Cultura

In libreria ‘Il Villaggio di Gennaro’, il nuovo testo teatrale di Maria Lanciotti

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copertina-falegnameria-bianchini-ad-albano-laziale-1Liberamente ispirato a personaggi, luoghi e circostanze reali, ‘Il Villaggio di Gennaro’, testo teatrale fra dramma e commedia, fra denuncia e riflessione, racconta in un atto unico, tre scene ed epilogo, la storia di un artigiano – mosaicista e smussatore – che non rinuncia a credere alla possibilità di portare avanti, in un mondo meccanizzato e globalizzato, un discorso di qualità legato alla tradizione gloriosa del nostro Made in Italy. Poiché, questo il forte messaggio dell’opera, l’abilità e l’ingegnosità dell’artigiano non potranno mai essere sostituite da alcuna macchina. Cresciuto in un quartiere romano ricco di botteghe artigiane, Gennaro fin da ragazzo coltiva l’idea di costituire un consorzio di artigiani, sia per una concreta prospettiva occupazionale che per la salvaguardia di tutti quei mestieri tradizionali che un tempo si passavano di padre in figlio o mediante l’apprendistato presso qualificati mastri artigiani.

Nel 1991 mette la sua idea su carta, redigendo la bozza di un progetto che prevede tra l’altro un ragguardevole iniziale capitale sociale, che egli pensa di realizzare con la vendita dei suoi beni immobili, casa e bottega, e comincia il giro delle proposte ai vari enti interessati e anche a privati cittadini, ma senza alcun esito. Tutto quello che chiede Gennaro è uno spazio adeguato, pubblico o privato che sia, dove poter avviare un progetto di indiscutibile utilità sociale e culturale.

Gennaro non si arrende, la sua idea semplice e attualissima, suffragata peraltro dai vari pulpiti, continua ad essere la sua ragione di vita e il sogno che lo tiene desto di notte. Ma sarà proprio la forza del sogno che spalancherà infine prospettive e reali possibilità che stupiranno lo stesso protagonista.

Le indicazioni di regia presenti nel testo ricreano ambienti e condizioni di vita di una durezza sconcertante, addolcita dalla schietta umanità che trasuda da tutti i personaggi – dal meccanico alla assistente domiciliare, dal vucumprà al cantastorie, dai “compagni” in fase di revisione storica al prete trincerato dietro le sue dottrinali certezze – ognuno dei quali esterna a suo modo disagio e insieme desiderio di realizzazione, sia pure in maniera confusa, e all’atto pratico risponde attivamente alle negligenze del sistema. Vibranti e pungenti i dialoghi, sempre sul filo di una vivace polemica che metterà a confronto opinioni diverse ma non avverse.

Maria Lanciotti

Maria Lanciotti

Di questo testo e di questa storia colpisce in particolare il fatto che nello stesso giorno in cui è uscito il libro, nello scorso mese di aprile, il Sacro Cuore di Ciampino – ex Collegio delle Ancelle del Sacro Cuore, ex IGDO – è stato in pratica svenduto all’asta senza che l’Amministrazione Comunale, pur avendo diritto di prelazione, ne tentasse minimamente l’acquisto. Il prestigioso edificio, abbandonato da decenni, era stato immaginato dall’autrice come possibile spazio per la Cooperativa di Gennaro, che nel libro viene detta appunto Cooperativa Sacro Cuore.

E questa è la fantasia di Gennaro, descritta nell’epilogo:

“Che visione! Il Sacro Cuore ristrutturato, le botteghe artigiane in piena attività, le famiglie sistemate, viavai di gente, tutto un fermento! […] Mi sembrava di risentire la sinfonia dei mastri all’Alberone, fra scintille di forge e stridere di seghe […]il richiamo dell’arrotino e dell’ombrellaio, il chiasso dei monelli, le risate delle donne affacciate alle finestre…”

Il Villaggio di Gennaro di Maria Lanciotti – Edizioni Controluce 2016 – Collana Drammaturgia (pp. 80, euro 9)

 

 

 

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