POLITICA

Referendum, a Lariano Fratelli d’Italia ha spiegato le ragioni del ‘No’. Righini: ‘Salviamo democrazia e libertà’

Righini Ciccotti Caschera

L'intervento di Marco Silvestronidi Daniel Lestini

E’ un appello al ‘No’, incondizionato, ma ragionato e motivato, quello che è arrivato nella mattina di sabato da Lariano, dove sono convenuti gli stati generali di Fratelli d’Italia, ospitati dalla sezione locale del partito della Meloni, e rappresentati al meglio dal capogruppo regionale, Giancarlo Righini, nonché dal consigliere metropolitano, e coordinatore della provincia di Roma, Marco Silvestroni. Sulla bilancia, che senza fatica pendeva verso destra, a dar peso e sostanza al ‘No’, il quesito referendario del 4 dicembre, il giorno in cui gli italiani saranno chiamati a dire la loro nel Referendum confermativo, dove un ‘Si’ equivarrà al via libera alla Riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi, e un ‘No’ servirà invece a rispedirla al mittente, magari sperando che una nuova Riforma, più concertata e ragionata, possa essere tirata dal cilindro  in futuro, magari con la complicità di una maggioranza più nutrita.

pubblico presentePresso la Sala Eventi dell’Antica Osteria del Fattore, in piazza Santa Eurosia, in una platea impreziosita dai consiglieri comunali Gianluca Casagrande Raffi e Paolo Ficcardi, nonchè da Sergio Ferrazzano (portavoce Fdi Velletri), Tony Bruognolo (coordinare Fdi Velletri) ed Ilaria Neri (dirigente Fdi Lariano) è toccato al capogruppo comunale di Lariano, Claudio Crocetta, e al consigliere comunale Fabrizio D’Albenzo, fare gli onori di casa, dando il là al dibattito, impreziosito dagli interventi degli avvocati Patrizia Ciccotti e Lara Caschera. Proprio Claudio Crocetta ha messo in guardia i larianesi dal “raggiro di un Referendum che promette tanto ma dà davvero poco, visto che dietro lo spot di un presunto risparmio si mina la democrazia e lo si fa con una riforma fittizia, che priva i cittadini della possibilità di scegliere i propri rappresentanti ed appesantisce oltremodo  gli impegni di Sindaci e consiglieri regionali, già oberati di lavoro”.

Giancarlo Righini tra le avvocatesse Ciccotti e Caschera

Giancarlo Righini tra le avvocatesse Ciccotti e Caschera

Al solito diretto e pragmatico Marco Silvestroni, che ha fatto appello ad uno sforzo collettivo per salvaguardare la libertà di tutti. “Una battaglia per la libertà del popolo italiano e per la difesa della nostra storia” ha aggiunto il portavoce provinciale di Fdi, prima di etichettare quanto partorito dal Governo dell’ex sindaco di Firenze una “Deforma” e, addirittura, una “Schiforma”. “Visto che tutti quelli che fanno parte dell’establishment internazionale sono favorevoli al ‘Si’ – ha aggiunto – questo conferma ed avvalora, una volta di più, come questa riforma vada a favore delle grandi lobby internazionali, ed è stata votata da un Parlamento che la Corte Costituzionale ha reso illegittimo, con un presidente del consiglio non votato da nessuno”.
Appassionati ed appassionanti gli interventi delle due legali presenti. Ha esordito l’avvocato Patrizia Ciccotti, che ha rammentato ai presenti come la Riforma sia stata approvata muovendo sui binari governativi e non parlamentari, come sarebbe invece dovuto accadere. “Questo Referendum – ha premesso – allo stato dei fatti non doveva neppure esistere, essendo stato generato  su un presupposto sbagliato di legittimità costituzionale. Così facendo Renzi ha tolto rigidità alla Costituzione, che è quella che più ci tutela, finendo per allinearla ad una legge ordinaria, cosa di per se gravissima. Non può neppure sottacersi – ha aggiunto e concluso l’avvocato Ciccotti – che il quesito è del tutto confusionario e mette insieme aspetti poco chiari, tutti però orientati a far si che la risposta tenda ad essere “Si”, almeno per chi vi si approcci in modo superficiale”.

