CRONACA

Velletri – Dalla Corte dei Conti confermata la stangata: ex amministratori costretti a risarcire centinaia di migliaia di euro

corte dei conti
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L’articolo pubblicato dal ‘Messaggero’, a firma di Eugenia Belvedere


Nessuna novità sostanziale, solo conferme dalla sentenza della Corte dei Conti, che, come svelato dal Messaggero nelle scorse ore, ha ribadito la condanna pronunciata nel 2011 per alcuni amministratori dell’allora Giunta guidata dall’ex sindaco di Velletri, Bruno Cesaroni. Con la sentenza 473 vennero emesse specifiche condanne al pagamento delle sanzioni previste per la violazione dell’articolo 119 della Costituzione in materia di indebitamento degli enti locali per il pagamento delle spese correnti. Nella fattispecie fu accertato, e in questi giorni confermato, che nel 2004 il Comune di Velletri non avrebbe potuto far fronte diversamente ai pagamenti di svariati debiti, a causa delle gravi difficoltà finanziarie che hanno poi portato, alcuni anni dopo, al dissesto finanziario. Il tutto, era stato motivato, a causa della mancata riscossione di ingenti crediti nei confronti di soggetti pubblici e privati. La condanna della Corte dei Conti ‘colpisce’ in particolar modo proprio l’ex Primo cittadino veliterno, chiamato a risarcire la somma di 133.229.oo euro; identico epilogo per l’ex assessore al bilancio, Rolando Cugini, che si dimise pochi mesi dopo e che nella sua parabola politica è poi confluito, nel 2013, in sella al suo Movimento Popolare Veliterno, a sostegno dell’attuale Giunta Servadio, della quale è parte integrante con un assessore di riferimento, rientrante tra coloro che, pur con cifre più esigue, sarà costretta al risarcimento. Cifre più cospicue, infatti, per altri assessori dell’allora Giunta di centrodestra o di alcuni consiglieri comunali, come pure per altri personaggi in qualche modo legati alla vicenda, chiamati a risarcire per cifre che vanno da 8mila a 33mila euro. 

L’accaduto è stato più volte dibattuto e alcuni dei protagonisti hanno più volte teso a ribadire la propria buona fede, assicurando di aver agito per il bene dell’ente pubblico. In sostanza nell’impossibilità di indebitarsi ulteriormente per il pagamento delle spese correnti ci si era decisi di spingersi ad autorizzare l’allora Azienda Speciale a richiedere un’apertura di credito alla Banca di Credito Cooperativo per 14 milioni di euro. Dopo aver ottenuto il credito con un’apposita fideiussione l’ente comunale si era però impegnato a restituire la somma attraverso gli introiti da riscuotere dei numerosi crediti, ceduti quindi all’Azienda Speciale, che si sarebbe dovuta occupare del recupero coattivo dei crediti comunali. L’intera operazione era stata autorizzata dalla giunta comunale con un’apposita delibera del dicembre del 2004. Un’operazione contro la quale la Procura di Velletri ha poi aperto un’inchiesta, ritenendola compiuta in violazione delle apposite normative.

 

 

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