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Terremoto – Nel giorno della paura tutti rilanciano la notizia (purtroppo vera) che il Vulcano laziale è tutt’altro che estinto

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vulcano-lazialeSta facendo il giro del Web, provocando ulteriore allarmismo in una giornata già di per se drammatica, in cui mentre centinaia, se non migliaia di persone si ritrovano senza più una casa, c’è chi, a centinaia di chilometri di distanza vive l’ansia di una paura, che si fa terrore, di una sciame sismico continuativo, che possa propagarsi anche altrove. Giornali nazionali, anche autorevoli, stanno allora rilanciando la notizia che il 31 luglio pubblicammo rilanciando  un’esclusiva del quotidiano telematico ‘Il Grillo’ (di Rocca di Papa), secondo la quale il Vulcano Laziale è ben lungi dall’essere estinto. Qualcuno in passato lo aveva definito “in stato comatoso”, e gli esiti di un recente studio condotto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno messo nero su bianco qualcosa di più, e cioè che il complesso vulcanico dei Colli Albani mostra chiari segni di una ripresa dell’attività, che potrebbero portare ad un nuova eruzione nel prossimo millennio. Se i tempi lunghi inducono ad una certa calma, giova sottolineare che anche da Rocca di Papa, sede di una delle 35 stazioni della rete sismica nazionale collegate con Roma, giungono preziose informazioni per il monitoraggio del nostro territorio e che oggi sono confluite in una ricerca che fa notizia. Il Museo Geofisico che si trova alla vetta dell’abitato roccheggiano, infatti, non è solo un centro espositivo. “La sede di Rocca di Papa contribuisce al monitoraggio dell’area dei Colli Albani e di tutta Italia – riferisce la direttrice del Museo roccheggiano, Giuliana D’Addezio -. Il Vulcano Laziale è continuamente sotto controllo. -. Il Vulcano Laziale è continuamente sotto controllo e sotto tutti i punti di vista. Ci sono delle aree monitorate da un punto di vista geochimico, come Marino, Morena e lungo il lago Albano, dove cioè si registrano emissioni gassose. Le stazioni sismiche sono collegate in continuo e in tempo reale per registrare tutti i movimenti del terreno in cui i sismologi riconoscono eventuali segnali sismici, che servono poi per determinare la localizzazione e la magnitudo dei terremoti. Altri strumenti, detti clinometri, verificano se ci sono dei cambiamenti di tendenza del terreno dovuti a rigonfiamenti sottostanti. Un progetto nato in collaborazione con l’Esa permette inoltre di effettuare rilevamenti via satellite, per verificare sia i movimenti verticali che, addirittura, le emissioni gassose” (…)

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