Aggiornato al 20/04/2018 - 9:07:24
Ago 20, 2016 Cultura, Eventi, Frascati, TERRITORIO 1
Si è aperto con una conferenza stampa nella Sala degli Specchi del Comune di Frascati l’83° Congresso Italiano di Esperanto. La consigliera della Federazione Esperantista Italiana, Laura Brazzabeni, ha illustrato al pubblico il senso del congresso, che si può riassumere in poche parole: giustizia nel campo delle lingue. L’esperanto non viene per sostituire le lingue esistenti ma per proteggerle dai processi di sparizione in corso. Oggi la lingua grande mangia quella piccola (ad esempio l’inglese mangia l’italiano) mentre gli esperantisti prefigurano un mondo in cui ognuno avrà il diritto di parlare la sua lingua a casa sua e per i rapporti internazionali si userà una lingua neutrale, come l’esperanto.
Questo concetto è stato ribadito in perfetto italiano da un linguista tedesco, Martin Haase, che è venuto per partecipare ad un convegno scientifico che si terra’ a partire da domani, 20 agosto, sempre nella Sala degli Specchi del Comune di Frascati, sull’esperanto e le lingue minoritarie con la partecipazione di linguisti italiani e stranieri.
Ma, ha aggiunto Laura Brazzabeni, il congresso non è solo questo (lavori, discussioni, conferenze). Il congresso è anche conoscenza dei Castelli romani a cui andranno molte gite e di Roma. Una accoglienza particolare i congressisti la riceveranno dal Papa, che li aspetta alla udienza di mercoledì prossimo.
Il tema principale del congresso, scelto prima della decisione della Gran Bretagna di uscire dalla Unione Europea, riguarda l’insegnamento delle lingue straniere nelle scuole europee. Se si considerassero tutti gli oneri, che gli stati europei si addossano per insegnare al 94% degli allievi l’inglese, mentre in Inghilterra la lingua straniera e’ qualcosa di facoltativo (come la religione in Italia), si capirebbe che qualcosa non funzione in questa Unione. E’ vero che l’Unione ha assicurato la pace per decine di anni, ma è altrettanto vero, che non vi puo’ essere pace duratura senza giustizia.
A Frascati gli esperantisti rivendicano con orgoglio il fatto di essere i soli a chiedere giustizia nel campo delle lingue. Chi volesse dare un’occhiata, è benvenuto al Centro Giovanni XXIII di Frascati.
FOCUS (Fonte: Wikiepedia): L’esperanto è una lingua pianificata, sviluppata tra il 1872 e il 1887 dall’oftalmologo polacco di origini ebraiche Ludwik Lejzer Zamenhof. È la più conosciuta e utilizzata tra le lingue ausiliarie internazionali (LAI)[4]. Presentata nel Primo Libro (Unua Libro – Varsavia, 1887) come Lingvo Internacia(“lingua internazionale”), prese in seguito il nome esperanto (“colui che spera”, “sperante”) dallo pseudonimo di Doktoro Esperanto, utilizzato dal suo inventore. Scopo della lingua è di far dialogare i diversi popoli cercando di creare tra di essi comprensione e pace con una seconda lingua semplice ma espressiva, appartenente all’umanità e non a un popolo. Un effetto di ciò sarebbe quello di proteggere gli idiomi “minori”, altrimenti condannati all’estinzione dalla forza delle lingue delle nazioni più forti. Per questo motivo l’esperanto è stato ed è spesso protagonista di dibattiti riguardanti la cosiddetta democrazia linguistica.
Le regole della grammatica dell’esperanto sono state scelte da quelle di varie lingue studiate da Zamenhof, affinché fossero semplici da imparare e nel contempo potessero dare a questa lingua la stessa espressività di una lingua etnica; esse non prevedono eccezioni. Anche i vocaboli derivano da idiomi preesistenti, alcuni (specie quelli introdotti di recente) da lingue non indoeuropee come il giapponese, ma in gran parte da latino, lingue romanze(in particolare italiano e francese), lingue germaniche (tedesco e inglese) e lingue slave (russo e polacco).
Vari studi hanno dimostrato che si tratta di una lingua semplice da imparare anche da autodidatti e in età adulta, per via delle forme regolari[5], mentre altri dimostrano come dei ragazzi che hanno studiato l’esperanto apprendano più facilmente un’altra lingua straniera. Lo studio di due anni di esperanto nelle scuole come propedeutico a una lingua straniera viene detto “metodo Paderborn” perché la sua efficacia è stata dimostrata nell’università tedesca di Paderborn[6][7].
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Bonan kaj ĝojgplenan kongreson al ĉiuj partoprenantoj. Esperanto estas pli disvastigita ol oni povas imagi. Mi esperas, ke iam la homaro komprenos la gravecon de neŭtrala komunikado inter popoloj ĉefe en tiu bedaŭra periodo reprezentita de perforto, militoj kaj eŭropa krizo. Precipe rilate Eŭropon, Esperanto helpos eŭropajn popolojn kunkreski!
Vivu la Internacia Lingvo Esperanto!