POLITICA

Velletri – Trivelloni dopo la sentenza in Corte d’Appello: ‘Finalmente è arrivata l’assoluzione…’

LAMBERTO TRIVELLONI

 

corte d'appello“Finalmente incensurato, com’era giusto che fosse, per amor della verità”. Questa la reazione con cui l’ex assessore veliterno Lamberto Trivelloni ha riassunto l’epilogo della vicenda giudiziaria che lo ha interessato in questi anni. Proprio lui mette un punto alla triste pagina che nel gennaio del 2005 gli spalancò le porte del Carcere di Lazzaria, per accuse, rientrante nel filone degli ‘Appalti Truccati’, che colpirono anche altri amministratori dell’allora Giunta Cesaroni, oltre a dirigenti ed imprenditori. Accuse via via depotenziatesi, come emerse già dal Tribunale del riesame, dal quale scomparvero le accuse più infamanti, quelle di corruzione e concussione, sancendo, di fatto, la mancanza di alcun vantaggio economico e materiale dal fatto che gli fu contestato. Nel rinvio a giudizio che ne conseguì perse sostanza anche tutto il restante, fatto salvo quello che Trivelloni ha riassunto come “un fantomatico reato associativo fine a se stesso, nel senso che non vi era comminato nessun altro illecito”. Eppure nel 2013, ad 8 anni dall’arresto, venne condannato a 4 anni, in virtù della sentenza emessa in primo grado dal Tribunale di Velletri, che fu condannato al pagamento delle spese processuali, al risarcimento dei danni per 130mila euro e, soprattutto, all’interdizione dai pubblici uffici, cosa che ne ha minato e compromesso la carriera politica, a partire dall’esclusione dalla candidatura per le Regionali del 2013, per la quale avrebbe concorso tra i favoriti per un posto in via della Pisana. La sentenza del giudice, Mariella Roberti, va ricordato, si basò sull’accusa del Pm Giovanni Taglialatela, per il quale sarebbe stato costituito una sorta di comitato d’affari tramite il quale spartirsi i vari appalti.

In settimana, infine, è arrivata l’assoluzione dalla Corte di Appello di Roma. In attesa di conoscere le motivazioni della stessa è emerso, dalle parole del Presidente di sezione della Corte, che il procedimento fosse già prescritto ai tempi della sentenza di primo grado, ma è parsa significativa la cancellazione delle pene accessorie tra cui l’interdizione e la rilevante sanzione economica, aspetto per nulla consequenziale, che ha di fatto palesato che la Corte abbia condiviso le ragioni dei ricorrenti, considerando che le pene accessorie non hanno prescrizione, come anche l’interdizione dai pubblici uffici.

 

LAMBERTO TRIVELLONI

Appena dopo la sentenza Trivelloni è stato sommerso dall’affetto e dalla vicinanza di chi non ha voluto mancare di condividere con lui il sollievo dell’assoluzione, dopo che lui, per primo, aveva scelto il suo profilo Facebook per ringraziare chi non gli ha mai fatto mancare il suo sostegno. E’ un Lamberto Trivelloni sollevato, quindi,  quello che ha commentato la sentenza della Corte d’Appello, pur senza mancare di far trasparire l’amarezza per quanto avvenuto in questi anni. “Da quel lontano 25 gennaio 2005, giorno in cui scoprii di essere oggetto di una indagine della Procura della Repubblica di Velletri, di acqua sotto i ponti ne è passata, ed ora – svela – dopo quasi 11 anni finalmente è arrivata l’assoluzione, con la revoca di tutte le pene accessorie, l’interdizione dai pubblici uffici e l’azzeramento delle sanzioni economiche comminatemi dal Tribunale di Velletri. Ciò che mi dispiace – ha aggiunto – e non fa certamente onore alla giustizia locale è che ci sono voluti due tribunali superiori per ripristinare correttamente il corso della giustizia e restituirmi i sacrosanti e legittimi diritti di cittadino perbene. Prima con il Tribunale del riesame, con il quale scomparvero le accuse più infamanti di corruzione e concussione e poi nel rinvio a giudizio perse sostanza anche tutto il restante. La sentenza, di cui aspetto di conoscere le motivazioni, mi restituisce solo in parte le opportunità ed i dolori sofferti in questi lunghi anni, ed è per questo motivo che nei prossimi giorni oltre a richiedere un risarcimento danni per le lungaggini del processo analizzerò, insieme ai miei legali, anche l’ipotesi di denunciare pubblicamente alcuni fatti particolari e, a mio avviso, al di là dei limiti, codici e delle regole scritte e conosciute. Intanto, come promesso, pubblicherò tutte le intercettazioni che mi riguardarono nel procedimento in questione, con annessi commenti e chiarimenti. Non posso tuttavia esimermi – ha concluso – dal ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine, perché sono state importanti per me, non mi hanno lasciato solo neanche un minuto e lo hanno fatto senza pretendere nulla in cambio, con amore, affetto e sincera amicizia”.

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