POLITICA

Ariccia – I moderati pronti a convergere su Gianluca Staccoli. Lui: ‘Non mi tirerei mai indietro, ma è importante che…’

Gianluca Staccoli

Gianluca Staccoli  Ha la determinazione schietta di chi non si volta dall’altra parte e agli impegni imprenditoriali non pospone quelli legati agli interessi della sua comunità. Ha il volto fresco e giovane di chi, tra il disfattismo imperante, ha scelto l’impegno civile, mettendoci la faccia. E’ il volto di Gianluca Staccoli, quello di un ariccino doc che ancora lotta, quotidianamente, per il rilancio della sua cittadina.

Lo fa nelle fila dell’opposizione, ma senza per questo metterci meno impegno rispetto a chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica. D’altronde, pur senza esplicitarlo immediatamente, è proprio quello il suo proponimento e la sua aspirazione, magari ripercorrendo le orme di suo padre Carlo, che guidò, e bene, il Comune ariccino, sino ad essere ricordato con rispetto ed affetto persino dai suoi avversari politici.

A pochi mesi dalla consultazione elettorale che rinnoverà l’intera composizione consiliare, quello che appare dinanzi agli occhi degli osservatori terzi è un panorama totalmente frastagliato, con un centrosinistra che, costretto a fare a meno di Emilio Cianfanelli, rischia di presentarsi ai nastri di partenza della lunga campagna elettorale più spaccato e frastagliato che mai. 

Grandi ed estese le manovre che si stanno compiendo già in queste settimane d’inizio autunno, quasi a preparare il campo alla lunga maratona elettorale, che precederà il voto in  primavera. Manovre, spesso sotterranee, che rappresentano la spia di un sistema quasi schizofrenico, in cui imperano i tatticismi e nulla di chiaro sembra profilarsi all’orizzonte.

Eppure…eppure c’è chi, affacciandosi da piazza di Corte riesce a vedere più in là, sino ad immaginare l’alba di un giorno nuovo, in cui i venti   di rinnovamento possano spazzare via l’aria, un pò stantia, che aleggia nelle stanze di Palazzo, dove più di qualche esponente di un centrosinistra frastagliato e litigioso si contende, e male, la palma del candidato in pectore, proprio mentre dall’opposta coalizione si fatica a trovare un nome che possa stimolare un’amalgama e generare consensi. 

Un nome che taluni avrebbero però individuato proprio nel 46enne Gianluca Staccoli, intravedendo in lui le giuste qualità per guidare una coalizione di moderati, all’apice di un gruppo di lavoro in cui non emerga un comandante padre padrone, ma un condottiero moderno, che sappia guidare Ariccia fuori dalle secche, offrendole un’alternativa di governo e nuove prospettive di sviluppo.

E’ in fondo questo, che lo stesso Staccoli, da noi avvicinato in questi giorni, non ha certamente negato.

Pur se lusingato, e non poteva essere altrimenti, da certi rumors, ha dimostrato però di non cadere nella tentazione di chi crede che la tavola si apparecchi da sola e di fronte ad un lauto pranzo non resti che banchettare.

 

Non anteporrei mai e poi mai le idee e le velleità del singolo a quelle che si generano ed emergono da un programma condiviso, frutto degli spunti e delle istanze di un gruppo di lavoro ampio ed eterogeneo. L’obiettivo è quello di costruire una coalizione vincente, a prescindere da chi vi sia all’apice. D’altro canto è bene non sminuirsi e non nego quindi l’eventuale disponibilità a guidare una  coalizione di moderati, in virtù di un ragionamento condiviso su temi ben specifici e circostanziati. D’altronde è noto a tutti che la politica ad Ariccia sia ormai defunta; tutto procede stancamente, come l’avventura di una giunta che è implosa su stessa, mettendo a nudo tutte le proprie pecche. Non è certo il momento di puntare il dito su chi ha governato finora, come neppure quello di fare una scaletta di priorità programmatiche, perchè, l’ho detto e lo ripeto, queste dovranno essere unicamente il frutto di un lavoro d’insieme, che veda un gruppo il  più possibile ampio e coeso cercare una quadra su dei temi ben specifici”. 

