Ad Albano lo chiamano il Cardinale ed alcuni gli ascrivono doti di preveggenza politica che lui stesso non fa nulla per sminuire o negare.
Dicono, altresì, che sia proprio lui uno degli artefici, se non l’artefice, di tante trame che nel recente passato hanno reso possibili certe imprese, come quella che ha dato a Marini e al suo centrosinistra lo scettro cittadino.
Dicono, ancora, che se un’operazione ha il suo ‘imprimatur’ allora le possibilità che sia vincente schizzano in maniera vertiginosa.
Proprio lui, un lustro dopo, il protagonista di una rivoluzione che potrebbe sparigliare di nuovo il mazzo, rompendo le uova nel paniere di chi, dopo esser passato al raccolto, contava di infornare un dolce di quelli capaci di tener calmi i palati più sopraffini.
Con lui, con Adriano Venditti, 67 anni ancora da compiere, abbiamo approfondito a caldo, appena poche ore dopo, la scelta di Forza Italia di nominare Marco Mattei commissario cittadino, col compito di dipanare la matassa e dare una collocazione definita al partito azzurro. Si era ancora a giovedì sera (il giovedì santo, quello dell’ultima cena) e l’entusiasmo si saggiava a pelle. Un entusiasmo che Venditti, da politico navigato, ha provato a contenere, riportandolo sui binari della concretezza.
Tanto è stato fatto, è sembrato dire, tanto ancora bisognerà fare, ha subito aggiunto, pregustando il capolavoro di una trattativa sottobanco, che di fatto fa rompere gli indugi all’interno del conclave e designa nella figura di Gino Benedetti l’ormai certo candidato a sindaco della cosiddetta coalizione dei Moderati. Coalizione della quale, a questo punto, farà parte anche Forza Italia, col benestare di Marco Mattei in persona.
“Sono spiritualmente contento che la saggezza sia prevalsa”, rimarca con orgoglio Venditti. “Questa operazione – aggiunge subito dopo – crea la vera alt ernativa, quella che mancava, quella che è potenzialmente vincente”.
Molti considerano Venditti il padre putativo di questa e di altre operazioni. “Sarò che sono libero, che sono indipendente”...una sorta di guida spirituale,“in cui – parole sue – mi assumo la responsabilità di dare uno strattone ad una città che è a pezzi”. “In una confusione politica tale, dove non esiste destra e sinistra, io riparto da dove sono nato, ovvero da una concezione moderata, continuando a non badare alle posizioni personali”.
Presto, molto presto, finiranno i depistaggi e le illazioni, ma il dado sembra ormai tratto, e passate le festività pasquali le scelte verranno ufficializzate.
“Il clima è positivo, non lo nego – dichiara Venditti col sorriso tra i denti -. Abbiamo saputo lavorare ad una proposta di grandi prospettive, all’insegna dell’alternativa e del cambiamento. Il tutto mossi dal grande amore che nutriamo per Albano: speriamo di essere stati lungimiranti e speriamo che, a differenza di quanto accaduto in passato, il giorno dopo un eventuale vittoria non sia diverso dal giorno prima (chiaro riferimento, il suo, alla ‘metaformosi’ che Venditti addebita all’attuale sindaco Nicola Marini, ndr).
“A Mattei, e al buon esito dei dissidi interni a Forza Italia, il compito di mettere il cappello a Benedetti. Non bisognava affrettare i tempi – rimarca il capogruppo della ‘Rete dei Cittadini’ -, ma lavorare con cura ad un progetto mai stato smantellato, aspettando che fosse maturo. Tutto si renderà pubblico ad ore, ma è ormai c hiaro a tutti che la vera ed unica alternativa credibile a Marini sarà proprio quella di Gino Benedetti. Un Benedetti che conosco da una vita – aggiunge il leader della Rete, incoronandolo -: non avendo mai svolto attività politica, pur essendo sempre stato vicino all’area liberale e socialista moderata, dovrà ricucire le distanze coi cittadini, stando in mezzo alla gente, col garbo che tutti gli riconoscono”.
Figlio di Alfonso Benedetti, che fu sindaco di Albano negli anni ’70, “Gino incarna la capacità di chi saprà cambiare il metodo di governo, facendo rispettare le regole, cosa non accaduta negli ultimi 15 anni, anni in cui non si è governato. Non avrà chi gli muoverà i fili, ma coordinerà una maggioranza politica in cui si discuterà sempre collegialmente, approfondendo ogni tema. Non nego che per Albano Gino Benedetti potrà diventare l’uomo della provvidenza”.
