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Velletri – Che fine ha fatto la Zona Artigianale? Sportelli: ‘Una vergogna che non se parli più’

il render del progetto
Il render del progetto della Zona Artigianale

Il render del progetto della Zona Artigianale

Velletri e la Zona Artigianale, un amore mai scoppiato. Portata in aula più volte la questione non ha ancora avuto risposte concrete e negli ultimissimi anni il tema non sembra neppure solleticare più di tanto gli esponenti consiliari, tanto da non aver ancora fatto parte di alcun ordine del giorno. Eppure sono decenni che a Velletri si attende una zona da destinare alle attività produttive. Si era optato inizialmente per una zona artigianale il meno invasiva possibile in contrada Acquavivola-Carbonara, per poi predisporne un’altra ai Cinque Archi con un bando e degli accordi di programma.

Pietro Sportelli

Pietro Sportelli

A confermare gli impacci è Pietro Sportelli, ex presidente dell’Associazione imprenditori Arti.Vel. nonché consigliere del consorzio Arti.Com, associazione che nacque con lo scopo di curare la realizzazione del progetto. “Sono almeno venti anni che Velletri aspetta un polo produttivo – dichiara Sportelli -. Sinora c’è stata scarsa volontà da parte di alcuni personaggi di dare un’accelerata al progetto della Zona Artigianale, preferendo concentrare altrove i propri sforzi. Eppure uno sviluppo della città interesserebbe tutti con notevoli benefici a ricaduta per tutti i cittadini, gli operai, gli imprenditori, gli artigiani e i commercianti stessi”. “E’ una vergogna – ha rincarato la dose – che Velletri non abbia ancora una zona artigianale e viene probabilmente da pensare che a Genzano e a Cisterna, che ne conta ben due, dovevano essere dei pazzi ad averle realizzate”.

Messo da parte il sarcasmo Sportelli torna ad essere durissimo: “Quanto accaduto in questi anni certifica evidentemente la volontà da parte di chi amministra la città di non volerla far crescere. Un’opera del genere produrrebbe infatti decine e decine di posti di lavoro, consentendo a tante imprese di mettersi in regola e stare al passo coi tempi. Ma a Velletri – ha aggiunto subito dopo – è difficile fare qualsiasi cosa, figuriamoci una zona artigianale. E’ però desolante constatare come tutto viaggi di pari passo con gli abusi edilizi, perché quelli, è sotto gli occhi di tutti, non finiscono mai”.

All’insediamento della prima Giunta Servadio, giova ricordarlo, esisteva un progetto che sebbene a detta di alcuni artigiani fosse criticabile, avrebbe fatto vedere la luce della zona artigianale in tempi brevi. La data ‘x’ venne infatti fissata entro giugno 2009, mese in cui sarebbero stati prodotti tutti gli atti amministrativi per la richiesta del finanziamento regionale ed entro l’ottobre seguente la concessione del finanziamento. Ad oggi, però, tutto sembra dimenticato, e con l’addio di Vincenzo Bagaglini dal Partito Democratico, per le note vicende che hanno portato lui e Fabio Taddei a discostarsi dal partito di maggioranza per fondare il movimento ‘Velletri Libera’, tutto pare finito nel dimenticatoio, mentre le voci di un possibile tombamento della ferrovia e l’apertura di un mini-centro commerciale a ridosso di viale Oberdan mettono in subbuglio chi, come gli artigiani, non chiedevano null’altro che una sede dignitosa dove poter portare avanti le proprie attività.

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