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L’agonia di Albafor, il Tribunale di Velletri ne ha dichiarato il fallimento: in 154 senza stipendio da febbraio. Primo licenziamento

vergogna

formalba albanoAnni di denunce, processi, ritardi nei pagamenti e blocco degli stipendi, cassa integrazione, corsi sospesi per le bollette non pagate: la storia della Formalba srl, nata da Albafor spa, società partecipata con unico socio il Comune di Albano, è di nuovo ad una svolta. La sentenza di fallimento Albafor sarà depositata a breve al Tribunale di Velletri. Il Tribunale ha preso atto delle denunce, di quanto oramai ad Albano e per i Caselli Romani tutti sapevano: la società partecipata, subentrata al Centro di Formazione Professionale del Comune di Albano, è diventata negli anni un carrozzone in cui, di volta in volta, scaricare società in crisi come lo IAL CISL di Roma e costi generali spropositati. I debiti della nuova società Formalba, già nel 2014, erano di oltre 10 milioni nei confronti del fisco, dell’INPS e dei lavoratori.
La Regione Lazio, controllore e finanziatore, conosce bene la situazione. Le varie amministrazioni, di centrodestra e centrosinistra, del Comune di Albano sono ancora più coinvolte.

Il vero schiaffo in faccia è arrivato ieri con il licenziamento di Giovanni, uno dei 26 lavoratori che da settembre erano sotto provvedimento disciplinare, presunti colpevoli di aver tentato di comunicare alle istituzioni il loro disagio per il mancato pagamento degli stipendi da febbraio.
vergogna“La vecchia gestione – si legge in una apposita nota del Sindacato Generale di Base (SGB) – lascia al curatore fallimentare anche il compito di farsi restituire dal lavoratore il cartellino e una paga, non pagata, da non pagare più. Questa è il valore che danno ai lavoratori e alla loro funzione di docenti e formatori. D’altra parte quello ciò che avviene alla Formalba è simile a quasi la totalità delle società partecipate o private della formazione professionale, che lasciano a casa migliaia di lavoratori dopo averli sfruttati ben bene. Spesso gestite direttamente dai sindacati, sono state anche il terreno di scambio per le firme dei contratti e accordi degli ultimi anni, sempre al ribasso di diritti e di salari: la gestione di tipo privato, a partire dal contratto con cui vengono assunti i lavoratori, con finanziamenti pubblici è il paradiso per gli speculatori che non spendono per formare i “loro operai” e rischiano nella loro “impresa” solo i soldi altrui, i nostri.

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