POLITICA

Velletri – Maria Paola De Marchis cambia look e lavoro. Da renziana di ferro bacchetta il Pd veliterno: ‘Si adegui ai tempi’

Maria Paola De Marchis
Maria Paola De Marchis

Maria Paola De Marchis

di Daniel Lestini

E’ un’agosto non scevro da novità quello che ha portato Maria Paola De Marchis a rompere gli indugi. Tante le chicche, alcune lampanti, altre ancora in cantiere. La prima, in ambito lavorativo, la vedrà lasciare la Direzione Sanitaria del ‘Paolo Colombo’ per operare all’interno del Pronto Soccorso del nosocomio veliterno. Un cambiamento sostanziale, con un taglio netto al passato, che si accompagna ad un radicale cambio di look: la lunga chioma che contraddistingueva la sua capigliatura ha infatti lasciato spazio ad un radicale taglio di capelli, con un ritocco persino al colore.

“Quando si chiede agli altri di cambiare – ammette – bisogna cominciare da se stessi”. Novità sostanziali anche nell’organizzazione dell’associazione culturale ‘Calliope’, che nell’ultimo decennio è stata un autentico punto di riferimento nel panorama culturale del territorio, con iniziative di spessore, che hanno spesso travalicato le mura della città che diede i natali all’imperatore Cesare Augusto. 

Maria Paola De Marchis è sempre stato un punto di riferimento per tutti. Una tipa mai banale e mai scontata, come dimostrano le novità che quest’agosto ha portato con se. Dove appare piuttosto conservatrice, sebbene possa apparire blasfemo appioppare questo termine ad una renziana di ferro come lei, è in ambito politico. Lo ammette lei stessa, senza peli sulla lingua.



Un cambio di rotta repentino che aveva preannunciato con un post su Facebook di una riga: “È agosto e si cambia. Tutto”. Ed è stata di parola, a cominciare  proprio dal look.

Maria Paola, perché questo cambiamento?

“Perché quando si chiede agli altri di cambiare bisogna cominciare da se stessi”.

Che cosa hai cambiato, oltre al taglio e al colore dei capelli?

“Ho cambiato lavoro, dalla fine di agosto sono al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Velletri e non più in Direzione Sanitaria, ho scelto la trincea dove una persona in più o in meno può fare la differenza”. 

Nient’altro?

“Beh, poi ho cambiato l’organizzazione di Calliope, con le aree che saranno sempre più autonome e meno dipendenti dalla mia direzione. L’Area del Museo delle Religioni esce definitivamente dall’Associazione e vivrà autonomamente gestita dalla Fondazione Pettazzoni che abbiamo istituito insieme ai Comuni di Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio, Lariano, Nemi, Rocca di Papa e Velletri”.

Non avrà cambiato anche partito per caso?

“No, anche se non ho mai negato il mio disagio nei confronti di comportamenti autolesionistici di alcuni autorevoli dirigenti nazionali del Partito democratico, prontamente scimmiottati anche a livello locale”.

A cosa ti riferisci?

“Ad un metodo applicato da anni con il quale si cerca di affermare il proprio pensiero attraverso la sistematica azione distruttiva e denigratoria. Un metodo che finora ha sempre pagato e che ha selezionato una classe dirigente molto abile nel crear problemi ma poco avvezza a trovar soluzioni. C’è una parte della mia gente che riesce a crearsi un ruolo politico solo opponendosi e non importa a cosa, alla Democrazia Cristiana, a Berlusconi e oggi a Renzi”.

C’è chi dice che Renzi sia un democristiano uguale a Berlusconi…

“E tu pensi che ci sia qualcuno che creda veramente a questa stupidaggine? Secondo me nemmeno quelli che lo dicono. Ma è una frase ad effetto che può far presa su chi non segue la politica da vicino e mette tutti nello stesso calderone. Ed inoltre creare un nemico fa comodo:  se c’è un nemico ti devi difendere, costringe tutti ad essere uniti, ti evita di proporre programmi alternativi; tutta l’attenzione è concentrata sull’azione di difesa: “La democrazia è in pericolo!”, abbiamo sentito talmente tante volte questa frase che se arrivasse un giorno in cui fosse in pericolo per davvero nessuno batterebbe ciglio!”.

Tu sei stata attivissima nel sostegno a Renzi prima che diventasse Segretario del PD e poi Presidente del Consiglio. Ti ha deluso?

“Assolutamente no. Mi ritrovo perfettamente in linea con le sue scelte e la sua forza sta proprio nel fatto che costituisce una novità assoluta nei comportamenti. Altro che democristiano o berlusconiano, Renzi rappresenta l’antitesi della vecchia politica. Per questo finché sarà attaccato con i vecchi metodi potrà dormire sonni tranquilli”.

Anche di Servadio dicevano che costituiva una novità sul piano politico…

“E lo è stato veramente. Senza di lui questa città sarebbe ancora nel baratro in cui l’aveva fatta precipitare la vecchia amministrazione. Per Velletri Servadio è stata la salvezza ma la sua azione, giustamente, è stata concentrata nell’amministrazione della città ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.

Ma tu dicevi di essere a disagio…

“Sono a disagio nei confronti del Partito Democratico di Velletri che, secondo me sta vivendo di rendita e non sta esercitando il suo ruolo. Vedi ho l’impressione che non si sia proprio capito che Velletri è cambiata, che noi siamo cambiati che il ruolo dei partiti necessariamente deve adattarsi al cambiamento. Viviamo un tempo in cui tutto si è velocizzato, e l’organizzazione partito è rimasta al tempo in cui tutto era immobile. Insomma il Segretario del PD di Velletri dovrebbe battere un colpo, ho posto nelle sedi opportune varie questioni e non ho mai ricevuto risposta”.

È la prima volta che parli pubblicamente di queste tue difficoltà.. .

“È vero ma mi ha fatto molto male una frase di un amico che mi addossava la responsabilità dello stato dei fatti; a quanto pare ormai conta solo ciò che si dice sui giornali e non negli organismi dirigenti. Sono anni che sto chiedendo di cambiare comportamenti consolidati da decenni, di allineare le parole ai fatti, di capire che l’insieme non è la somma degli elementi, di prendere atto che ci vuole la persona giusta per ogni cosa ma si parla di altro per evitare di affrontare il toro per le corna e si ripropongono gli stessi comportamenti”.

Tu hai una ricetta?

“Certo ma non la vengo mica a dire a te! Sarà oggetto di confronto prima con gli elettori del Partito Democratico, sai io non credo alle ricette miracolose, le soluzioni sono il frutto delle idee di pochi ma condivise con tanti. Ci vedremo alla ripresa di settembre, buon riposo”.

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