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L’intervista – Genzano, Maura Pisciarelli a tutto campo. Non esclusa una sua candidatura alle Primarie

Maura Pisciarelli

Maura Pisciarellidi Daniel Lestini

E’ ancora giovanissima, anche se lo nasconde bene. Non  per la sua avvenenza, quanto per la sua capacità di prodursi in riflessioni politiche articolate che, rigorosamente a braccio, la portano a garantire eloqui che palesano la sua passione per la dialettica politica, senza tradire l’esuberante voglia di lasciare il segno.

E l’audacia non le manca, se è vero che in molti, e già da svariati mesi, la accreditano addirittura di aspirazioni da Prima cittadina, che negli ambienti dove i sinonimi non sono abbastanza chiari equivale alla carica di Sindaco. Di Genzano ovviamente, la sua Genzano.

Una prospettiva, peraltro, da concretizzarsi non tra qualche lustro, ma addirittura tra qualche mese. Di qui a riuscirci ce ne vuole, ma è indubbio, anche se lei non lo conferma apertamente, che Maura Pisciarelli, 28enne consigliere comunale genzanese, nutra ambizioni più elevate di chi già si sta industriando per riguadagnarsi un posticino nell’aula consiliare, arrabattandosi per celare l’anonimato dei 5 anni precedenti.

Lei mira al bersaglio grande, come quegli atleti che si danno al salto dell’asta e si obbligano ad una certa prestazione, sospingendo l’asticella verso altezze vertiginose. Nella consapevolezza che sarà difficile riuscirci, ma nella convinzione di potercela fare. Perchè va bene partecipare, ma vincere è tutt’altra cosa…

All’audacia della giovinezza ha il merito di affiancare la saggezza di chi sa anche mettersi in posizione di mera osservatrice, ragionando sulla strategia, senza passi affrettati.

L'intervento della Pisciarelli nel convegno di martedì 5 ottobre

L’intervento della Pisciarelli nel convegno di martedì 5 ottobre

Una donna che mira in alto, è vero, ma anche una che sa essere, senza ‘se’ e senza ‘ma’, una incastonata nelle dinamiche di partito. Concetto al quale tiene particolarmente, tanto da ribadirlo spesso: ‘il partito, e i suoi equilibri, prima di tutto’, ripetuto all’infinito, quasi fosse un mantra. E’ un’immagine articolata quella che si ricava dalle parole di Maura Pisciarelli, all’inizio di un autunno che lascerà spazio alla lunga fase invernale, preludio ad una primavera elettorale che vedrà Genzano rinnovare in toto la composizione del consiglio comunale, quale preludio alla formazione della nuova Giunta. 

L’abbiamo incontrata nella nostra sede di vicolo Palmarini, che lei ha subito manifestato di apprezzare per quel rosso acceso delle pareti, quasi ad anticipare, e sacralizzare, la sua voglia di sinistra. Non un caso, infatti, che nel Partito Democratico navighi su posizione più a ‘gauche‘, lasciando agli altri la parte dei moderati.

Una chiacchierata, bella lunga, dalla quale emergono diversi spunti e che le distese del web (a dispetto di chi lo vuole un mezzo per letture spicciole e sbrigative) si prestano bene a contenere.

 

Pisciarelli, può farci un bilancio della sua prima esperienza consiliare?

“E’ stata senz’altro formativa, avendo per 3 anni svolto il ruolo di capogruppo. Proprio in quei 36 mesi abbiamo fatto tante cose buone, a partire dalla ricostruzione di un bilancio che in precedenza era immobile come una biglia d’acciaio. Lo abbiamo fatto ricreando le istanze proprie di una forza di sinistra, in un momento in cui l’ascensore sociale era in discesa su tutto il territorio, per via di una crisi del sistema che ha avuto ripercussioni anche a livello territoriale. Questo ci ha spinti a puntare sulla valorizzazione dell’assistenza sociale, dando forza ai servizi sociali e puntando forte sulla borsa lavoro”.

Togliamoci subito il dente: non un mistero che nella coalizione di maggioranza lei si trovi nell’ala critica di chi non manca più, ormai, di far sentire il proprio dissenso. Delusa dalla piega che ha preso la Giunta Gabbarini?

“Non parlerei proprio di delusione, ma tutti sanno come si sono determinate le forze all’interno del consiglio dopo le Amministrative del 2011. A fronte di una spaccatura ben evidente noi siamo stati protagonisti attivi per la ricostruzione e non certo per la rottura tra le forze in campo. ‘Genzano Democratica’ nacque proprio di fronte alla inconcepibile negazione delle Primarie ed il suo apporto fu decisivo per la vittoria dell’attuale coalizione di governo. Ma è chiaro che ‘Genzano Democratica’ abbia sempre avuto la propensione ad essere finalizzata alla ricostruzione del Partito Democratico, in vista del suo ricompattamento”. 

