POLITICA

Genzano – Pisciarelli: ‘Sul Referendum si palesa la mancanza di pluralità del Pd. Io impegnata per difendere i diritti e la Costituzione’

maura pisciarelli

maura pisciarelliNon si è fatta attendere, da parte di Maura Pisciarelli, già capogruppo di ‘Genzano Democratica’ e consigliera comunale del Pd, una replica all’articolo da noi recentemente pubblicato, contenente alcune sue dichiarazioni estrapolate da un post su Facebook, ed inerente la sua posizione sul referendum costituzionale del prossimo autunno (LEGGI QUI). “Tutto è capitato in concomitanza con la tragedia del terremoto nel reatino e in quel momento ho preferito tacere per rispetto delle vittime e di coloro che in pochi minuti hanno perso tutto e ai quali va tutta la mia solidarietà” ha premesso la giovane esponente politica genzanese. “Tuttavia – ha aggiunto subito dopo, articolando il suo pensiero – penso sia opportuno rispondere, o quantomeno condividere una riflessione rispetto a quanto pubblicato. Capisco che la coerenza faccia scalpore, specie nel periodo estivo quando lo stile giornalistico che va per la maggiore è il gossip, ma ritenerla una virtù praticata a “dispetto” di qualcuno significa oltraggiare il concetto stesso di virtù a beneficio del pettegolezzo. Ho da sempre grande stima per la vostra testata che, con grande puntualità e capacità, fornisce quotidianamente informazioni ai cittadini del territorio dei Castelli Romani, anche sfidando le difficoltà in cui si trovano ad operare professionisti della comunicazione giornalistica. C’è però un limite molto sottile ultimamente, nell’epoca in cui si tende a personalizzare tutto (proprio come fanno molti politici di professione, Renzi in prima linea), tra la cronaca politica e la cosiddetta cronaca rosa a cui peraltro aspirano in molti facendo del “purché se ne parli” il precetto della divinità Apparire! Chi ama far politica, così come ci insegna Alfredo Reichlin, è opportuno che creda in se stesso, tuttavia lo stesso Reichlin sottolinea come sia opportuno avere una dedizione al bene comune e mi sembra che la storia dell’ultimo ventennio (con la cultura dell’uomo solo al comando e della personalizzazione del potere, che non ha fatto altro che allargare la forbice della disuguaglianza) gli dia ampiamente ragione, basta prendere atto di una economia lacerata dalla sperequazione economica per cui i ricchi diventano sempre più ricchi, mentre abbiamo 11 milioni di persone che non accedono alle cure perché vivono sotto la soglia minima della povertà; e sfido chiunque a negare che tutto questo sia il frutto di una cultura che non riuscendo a rendere forte ciò che era giusto ha reso giusto ciò che era forte! E proprio il tema della giustizia come quello dell’uguaglianza, un tempo punti cardine dell’azione politica e di governo della sinistra, sembrano allontanarsi come il sole quando lo si rincorre soprattutto nei dibattiti politici interni ed esterni al Partito Democratico. Non è mica un caso che Marchionne voterà sì al referendum! E per non farla troppo lunga (magari mi farete un’intervista pubblica per sapere il perché il PD è un partito nel quale non mi riconosco più!), proprio sul tema del referendum al quale io, come molti altri, voterò convintamente no, si evidenzia la mancanza di pluralità all’interno del Partito Democratico: in direzione nazionale viene bocciata la mozione Speranza-Cuperlo che chiedeva di “dare cittadinanza a coloro che votano no”; in direzione regionale un noto senatore della provincia di Roma dice che la classe dirigente si dovrà selezionare tra coloro che voteranno sì; a Genzano, durante la festa, sul tema interverranno soltanto i sostenitori del sì. Allora vi chiedo, il dispetto chi lo fa a chi? Qual è lo spazio per la discussione, per il dibattito su un tema così importante? Alla festa nazionale di Sinistra Italiana è stato invitato Matteo Orfini che si confronterà con Luigi De Magistris e Alfredo D’Attorre proprio sulle diverse posizione rispetto alla riforma costituzionale, possibile che nel PD non ci sia margine di confronto? Eppure non avrebbero dovuto invitare un dirigente politico di un altro partito, perché c’è una frangia, quella di “a sinistra nel PD” che voterà no! Ma non è di moda, nel partito di Renzi (perché nonostante le fatiche di Bersani per evitarne la personalizzazione, di questo si tratta), dibattere sui contenuti e trovare una sintesi che abbia come fine ultimo il cittadino; per questo la mia battaglia per il NO non è un dispetto a qualcuno, bensì un atto convinto per la salvaguardia dei diritti dei cittadini garantiti dalla prima parte della Costituzione che, votando sì, si rischia di eliminare a vantaggio di un accentramento di potere nelle mani del premier che si garantisce la maggioranza assoluta della Camera attraverso la nomina da parte dei partiti della maggior parte dei deputati. Non abolendo il Senato, ma semplicemente togliendo il potere ai cittadini di eleggerne i membri, si riduce l’autonomia delle regioni e dei territori in quanto non sono previsti dei contrappesi efficaci al potere dell’esecutivo, proprio come avviene nel presidenzialismo. Allora, la logica della rottamazione che si è tradotta nella completa rottamazione del partito (i circoli sono vuoti, i tesserati non esistono più anche perché non esistono le tessere e i risultati delle amministrative mi sembrano chiare), non deve tradursi nella rottamazione della storia, già abbastanza vilipesa dall’abolizione dell’articolo 18, e soprattutto non deve generare il mostro di un premierato assoluto senza eguali in tutte le democrazie occidentali. Per questi più evidenti motivi, ma per molti altri che mi impegnerò a rendere noti – ha concluso Maura Pisciarelli rivolgendosi a ‘Castelli Notizie’ – sono già impegnata nella costruzione dei comitati del No nella provincia di Roma, nel Lazio e sul territorio nazionale, e nella costruzione di una rete di confronto con i cittadini per difendere i nostri diritti e la nostra Costituzione”.

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