei chiederti di non voltarmi le spalle e di guardarmi negli occhi. Profondamente. Come non si è mai fatto o come non si usa più fare.

Vorrei capire. Capire me per poterti meglio capire. E vorrei la tua attenzione, la tua intenzione di venirmi incontro. Per un abbraccio che non sia d’occasione.

Vorrei capire, ma ho bisogno del tuo aiuto.

Dimmi chi sono, chi è per te la Donna e cosa da lei ti aspetti. Accudimento e tenerezza, docilità e sopportazione e il perdono sempre pronto insieme al premio per un ravvedimento? Ma io non sono tua madre. Io sono la compagna d’ogni tuo passo, d’ogni tuo inciampo, d’ogni tua conquista.

Io sono la tua Opposizione e il tuo Compendio, come tu lo sei per me. Non voltiamoci le spalle, se non vogliamo cancellare dalla memoria i nostri tratti.

Ho un’immagine negli occhi: due fratelli siamesi, di diverso sesso, uniti per la spina dorsale. Indivisibili, se non a costo della vita. Condannati a non potersi mai incontrare faccia a faccia. Ma solo obliquamente, col dolore d’una rotazione impossibile, con la tensione di ogni muscolo. Una figura mitica e drammatica, un monolito che gronda sudore e tristezza.

Caro Uomo, io Donna dipendo da te da quando venni al mondo, per metterti al mondo. Chi di noi nacque per primo, non importa saperlo: abbiamo la stessa età, veniamo dallo stesso agglomerato di stelle. Ci pesano addosso miliardi di anni e di trasformazioni, la fatica e la sapienza di trovare ogni volta nuovi adattamenti e nuove forme di sopravvivenza e di sviluppo. Siamo il prodotto portentoso di una lunga storia che viaggerà nel tempo ancora per miliardi di anni. E ancora non si riesce a intenderci tra noi, Uomo e Donna di sesso contrapposto e complementare, sempre in guerra e sempre in amore.

Ecco, questo vorrei dirti in questa speciale ricorrenza: l’8 marzo di per sé è un giorno come tutti, e in tutti i giorni dell’anno vorrei si celebrasse la Giornata della Donna, che sia pure dell’Uomo.

Perché tu non mi uccida più. Perché tu non abbia più motivo di temermi. E perché la Donna non debba più difendersi da chi dovrebbe onorarla. Arrivando a comprendere, senza più dimenticarlo, che Uomo e Donna sono entrambi appartenenti alla Razza Umana. Senza distinzione di genere: pari dignità e diritti.  

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