CRONACA

Velletri – Arrestato a Dubai, dov’era latitante, uno degli uomini legati al ‘Caso Di Meo’

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Omicidio-DI-Meo-CNotizie3 A due anni di distanza si torna a parlare dell’omicidio Di Meo, il 37enne veliterno, assassinato con diversi colpi di pistola, sparati da distanza ravvicinata, il 24 settembre del 2013, ai confini tra Velletri e Cisterna. ‘Federichetto’ fu invitato a scendere in strada con un espediente, salvo essere freddato subito dopo in un vero e proprio agguato di stampo mafioso, che ricordò, per modalità d’esecuzione, quello che nel 2008 costò la vita a ‘O gommista’, Luca De Angelis.

DI MEOQuando nel marzo scorso, i Carabinieri diedero esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di tre omicidi e tre gambizzazioni commesse a Roma e provincia negli anni 2013-2014, tra i quali anche quello che costò la vita a Di Meo, M.A., destinatario del provvedimento cautelare, riuscì a sottrarsi alla cattura, venendo dichiarato latitante.

La misura cautelare, basata sui riscontri investigativi acquisiti sulle dichiarazioni rese ai Pm da Giancarlo Orsini, pluripregiudicato 48enne, romano, ha consentito di fare luce su una seria di gravi delitti, tra i quali le tre gambizzazioni e i tre omicidi portati a termine tra il giugno del 2013 e il gennaio del 2014.

In tale ambito, proprio l’odierno arrestao, alias Mazinga, 33enne di Battipaglia da tempo stabilitosi a Roma, è ritenuto responsabile di essere il mandante del ferimento a colpi di pistola di Cinzia Pugliese, eseguito dal collaboratore di giustizia Giancarlo Orsini. La gambizzazione di Cinzia Pugliese avvenne il 24 luglio del 2013, intorno alle 19.30 mentre la donna, 61 enne romana, si trovava all’interno del centro estetico da lei gestito, in Piazzale Tosti, nel quartiere Ardeatino. La donna venne attinta da un colpo di pistola al polpaccio della gamba destra, esplosole da un ignoto individuo con il volto travisato da un casco integrale.

In sede di collaborazione, Giancarlo Orsini confessò di avere sparato alla Pugliese, su mandato di M.A., che gli consegnò 3.500 euro quale compenso per l’esecuzione del delitto. Gli accertamenti tecnici del Ris carabinieri di Roma hanno consentito di accertare che Orsini utilizzò contro la Pugliese la stessa arma impiegata per la gambizzazione di Mirco Maccarinelli e per l’omicidio di Sesto Corvini. Le dichiarazioni del collaborante sono state riscontrate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma che hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di Massimiliano Alfano quale mandante della gambizzazione per la quale l’uomo è indagato. Essendo sfuggito all’arresto, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Roma hanno svolto una mirata attività di ricerca del latitante che ha consentito di individuarlo a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dove l’uomo ha risieduto per alcuni mesi in un lussuoso albergo. Con la collaborazione del Servizio di Cooperazione Internazionale del Ministero dell’Interno e dell’Interpol, il 33enne è stato arrestato dalla polizia degli Emirati Arabi ed è ora trattenuto in carcere, in attesa di essere estradato verso l’Italia.

Nel marzo di quest’anno, ad un anno e mezzo di distanza da quel tragico giorno di fine settembre, la prima svolta nell’indagine dell’assassinio di Di Meo. Esecutore dell’omicidio Giancarlo Orsini, che ha poi confessato di averlo assassinato su mandato di un 29enne di origini albanese, residente a Velletri, che cercava in tal modo di rafforzare il suo predominio di spaccio di stupefacenti sulla piazza veliterna. Per l’omicidio Orsini venne ricompensato con la somma, in contanti di 17mila euro. Tre mila andarono invece al suo complice, che gli fornì informazioni preziose sulle abitudini della vittima.

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