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Velletri – Taddei ha vinto la sua battaglia: cancellata la via intitolata al fascista Ettore Muti

IL CONVEGNO IN CUI SI PARLO DELLA STRADA (1)
Fabio Taddei, al centro, durante il convegno in cui si parlò di toponomastica

Fabio Taddei, al centro, durante il convegno in cui si parlò di toponomastica

Quanto era nell’aria ormai da tempo è divenuto ufficiale: dopo una battaglia protrattasi per oltre un decennio via Ettore Muti è diventato un pallido ricordo.  Premiata la battaglia intrapresa e combattuta strenuamente da Fabio Taddei: proprio l’attuale coordinatore del ‘Movimento Velletri Libera’, ed ex presidente della Commissione Topomastica della prima Giunta Servadio, ha lottato con le unghie e coi denti contro un’intitolazione partorita durante le vecchie Giunte Cesaroni. 

La strada tornerà quindi alla sua originaria denominazione, che è quella via di Vigna Mammuccheri, abbandonando ogni legame col gerarca,  segretario del Partito Fascista durante le leggi razziali. Di questo si era parlato anche in un apposito convegno nel palazzo comunale, promosso proprio da Fabio Taddei, che vide la partecipazione di Riccardo Pacifici, presidente della Comunità Ebraica di Roma. Non erano mancate le voce fuori dal coro, come quelle dei militanti di ‘CasaPound’, che non esitarono a posizionare uno striscione con la scritta “Taddei muto, Muti non si tocca”.  

L'ormai ex via Ettore Muti

L’ormai ex via Ettore Muti

La vicenda arriva dopo anni di polemiche, ad infuocare le quali hanno contribuito, non poco, le diatribe interne ai partiti, anni in cui si è fatta politica anche coi nomi delle strade, con intitolazioni bislacche, spesso al limite della provocazione.  “Quell’intitolazione – ricorda oggi Taddei – era contro la Costituzione italiana ed era pure abusiva, in quanto mai autorizzata dal Prefetto secondo la legge nazionale sulla toponomastica. Ciononostante l’Amministrazione Servadio aveva inspiegabilmente confermato la delibera di intitolazione arrivata durante le amministrazioni Cesaroni. Qualcuno, in tutto questo tempo, ha dimenticato che la nostra città ha avuto una medaglia d’argento al valore civile proprio per i bombardamenti subiti a causa di quel regime di cui Ettore Muti era membro integrante, ed ha pagato col tributo del 60% del patrimonio storico andato perduto per sempre, oltre al sacrificio di 2.000 civili morti”.

“A raggiungimento dell’obiettivo – aggiunge ancora Taddei – spiace constatare lo scarsissimo coinvolgimento da parte delle istituzioni cittadine e dei partiti di sinistra che si sarebbero dovuti scandalizzare per questa intitolazione, cosa che per la quale non hanno voluto invece spendere una parola, facendo si che ci volessero anni per ripristinare la legalità. Tra l’altro la tabella era stata montata in maniera del tutto abusiva poiché non erano state seguite le regolari pratiche, e i relativi passaggi burocratici obbligati, per l’intitolazione delle strade come l’autorizzazione del prefetto”.

A dar manforte a Taddei anche l’ex compagno di partito, Franco De Santis: “La legge che regola la toponomastica – ha premesso – è sintetica ma fissa alcuni paletti ben precisi. Se li analizziamo e vediamo quanto accaduto nel nostro territorio, soprattutto negli ultimi 15 anni, dobbiamo ammettere di essere di fronte ad uno quei casi in cui è bene rimproverare alla politica di non aver saputo dare il buon esempio. L’intitolazione di una strada – ha ricordato De Santis – ha un iter che richiede l’approvazione del Prefetto, tramite invio di una documentazione che la giustifichi, cosa che non sempre è avvenuta. In passato ci si accordava su personaggi di spicco come Moro, Amendola e La Malfa, mentre oggi siamo arrivati a far spazio a figure che non meritano assolutamente questa attenzione, e il caso di Ettore Muti, in tal senso, è davvero emblematico.  Come in passato ci opponemmo all’intitolazione di personaggi meno dannosi di costui avremmo gradito che un’Amministrazione oculata eliminasse dal nostro territorio una sconcezza di questo tipo, restituendo alla città l’orgoglio di dirsi democratica, anche attraverso le sue strade”.   

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