L'intervento dell'avvocatessa Caschera

L’intervento dell’avvocatessa Caschera

Concetti ripresi ed avvalorati dall’avvocato Lara Caschera, che ha premesso di essersi avvicinata al quesito referendario con distacco, allo scopo di cercare di farsi un’idea senza alcun condizionamento di sorta. “Ne ho evinto – ha premesso – che hanno fatto un autentico pastrocchio, solo per raggiungere risparmi irrisori e, aggiungerei, ipocriti. Credo molto nella democrazia – ha aggiunto – e la nostra Costituzione è stata varata proprio per ottemperare tutti gli interessi in gioco, mantenendo un equilibrio tra poteri. Certo qualche accorgimento servirebbe anche, ma bisognerebbe agire sui costi della politica e non sui costi della democrazia, come invece è avvenuto. E’ bene non sottacere – ha ribadito – che si tratta di una riforma non legittima, prodotta da un Parlamento eletto da una riforma elettorale, il ‘Porcellum’, definita incostituzionale. Per giunta hanno parlato di semplificazione – ha aggiunto l’avvocatessa -, ma in molti casi sarà vero il contrario”.  Caschera ha quindi messo in evidenza come con la Riforma “lo Stato diventerebbe legislatore quasi in esclusivo, andando contro il principio delle autonomie locali, e così facendo si entrerebbe in un ginepraio normativo che culminerebbe in un attentato gravissimo alle garanzie istituzionali. Di fronte ad un’accentuazione dei conflitti di competenza tra Stato e Regioni – ha concluso – il sospetto è che questa riforma sia stata fatta da persone che non conoscono la storia e hanno agito a colpi di spot, svuotando le specificità locali della loro autonomia legislativa, ponendosi in contrasto con l’attuale forma costituzionale”.

L'intervento di Giancarlo Righin

L’intervento di Giancarlo Righini

Lungo e coinvolgente l’intervento di Giancarlo Righini, che la materia ha dimostrato di essersela studiata in maniera approfondita e che sin dalle prime analisi non ha avuto alcun dubbio nell’augurarsi, come ha dichiarato in premessa, “che questa ipotesi di riforma costituzionale non veda mai la luce”. Il capogruppo regionale ha evidenziato come “quasi ogni costituente sta chiedendo di organizzare degli incontri coi cittadini. Quel che appare evidente, in queste settimane, è come il Governo si stia approcciando al tutto in maniera schizofrenica. Sorrido – ha dichiarato – di fronte a chi sbandiera i tagli dei costi della politica come motivazione per votare ‘Si’, quando è chiaro a chi abbia voglia di saperne di più, che la Ragioneria generale dello Stato ha certificato che il risparmio conseguente è di ‘appena’ 58 milioni di euro, ovvero una goccia nell’oceano della spesa pubblica, assolutamente irrilevante, al cospetto di un referendum che costa ben 500 milioni. Visto che sono così sensibili a questi dati sarebbe sufficiente che Renzi rinunciasse al suo aereo di Stato, che ci costa 76 milioni annui”.

“Quel che è parimenti inaccettabile – ha aggiunto Righini, allargando il tiro -, è che si pretenda di riformare ben 37 dei 139 articoli della Costituzione con un’iniziativa governativa. Oltre alla forma, che lascia a desiderare, contestiamo anche il merito: a chi sostiene che così si supera il bicameralismo perfetto rammento che l’88% delle leggi non ha necessitato del terzo passaggio dopo il ‘dialogo’ tra Camera e Senato. Ma, soprattutto, è un falso che verrà superato il bicameralismo, visto che il procedimento legislativo finirà anzi per complicarsi  e rallentarsi, ed è per questo che costituzionalisti di rango hanno definito tutto questo come ridicolo”. 

Righini ha poi “smascherato chi sostiene che il Senato verrà eliminato: niente di più mendace, tanto più se si considera che il 90% dei costi del Senato della Repubblica è determinato da altre voci e non dai parlamentari. Qualcuno – ha messo in guardia l’esponente meloniano – farebbe bene a considerare anche i costi di trasferta e soggiorno di quei sindaci e consiglieri regionali che dovranno arrivare nella Capitale, partendo magari dal Friuli Venezia Giulia”.

Altro che snellezza procedurale, se, per dirla proprio come Righini, ‘togliere’ ad una maggioranza come quella regionale, “i 5 degli 8 consiglieri che il Lazio renderebbe al Senato, metterebbe a rischio i lavori consiliari, facendo saltare approvazione di leggi importanti che richiedono una presenza costante, anche consiliare, con una serie di ripercussioni incalcolabili, a conferma di una Riforma – ha dichiarato Giancarlo Righini – che ci porterebbe verso un baratro senza fine, che ha come unico obiettivo quello dell’uomo solo al comando, tanto caro a Matteo Renzi, fautore di una riforma che vanifica e cancella le prerogative dell’opposizione, eliminando persino i contrappesi istituzionali”. Non un azzardo, per l’esponente di Fratelli d’Italia, spingersi a sostenere che “è addirittura a rischio la democrazia del nostro Paese. Quanto ha già partorito e sta partorendo questa finta democrazia è che già non si vota più per le Provinciali e non si voterebbe più anche per il Senato” ha ribadito Righini, che in merito all’endorsement  dei Paesi esteri ha evidenziato che “mai era accaduto che si intromettessero così e il fatto che figure come Obama e la Merkel voterebbero ‘Si’ dovrebbe insospettire, e non poco, gli italiani, visto che una tale eventualità servirebbe a tenere in vita il loro ‘fantoccio’, che è la loro garanzia per la tutela e la salvaguardia delle oligarchie e dei poteri forti. Ci aspetta una battaglia per la libertà ed è per questo – ha concluso il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia – che esorto tutti a non abboccare ad una pseudo riforma che ha come unico obiettivo quello di sottrarre lo spazio di democrazia”.