“Svesto i panni di giornalista questa volta, e scrivo come donna, come mamma. Lo faccio perché stavolta voglio dire io qualcosa in prima persona, da frequentatrice di Lariano, che spesso si trova per lavoro a percorrere via Tuscolana prima di giungere alle “Macere” e immettersi sulla strada provinciale Ariana. Un percorso obbligato per chi proviene dall’area tuscolana dei Castelli romani per dirigersi verso il quadrante Artena, Valmontone, Colleferro o far ‘ritorno’ verso Lariano.
Ed ogni volta lo stesso spettacolo dinanzi, quello delle prostitute ai lati della strada, tra gli anfratti del bosco, che in questo periodo estivo si è acuito enormemente dalla scioltezza dei vestiti, che in realtà non ci sono affatto. Pose ardite, sguardi provocatori e quant’altro basta a turbarmi al sol pensiero di percorrere quella stessa strada con mio figlio a bordo.
Al netto dei dovuti approfondimenti che il tema della prostituzione necessita, e che andrebbero fatti in ogni sede opportuna, in oltre un anno (periodo in cui ho seguito i lavori amministrativi del Consiglio comunale) non ho sentito alcun riferimento a questa problematica. Quelle presenze ai lati della strada sembrano essere diventate ormai la normalità cui ognuno che si trova a passare si è ormai abituato, mostrandosi indifferente (discorso a parte ovvio per i clienti).
Eppure quella strada è territorialmente importante per Artena, che ne ha la ‘titolarità’, le vicine Rocca Priora, Lariano e tutte le zone limitrofe, e chiudere gli occhi, o magari buttarceli perché fa gola, è forse più pericoloso della prostituzione stessa”.
Michela Emili
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