Cultura

C’è anche un pò di Lanuvio nella Mostra di 6 mesi sui ‘simboli’ rinvenuti dalla Finanza

symbola

 Roma

Stadio di Domiziano

(Ipogeo di Piazza Navona)

  16 Ottobre 2015 – 15 Aprile 2016

 La suggestiva area archeologica dello Stadio di Domiziano ospita, dal 16 ottobre sino al 15 aprile, una straordinaria rassegna che esplora il tema della simbologia nell’antichità da un punto di vista funerario, politico-sociale e magico-religioso.

symbolaIdeata e organizzata dall’Associazione culturale Vicus Italicus in collaborazione con il Nucleo di Polizia Tributaria Roma della Guardia di Finanza, la mostra allinea più di 200 reperti archeologici inediti di cui 133 opere recuperate dal Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico della Guardia di Finanza e 80 manufatti provenienti dallo scavo di Pantanacci, l’area archeologica situata nei pressi di Lanuvio, individuata nel 2012 grazie alla Guardia di Finanza.

 Patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dalla Provincia di Roma (Città Metropolitana), dall’Assessorato dei Beni Culturali del Turismo e dello Sport di Roma Capitale, dall’ Expo di Milano e da Federalberghi Lazio, l’evento espositivo ha tra i suoi obiettivi quello di far conoscere al pubblico l’importante attività che la Guardia di Finanza svolge a salvaguardia del patrimonio storico, artistico e archeologico.

“E’ un’occasione unica per scoprire ed ammirare un ricco corpus di opere tra cui delle ceramiche, dei marmi e dei bronzi importantissimi. Manufatti detenuti in regime di giudiziale, in custodia nei caveaux della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza a Roma,” dichiara il Ten. Col. Massimo Rossi, già Comandante Gruppo Tutela del Patrimonio Archeologico – Guardia di Finanza.

“Meno della metà di questi 130 reperti è stata sequestrata all’estero, soprattutto a Ginevra, negli ultimi dieci anni. Il resto invece è stato recuperato nel corso di operazioni condotte sul territorio nazionale e proviene dal collezionismo antiquario clandestino. Sono tutte opere decontestualizzate, mai esposte al pubblico precedentemente che grazie a questa mostra sono state studiate e catalogate,” precisa il Ten. Col. Massimo Rossi.

 Gli altri manufatti in esposizione sono il frutto di scavi condotti in località Pantanacci, in questi ultimi tre anni, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e dal Museo Civico Lanuvino.

“Si sapeva dell’esistenza di Pantanacci attraverso fonti antiche ma non se ne conosceva l’esatta ubicazione. Il sito è stato individuato solo nel 2012 all’interno di una cavità nascosta da una parete tufacea. Era un luogo dove si svolgevano riti legati al Serpente Sacro, un animale totemico di Giunone Propizia, la divinità a cui era dedicato anche il famoso tempio di Lanuvio. In entrambi i siti si tenevano rituali propizi alla fertilità femminile,” afferma Vincenzo Lemmo, archeologo e curatore della mostra.

“Proprio per questo motivo gli scavi hanno riportato alla luce una quantità incredibile di ex voto anatomici tra cui uteri, falli, vesciche, mani, seni e dei cavi orali da considerarsi dei veri propri unicum. Sono tutti pezzi inediti che vanno dal IV – III secolo a.C. al I secolo d.C., notevoli per la loro resa naturalistica e alcuni di considerevoli dimensioni,” spiega Vincenzo Lemmo sottolineando il contributo fondamentale nella realizzazione della mostra del Direttore Archeologo della Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale, Giuseppina Ghini, e del Direttore del Museo Archeologico di Lanuvio, Luca Attenni.

Il percorso espositivo è ordinato in quattro diverse sezioni che danno conto dell’importanza dei simboli nel mondo antico, del loro significato e della loro forte carica espressiva ed evocativa.

La prima sezione è dedicata al mondo magico-religioso raccontato attraverso gli ex voto provenienti da Pantanacci, alcune statuine egizie legate al culto orientale ed altre di Eracle e Mercurio. Tra i pezzi più singolari, dei frammenti in tufo di una grande scultura pertinenti alla figura del Serpente Sacro, e un fallo che presenta lateralmente due ali e, sopra, una mano sinistra la quale, secondo i romani, aveva il potere di fermare il malocchio.

Politica e società sono il tema della seconda sezione che è stata suddivisa in tre diversi ambiti: l’uomo e il guerriero; la donna e la madre; le monete. Tra i diversi reperti esposti cinturoni, punte di lance e un elmo apulo-corinzio in bronzo del IV secolo a.C. con paragnatidi decorate con l’immagine di un cinghiale. E ancora, manufatti ceramici legati alla toeletta femminile, fusi in bronzo, statue, busti e testine. Da segnalare tra le monete quella con Alessandro Magno da un lato e Zeus dall’altro, ed alcune decorate con simboli parlanti.

In mostra anche degli aes rude, un tipo di pre-moneta romana costituita da pezzi irregolari di bronzo, risalenti al V secolo a.C.

Segue la terza sezione sul mondo funerario che propone crateri, anfore e vasi legati al banchetto funebre, lucerne, alari, tanagrine, unguentari e collane. Di estrema rilevanza alcune iscrizioni funerarie risalenti al periodo Repubblicano e del Medio Impero, un ossario del II secolo d.C. in marmo, alcuni rari dischi corazza del V secolo a.C. di produzione abruzzese che venivano posti sul corpo della defunta come elemento decorativo,   e una antefissa etrusca risalente al V-IV secolo a.C. che presenta all’interno il ritratto realistico del defunto, proveniente presumibilmente da una tomba di Norchia, di cui esistono altri due esemplari conservati al Museo Archeologico di Firenze.

Chiude il percorso una sezione speciale sull’alimentazione con oggetti legati al banchetto tra cui vasi e piatti di produzione attica, alari in ferro usati per gli spiedi di carne, un vaso in bronzo del II secolo a.C., una olla in vetro intatta di epoca Imperiale, piatti di portata per il pesce di produzione apula del IV-III secolo a.C., e crateri decorati con delle scene di banchetto. 

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