A detta di Venditti il candidato sindaco del ‘Polo dei Moderati’ dovrà vedersela proprio con l’attuale sindaco Nicola Marini. “Aspettiamo che passi Pasqua – ha confidato ai suoi fedelissimi il consigliere della Rete – e poi andremo a 300 all’ora per recuperare strada” .
Ben evidenziato il risentimento nei confronti del Sindaco Marini e della sua gestione amministrativa, ritenuta “completamente deludente”. “Sarò l’ombra di Gino in campagna elettorale e Marini, se ne avrà coraggio, dovrà scontrarsi con me, rispondendo ad una per una alle cose che gli snocciolerò quando affronterò tutte le inefficienze e nefandezze compiute”.
Cosa non gli si andato giù della Giunta Marini è presto detto: “Marini è stato l’alternativa a Mattei, a capo di quello che io, alle loro Feste de l’Unità chiamai Comitato di Liberazione. Non era un vero e proprio centrosinisra, perchè insieme vi confluirono anche forze di destra. La discontinuità era il punto centrale di un governo cittadino e la parola d’ordine era quella di non fare quello che dicevamo che Mattei aveva fatto male. Purtroppo però Marini ha finito di copiarle certe cose, facendole addirittura peggio. Ricordo che criticammo aspramente il clientelismo di Mattei, ma in questi anni si è fatto peggio, usando, ad esempio, i voucher come fossero ‘mollichine’. Purtroppo in questi anni non si è governato veramente ed Albano è stata distrutta; tuttavia le voglio bene ed ho deciso di fare la rivoluzione, aggregando e mettendoli insieme”.
Sull’ipotesi di creare ulteriore aggregazione facendo convogliare nella coalizione nuove forze Venditti è lapidario: “Il problema è che forse saremo anche troppi, e bisognerà stare attenti alle invasioni di campo”.
Dopo un ‘giro di valzer’ si ritorna lì, all’adesione di Forza Italia nella coalizione di appoggio a Gino Benedetti: “Mattei ha riavuto il ruolo politico che gli spettava e Forza Italia ha riacquistato la vitalità di cui necessitava. Ora dovremo essere bravi ad evitare che si creino delle sottobande, facendo si che il partito venga tutto con noi. Finora il lavoro portato avanti da Forza Italia, che nell’area moderata è fondamentale, è stato apprezzabile e degno di lode”.
“In queste ore sembrano tutti euforici” ha ammesso col sorriso tra le labbra un Venditti che proprio in quei minuti si godeva i postumi della rete messa a segno. “Ricevo tanti messaggi di compiacimento e penso che, al contrario, qualcuno in queste ore sarà preoccupato. Molti di loro – ha aggiunto ironico Venditti, con chiaro riferimento alla coalizione che fa capo all’attuale Amministrazione – credono anche di essere i più bravi e i più forti. Per ora non svegliamoli, avranno tempo per ricredersi quando snoccioleremo ai cittadini tutte le loro inadempienze in questi 5 anni”.
Eppure saranno proprio loro gli avversari da battere e Venditti, come il resto della truppa, lo sa benissimo. Nessun rimpianto su un’investitura arrivata a meno di due mesi dalle elezioni. “Non aveva senso affrettare i tempi, c’è voluto tempo ma era l’unica cosa saggia da fare ed il merito di esserci riusciti è di tutti. Ora c’è finalmente una coalizione pronta a firmare e sottoscrivere il programma. Passando dalla fase politica a quella elettorale gli impegni aumenteranno e le possibilità di far passare il nostro messaggio si faranno davvero ghiotte, con un effetto domino con pochi eguali”.
Pronostici non ne vorrebbe fare, ma poi Venditti si lascia andare a qualche numero. “Al primo turno prevedo un Marini sui 7500 voti, col 35-37%. Noi arriveremo appena sotto, ma a quel punto il più potrebbe essere fatto. L’importante, al di là delle battute, è restare coi piedi per terra, considerando che Marini farà di tutto per difendere la Bastiglia, ed arroccandosi comincerà a giocarsi tute le sue carte pur di mantenere le redini del governo, senza disdegnare il ricorso alle colate di catrame sull’asfalto o alla vernice delle strisce. Noi ce la faremo se sapremo proporre un’alternativa di governo vera, legata al cambiamento, con regole chiare e senza spazio per la caciara, che in politica fa solo danni. Guarderemo in faccia tutti, senza arrossire e senza abbassare lo sguardo. La gente è distratta, delusa, demotivata e preoccupata. Tutti elementi che conosciamo bene: eppure ora che arriva la prova del nove mi sento di dire ai nostri concittadini: “se volete usateci, noi possiamo essere la giusta risposta”.
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