Eppure qualcosa è cambiato. Ha influito, nel frattempo, il ricompattamento col resto dei democratici piddini?

“Con un percorso parallelo amministrazione – politica siamo riusciti ad impostare un congresso su un documento politico che richiamava all’unità del partito. Una volta ricompattato il partito era opportuno riunificare il gruppo consiliare e con grande senso di responsabilità ho rinunciato alla carica di capogruppo”.

Pentita?
“No, perchè credo che a 28 anni debbano venire prima le idee che le poltrone, altrimenti la politica diventa un teatrino di opportunismo personalistico. Mantengo la coerenza dell’unità, rivendicando un senso di responsabilità politica e civica, dimostrata, insieme ad altri, anche in sede di approvazione del bilancio, che ho votato favorevolmente, anche se in modo molto critico, come col regolamento Irpef”.

Eppure ci risulta che quel tipo di passaggio consiliare, legato al bilancio, non sia stato proprio cosi liscio…

“Ho trovato tatticistica e demagogica la scelta fatta da alcuni colleghi di altre forze politiche della maggioranza di non votare il regolamento Irpef e poi votare il bilancio. Tre giorni prima c’era stata l’approvazione dell’aumento dello 0,3 dell’Irpef, che equivale a 400mila euro, che sono serviti a coprire a coprire il taglio netto fatto dal Governo. Non ho ben visto l’aumento dell’Irpef ed ho trovato demagogico da parte di chi detiene la delega, vale a dire il Sindaco stesso, dire che si è aumentata l’Irpef perchè si è diminuita la Tari, perchè le aliquote di quest’ultima sono determinate da un obbligo di legge e non da una scelta politica”. 

Cos’è che non le va giù in merito?

“Il non riconoscimento dell’impegno dei cittadini nel mettersi in regola coi pagamenti, anche grazie ad una battaglia contro l’evasione avviata nel 2011. Che i tagli lineari del governo avrebbero inciso sul nostro bilancio per 400mila euro lo si sapeva già da gennaio e ridurci all’ultimo giorno, aumentando l’Irpef, e quindi vessando i lavoro dipendenti, significa non avere sotto controllo la gestione del bilancio ordinario, tanto da farmelo ritenere più un bilancio tecnico che politico”.

Il fatto che la delega al bilancio, finanze e tributi sia in mano al Sindaco può condizionarla nei suoi giudizi?

“Non rientrerebbe nel mio modo d’intendere le cose, perchè oggi più che in passato, chi si occupa di bilancio deve poter dialogare con tutti gli assessori, mentre al Sindaco spetta solo il ruolo di supervisore, per poter fare sintesi. Se, come sta avvenendo, si ritrova a recitare la parte del controllore e del controllato significa che qualcosa non va per il verso giusto”.

Come si spiega questa scelta?

“Quando si ha l’intento di accentrare tutto sull’esecutivo, per togliere potere alla parte che di potere dovrebbe averne di più, ovvero il consiglio comunale, si evita anche di affidare le deleghe. Il ‘giochino’ è proprio questo”.  

 

Passiamo ad un tema di estrema attualità: le dimissioni di Tonino D’Annibale da segretario del Pd. Non le consentiremo di girarci intorno…

“Sarò sintetica e non ci girerò affatto intorno. Quando D’Annibale fu toccato da note vicende, alle quali oggi risulta completamente estraneo, con senso di responsabilità e rispetto per tutti decise di autosospendersi dalla carica di segretario. Nel periodo di vacatio la segreteria ha continuato a lavorare  per la realizzazione della conferenza programmatica del partito, salvo riscontrare una lampante latitanza da parte del sindaco e dei suoi fedelissimi. Quasi a voler sostenere che loro il programma già ce l’avevano e non serviva la conferenza programmatica, non capendo che la conferenza programmatica, che ci impegneremo comunque a realizzare insieme al Commissario, è proprio quello l’elemento in grado di dare forza al partito, anche a fronte delle prossime iniziative”.

Si parlava di cose concrete?
“Beh, io mi occupavo del welfare, e in quel contesto si parlava anche di ospedale. Non proprio un tema qualsiasi…”.

Come ha valutato l’intuizione del Sindaco di lanciare la sua disponibilità alle Primarie?

“In linea di massima condivido la sua disponibilità, anche perché credo sia giusto chiudere il discorso di riunificazione del partito attraverso il percorso principe delle Primarie”.

Come si spiega questa lampante scollatura tra l’Amministrazione e il partito di maggioranza?

