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Profughi ai Castelli Romani, il ‘caso Marino’ e lo smarrimento dei sindaci

manifestazione marino

manifestazione marinodi Michela Emili

E’ partito ieri sera da piazza Matteotti per giungere in via Colizza, in zona Paolina, il corteo organizzato dai cittadini contro la decisione di portare a Marino 78 profughi (LEGGI). Scortati dalle forze del’ordine sono stati oltre 400 a scendere in piazza, in testa l’assessore Arianna Esposito in rappresentanza di un’Amministrazione che ha sposato fin da subito la posizione dei dissidenti, per giungere lì dove, con tutta probabilità, non arriveranno più gli ospiti previsti.

Gli appartamenti, infatti, sono stati oggetto di pesanti atti vandalici, e quindi non più disponibili. Ma la questione è più complessa di quanto possa apparire, e ben aldilà di posizioni razziste. Sebbene sia improbabile che l’Amministrazione marinese non fosse a conoscenza della situazione, facendo scoppiare il caso solo a ridosso del programmato arrivo, le preoccupazioni maggiori si riferiscono al bando che avrebbe portato i profughi a Marino, vinto da una cooperativa che avrebbe vantato un titolo di affitto su appartamenti destinati ad altri usi, e cioè all’edilizia residenziale pubblica.

Il caso comunque è emblematico della situazione di caos che si sta creando in merito all’accoglienza dei profughi, vedi Ardea e Formello, e che rischia di scoppiare anche negli altri Comuni castellani. Nota ormai la decisione del Prefetto Gabrielli, che il 5 maggio scorso aveva comunicato ai Primi cittadini la destinazione nei vari Comuni della Provincia di Roma di un numero di profughi pari allo 0,15%  della popolazione, invitando gli stessi, in regime di collaborazione, ad indicare l’esistenza di strutture idonee all’accoglienza, salvo procedere d’autorità. Insomma, tutti devono fare la propria parte, seppur in via temporanea, ma sul come e dove aleggia ancora tanta confusione, cavalcata qua e là dalla demagogia di turno.

Stando ai calcoli della Prefettura ad Albano dovrebbero essere assegnati 61 ospiti, 57 a Ciampino, 36 a Genzano, 30 a Grottaferrata,  33 a Frascati, 25 a Rocca di Papa 25, 78 a Marino, 29 a Ariccia, 20 a Lanuvio e Lariano, 13 a Caste Gandolfo,  18 a Monte Compatri e 1 a Nemi.

Ieri alcuni sindaci castellani si sono incontrati per discutere della questione e richiedere audizione al Prefetto, sperando di ricevere delucidazioni su una tematica che si muove su terreni assai delicati, dove il rischio di disordini sociali è sempre dietro l’angolo. “C’è tanta confusione in merito – dichiara il sindaco di Lanuvio Luigi Galieti -. Noi non abbiamo a disposizione strutture che possano ospitare i richiedenti asilo ma quello che sta succedendo a Marino è emblematico. Da un momento all’altro, senza saperlo, potremmo paradossalmente veder calati sui nostri territori progetti di accoglienza che non hanno trovato concertazione con le amministrazioni locali e con la comunità”.

Ad essersi esposti fino ad ora sono stati il sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, che non individuando strutture idonee ha dato disponibilità all’accoglienza di minori nella casa famiglia presente sul territorio e l’assessore Francesca Maria Passini di Grottaferrata, che sostanzialmente rimette alla Prefettura qualsiasi decisione sull’eventuale collocazione.
Insomma, si tratta di scelte che pesano come macigni, su cui grava un pericolosissimo precedente, quello di Marino.