Eppure, spulciando qua e là, e sollecitandolo per bene, qualcosa riusciamo a tirargli fuori: “La tassazione è arrivata ai massimi storici, a fronte di servizi che non sono assolutamente all’altezza. Nei meandri dei bilanci ci sono tanti e tanti sperperi che certe risorse si potrebbero e dovrebbero impiegare diversamente. Come non dover per forza di cose pensare ad una viabilità migliore, partendo da una diversa strategia sul ponte e a nuovi ragionamenti sull’Appia Bis, la cui apertura andrà accelerata. Il bilancio dell’attuale amministrazione è sotto gli occhi di tutti: il commercio è ai minimi storici, il centro storico appare agonizzante  e la stessa zona della Nettunense abbandonata al suo destino, senza neppure una opportuna valorizzazione della zona industriale, con assenza cronica di infrastrutture e quella brutta sensazione di un’Ariccia tagliata in due”.

 

 

Quel che più mi preme far sapere, pur esprimendo apprezzamento per certe voci, è che passi il messaggio che il politico, ancor più se amministratore della cosa pubblica, debba  mettersi al servizio dei cittadini e questo, ad Ariccia, non accade da tempo. Ora c’è un sindaco che sta arroccato, all’interno di un Comune chiuso, incapace di dare le giuste risposte ai problemi e  bisogni del popolo. In una realtà così piccola – continua Staccoli – è assurdo che per parlare col Sindaco si debbano fare i salti mortali; così facendo emerge più un modello lobbistico che non popolare dell’amministrare e guidare una città. Non voglio sparare sulla Croce Rossa, lungi da me, ma quella di Cianfanelli mi sembra più una connotazione elitaria che non popolare, ed Ariccia, come altri Comuni del circondario, ha bisogno di un uomo che sappia prestare ascolto e che sia disponibile al dialogo a prescindere dallo stato sociale e dall’ideologia del suo interlocutore. Non è un caso – aggiunge ancora Gianluca Staccoli – che lo stesso Papa Francesco, nel recente viaggio a Cuba, al cospetto di Fidel Castro, abbia lanciato un messaggio politico di ampio, ampissimo respiro: <<Non si servono le ideologie, ma le persone>>, ha detto Bergoglio, prima di aggiungere un eloquente <<Chi non vive per servire, non serve per vivere>>. Ecco, nella mia idea di amministrazione del bene pubblico vi è proprio il principio del servire, di mettersi a disposizione affinchè l’interesse della collettività prevalga su tutto e tutti” .   

La ricetta dell’attuale consigliere uddiccino è quindi quella di dar vita ad un “governo del popolo, in cui il Sindaco  sia un coordinatore, che sappia lasciare la giusta libertà ai singoli assessorati, senza cedere alla tentazione del Comune troppo burocratizzato, in cui si entra per esporre un problema e si esce con la testa piena di dubbi e nessuna soluzione in mano”. 

Sui temi portanti Staccoli non si tira certo indietro e non nega quanto il costruendo Ospedale dei Castelli “possa essere una grande risorsa, sebbene dovranno essere tanti gli occhi pronti a vigilare per non farlo diventare  un ospedale di serie B. Bisognerà adoperarsi con le unghie e con i denti affinchè, visti gli investimenti fatti, nessuno ce lo tocchi, lottando per il suo potenziamento”.

”Quanto allo ‘Spolverini’ quella struttura andrà certamente rivalorizzata, magari ospitando un Centro di alta formazion  scolastica e professionale, con una sinergia costante tra il mondo della scuola e le aziende. Chiunque sarà ad amministrare il nostro gruppo dovrà incentivare riunioni per aggregare e riportare la politica tra la gente, scendendo tra i quartieri per conoscere da chi li vive quali sono le problematiche di ogni zona.  I problemi, d’altronde, sono tangibili. Al Comune di Ariccia i soldi ci sono, ma vengono spesi male, basti pensare ai 500mila euro che finiscono ai dirigenti”.

”In questo contesto non c’è purtroppo un piano ragionato di lavori pubblici per rifare a turno le varie strade del territorio e  non c’è stato neppure un piano legato alle manutenzioni, preferendo puntare solo alle grandi opere, con evidente sperpero di soldi. Tornando al ponte, un tema certamente molto ‘caldo’, non ero per la sua chiusura totale e sono pronto a spiegare a tutti il perchè: una volta rifatte le cerniere e parte dell’asfalto i soldi stanziati dovrebbero andare alla manutenzioni delle strade, lasciate al loro destino”. 

 

A proposito di strade: c’è chi, per lui, ne preconizza una, ed è proprio quella che dovrà far da ponte tra la ‘vecchia’ e ‘nuova’ Ariccia, dove il nuovo possa avere proprio il suo volto e la sua voglia di fare: “Ripeto – in conclusione – non voglio affrettare i tempi”…E lo dice salutandoci calorosamente, anche se lo sguardo è di quelli sornioni, di chi già intravede il suo destino e lo cavalca, verso la possibile meta.

Daniel Lestini

 

 

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