Aggiornato al 23/04/2018 - 7:31:17
Lug 23, 2016 ATTUALITA', Genzano di Roma, PRIMO PIANO, TERRITORIO Commenti disabilitati su Uno sguardo al Ddl Povertà con la deputata Piazzoni. L’Italia va verso il ‘reddito di inclusione’
Ileana Piazzoni
di Michela Emili
Dopo il primo ‘si’ alla Camera dei Deputati dello scorso 14 luglio, il Ddl Povertà, che introduce il reddito di inclusione, è approdato al Senato. Tra i suoi principali proponenti c’è la deputata del Pd genzanese Ileana Piazzoni. “In questo modo l’Italia fa un passo verso l’inclusione attiva che l’Europa ci chiede da tempo” riferisce il politico castellano. Nel concreto il disegno di legge introduce un reddito minimo, detto di inclusione, destinato a coloro che si trovano in povertà, definita cioè come l’impossibilità di disporre dell’insieme dei beni e dei servizi necessari a condurre un livello di vita dignitoso. La manovra sarà finanziata attraverso il graduale incremento delle risorse del Fondo istituito con la legge di stabilità 2016: 600 milioni per l’anno in corso e 1 miliardo di euro a partire dal 2017, cui si andranno ad aggiungere le risorse date dall’assorbimento di alcune misure parziali già in vigore, e ulteriori stanziamenti decisi con altri provvedimenti.
“Il reddito di inclusione viene concepito come un reddito di ultima istanza che è accompagnato da progetti di inclusione sociale e lavorativa, e dunque strettamente connessa alla riforma dei centro per l’impiego che sta prendendo forma” spiega ancora la deputata.
Per poter iniziare immediatamente, per il 2016 si partirà con la sperimentazione in tutta Italia del Sia, lo strumento di inclusione attiva di contrasto alla povertà, che, pur disponendo della metà delle risorse del reddito di inclusione, prevederà un minimo di 160 euro per un nucleo familiare composto da due persone fino a un massimo di 500 euro.
“Questo è un quarto dello stanziamento necessario – spiega ancora Piazzoni -. La misura darà priorità alle famiglie con minori e disabili ma l’obiettivo è quello di aumentare la platea e le risorse a disposizione. In Italia non è mai esistito uno stanziamento simile per il reddito minimo alle categorie che non rientrano in anziani e minori, che fino ad ora sono state di competenza solo dei singoli Comuni, ma il sistema non funziona ovunque. Si registra nello specifico una forte disparità tra le regioni del nord e quelle del sud in merito al sociale. I trasferimenti statali sono sempre gli stessi ma ciò che cambia è la capacità organizzativa delle varie regioni”.
“Gli interventi vanno messi a sistema” specifica ancora Piazzoni. Il disegno di legge infatti, oltre a prevedere una misura nazionale di contrasto alla povertà, introduce anche il riordino delle prestazioni di natura assistenziale e un maggiore coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali. “I servizi sociali devono abituarsi a lavorare in questa nuova visione, ma ci rendiamo benissimo conto che è un processo che va affrontato con gradualità”. Il rafforzamento della gestione associata dei servizi sociali, nello specifico, subirà delle modifiche in modo da non gravare sui comuni capofila, ed essere così svincolati dal patto di stabilità in tema di risorse.
Capitolo lavoro nero e migranti. “La misura – spiega Piazzoni – riguarda chi soggiorna da diverso tempo in Italia ed ha inserito maggiori controlli da parte dell’Inps sulla veridicità dell’isee. Inoltre riteniamo che il ddl Povertà sia un contrasto al lavoro nero perché chi usufruisce del reddito di inclusione viene coinvolto in un progetto specifico e a continui controlli”.
“ Noi insistiamo col dire che i cambiamenti non si fanno con la bacchetta magica, occorre quindi un approccio privo di demagogia e uno sguardo ampio anche alle altre esperienze europee. C’è bisogno di tempo perché i processi sociali sono lunghi. Chi parla di reddito di cittadinanza, dovrebbe spiegare che non è mai stato realizzato concretamente in nessun paese, e che occorre sapere che con esso si mette in discussione il valore che la Costituzione attribuisce al lavoro nella nostra società. Con il ddl povertà, invece, noi stiamo facendo un primo passo concreto sulla strada del reddito minimo, che è altra cosa ed esiste in tutta Europa, per arrivare a sostenere tutte le persone in condizione di povertà. Iniziamo dai minori, perché è nostro compito offrirgli da subito la possibilità di un futuro migliore.
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