POLITICA

Area Metropolitana – Volpi (Forza Italia) durissimo: ‘Un’istituzione nata male e gestita peggio’

volpi
L'intervento di Andrea Volpi

Un  intervento di Andrea Volpi nell’aula di Palazzo Valentini

“L’assenza di 80 Sindaci su 120 alla ratifica del bilancio della Città Metropolitana di Roma Capitale è un chiaro messaggio a Marino e al Partito Democratico dell’inconsistenza del lavoro svolto in favore dello sviluppo dei territori della Provincia di Roma”. A dichiararlo, in una nota, il consigliere di Forza Italia dell’Area Metropolitana di Roma Capitale, Andrea Volpi.  

”Solo un terzo dei Sindaci dell’Area Metropolitana – ha continuato Volpi – ha ritenuto di continuare a legittimare un’Istituzione guidata male e gestita peggio dal Partito Democratico, ormai in continuo affanno per giustificare il turista Ignazio Marino anche oggi assente, il dormiente Zingaretti inoperoso sulla legge che riordina le funzioni tra Regione e Città Metropolitana, la Legge Del Rio, ritenuta fallimentare dalla totalità degli amministratori presenti”.

“Siamo solidali con i Sindaci che hanno scelto di lavorare nei propri Comuni piuttosto che venire a Palazzo Valentini ad ascoltare le giustificazioni di un Pd alla sbarra e senza idee. Siamo solidali con i Sindaci che non hanno avuto, come del resto anche i consiglieri eletti nella Città M etropolitana, il tempo e la possibilità di studiare, emendare, approfondire il bilancio dell’ente. I Sindaci chiedono azioni concrete e risposte per i territori e un maggiore coinvolgimento sull’organizzazione del Giubileo, due temi sui quali abbiamo denunciato l’assenza di Marino e l’incapacità di fornire risposte precise. Proprio sul Giubileo – ha concluso l’esponente politico lanuvino – abbiamo chiesto al Sindaco di organizzare una commissione straordinaria, ma la risposta non è mai arrivata”.

 

Proprio nei giorni scorsi, in previsione del Consiglio metropolitano, Andrea Volpi si era appellato ai sindaci con la seguente lettera, che vi riproponiamo integralmente:

Caro Sindaco,

Votare favorevolmente al bilancio di previsione 2015 della Città Metropolitana di Roma Capitale equivale ad essere complici di Ignazio Marino che tace e approva i disastri legislativi del Partito Democratico  partoriti dal tandem Renzi – Del Rio nel tempo avallati dal Presidente della Regione Lazio  Nicola Zingaretti incapace di approvare la Legge sul Riordino delle Funzioni tra Regione Lazio e Città Metropolitana.

Ad un anno dall’insediamento del nuovo Ente, doppione della ex Provincia di Roma di fatto mai abolita, si deve registrare il totale immobilismo di Marino e della maggioranza dei Consiglieri facenti capo al Partito Democratico colpevoli di aver paralizzato i lavori del Consiglio rendendolo inoperoso e attivo esclusivamente per adempiere gli obblighi previsti dalla Del Rio.

Marino ha impiegato undici mesi per riunire le Commissioni Consiliari, un tempo eccessivo che fornisce la prova del disinteresse e dell’incapacità del Sindaco di Roma di amministrare un territorio vasto ed importante come i 120 Comuni dell’ Area Metropolitana.

Zingaretti, bravo negli annunci quanto il suo leader di partito Renzi, non è stato in grado di approvare la Legge sul Riordino delle Funzioni tra Regione Lazio e Città Metropolitana condannando, almeno per ora, l’ex Provincia di Roma ad essere incompleta nelle funzioni  e priva della capacità di programmazione.

Nell’analisi di un bilancio strozzato dai tagli del Governo Renzi e affossato da una riforma ibrida e poco chiara come la Del Rio appare complicato ragionare ed esprimersi  in modo positivo di fronte ad un collasso istituzionale generato dal Partito Democratico incapace di dialogare tra i suoi livelli istituzionali.

L’ap proccio di tutta l’opposizione, e in particolare quello del gruppo consiliare di Forza Italia in seno al Consiglio Metropolitano, è stato dal principio basato sulla correttezza istituzionale e sulla collaborazione mirata al rispetto dei tempi per la stesura dello Statuto, ma a giudicare dai risultati la maggioranza non è stata in grado di cogliere l’opportunità di avviare un percorso condiviso atto a costruire il nuovo Ente.

I Consiglieri tutti, ma in particolar modo quelli eletti dai territori della Provincia di Roma, non sono mai stati messi in condizione di espletare il proprio mandato e non hanno mai avuto, se non in rarissime eccezioni, gli strumenti e le possibilità per frequentare in modo dignitoso le sedi istituzionali. A ciò va sicuramente aggiunto un giudizio negativo sull’andamento politico amministrativo che in un anno ha raggiunto la Città Metropolitana.

I Sindaci che avrebbero meritato attenzione e coinvolgimento sono stati relegati ad un mero e umiliante ruolo di votanti nelle poche Conferenze dei Sindaci, nelle quali non si è mai discusso di servizi, funzioni, bilancio, pianificazione urbanistica e costituzione delle aree omogenee.

Inoltre il Partito Democratico di Ignazio Marino non ha ancora saputo trovare soluzione a problemi importanti come la mobilità del personale e né ha saputo fornire ad oggi una proposta sul futuro della Polizia Provinciale, mostrando indifferenza per migliaia di lavoratori da mesi in agitazione.

Nella manovra di bilancio che andiamo a votare emerge un quadro drammatico per tutte le realtà comunali della Provincia che attendono risposte sul passato e si aspettano azioni concrete di miglioramento per il futuro. Strade, scuole, attività produttive, turismo… in questa manovra, esclusivamente tecnica, non c’è nulla di tutto ciò, solamente tagli , mutui e qualche piccola manutenzione ordinaria.

La maggior parte delle risorse ricadranno su Roma. Chi l’ha deciso? E’ stata una scelta politica del Sindaco Marino o hanno contribuito anche i Consiglieri della Città Metropolitana eletti nelle file del PD dalla Provincia? Come si fa a votare un bilancio, economicamente importante, 1 miliardo di euro, che non fornisce risposte ai cittadini? Come ha fatto il Partito Democratico ad affermare che le Province sono state abolite quando il bilancio della Città Metropolitana è di un miliardo di euro e la pianta organica del nuovo Ente è speculare a quella della vecchia Provincia di Roma?

In questo quadro così desolante dove i Consiglieri ed i Sindaci sono relegati al ruolo di spettatori emergono con evidenza le responsabilità di una classe politica che si sta prendendo gioco di migliaia di cittadini che attendono risposte concrete. Se la si giudica oggi, la legge Del Rio ha fallito e a farla fallire hanno contribuito Marino e Zingaretti. Il destino dell’Ente, senza riordino delle funzioni, senza lo sblocco del patto di stabilità, senza maggiori risorse, è destinato al dissesto e quindi al fallimento. Con questa situazione già nel 2016 sarà impossibile garantire i servizi primari e pagare gli stipendi dei dipendenti.

Stante così le cose, scegliere di tenere in piedi un Ente che, allo stato attuale, non sembra di certo avere un futuro roseo, forse sarebbe meglio valutarne lo smantellamento e il ripristino della vecchia Provincia che, almeno sul piano strettamente ordinario e amministrativo, consentiva ai Sindaci di avere un interlocutore in grado di poter dare risposte”. 

Più informazioni