“La volontà del Sindaco di non riconoscere la classe dirigente del partito, slegandosi subdolamente da esso, pone l’Amministrazione in una condizione di autoreferenzialità alla quale di solito si arriva quando si ha la presunzione di poter condurre la macchina amministrativa da soli. Inevitabile, a quel punto, la mancanza di dialogo tra Amministrazione e il Pd, oltre che col gruppo consiliare”.

A questo punto cosa resta da fare?

“Di lavoro da portare avanti ce n’è a iosa. E a questo punto mi chiedo se abbia senso limitarsi a contare solo i numeri all’interno del consiglio comunale. Quei numeri rispecchieranno davvero  quelli che serviranno ad essere legittimati per la guida della città? A 8 mesi dalle elezioni, come partito, certe domande dovremmo iniziare a porcele”.

Tornando a questi ultimi giorni, come valuta quanto accaduto con le dimissioni del segretario D’Annibale, che appena qualche settimana prima aveva spalancato le porte della sezione con un paio di convegni che avevano fatto ben sperare su una riapertura in pianta stabile della storica sede di via Garibaldi.

“Al di là dei tanti panegirici la scelta della raccolta delle firme per la sfiducia del segretario ad 8 mesi dalle elezioni è stata folle, ed ancora oggi mi sfuggono le finalità politiche. Visto che il giorno della convocazione del comitato direttivo, il 7 settembre, i 18 firmatari erano assenti. Nessuno ha avuto il coraggio di esplicare le proprie motivazioni politiche, e questo dimostra che molti hanno una visione distorta dello strumento partito, cioè una visione notabile e limitante, che si preoccupa di parlare di “chi”  piuttosto che di “cosa””.

Non ravvede proprio nulla di buono in quanto accaduto?

“Ad oggi l’unico obiettivo raggiunto è stato quello di mettere in difficoltà il partito, di fronte alla città e all’azione amministrativa stessa”.

Tornando alle Primarie, che aria tira?

“E’ positivo il fatto che il partito abbia finalmente delle regole nuove per l’impostazione delle Primarie, tramite l’albo degli elettori del Pd. Tra le novità anche l’obbligo di presentazione dei certificati penali di ogni candidato, col turno di ballottaggio se non si raggiungerà il 50% più uno. A fronte di queste novità dalle quali non si prescinde, come garantito dallo stesso commissario, tentare con un’azione muscolare atta a rompere il partito credo sia deleterio per il partito stesso. Sono certa che il commissario seguirà ligiamente queste regole proprio per evitare che il partito diventi il comitato elettorale di questo o quel candidato”.

E’ ancora sicura di ritenersi una che tiene all’unità di partito?
“Su questo potete scommetterci. Sono una delle rappresentanti a Genzano dell’area politica che prende il nome della ‘Sinistra Dem’, che a livello nazionale rappresenta quella minoranza che non distrugge ma vuole costruire l’unità del partito e anche io farò di tutto per mantenere unito il partito sulla scorta di una dialettica interna che sia articolata e costruttiva”.

Non è un pò delusa da questo Partito democratico, che nonostante i numeri schiaccianti sembra faticare maledettamente a fare il definitivo salto di qualità?

“Sono estremamente convinta che il Pd, oggi, a Genzano e nel resto d’Italia, sia il cardine politico e culturale della nostra società e che fuori dal Pd  non ci siano nient’altro che vecchi e nuovi populismi. Purtroppo con quanto accaduto dalle nostre parti si è rischiato di dare sponda al populismo. Nella mia visione dell’impegno politica,  la scaletta delle priorità è questa: i cittadini, il partito, e poi, semmai, se stessi. Se si invertono queste priorità, si rischia, come è accaduto, di segare il ramo dove si è seduti”.

Lei sarà candidata alle primarie?

“Non credo che sia il momento di parlare di nomi, quanto quello di un confronto serio e serrato sui temi importanti come il lavoro e lo sviluppo economico del territorio, anche a fronte dell’Area Metropolitana. E’ il momento di creare una piattaforma politica che preceda le strategie e i nomi, perchè anteporre i nomi a tutto il resto è come lavorare al contrario e questo fa male al partito e ai cittadini”.

Non crede che certi personaggi abbiano fatto il loro tempo e questa politica vada svecchiata, con volti nuovi, come il suo?

“Oggi va costruito un programma condiviso, attraverso un rinnovamento che poggi su una continuità politica e culturale, senza cadere nella morsa del giovanilismo, come dimostrano i fatti di Mafia Capitale, dove gli indagati non superano i 45 anni, si dimostra essere fallimentare sotto il profilo politico ed amministrativo. Quindi, si ai giovani, ma ai giovani preparati culturalmente e politicamente alle sfide sempre più forti a cui la politica è chiamata a rispondere. 

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