Tutti sapevano che avrebbe vinto il NO, ma non certo in queste proporzioni (58% contro 42%). Dall’analisi dei dati emerge la forte partecipazione al voto referendario dei cittadini che scelgono di non votare alle elezioni, perché non si riconoscono in quest’idea della democrazia ristretta a “pochi”, ristretta a due schieramenti (centrosinistra e centrodestra), con la variante del voto qualunquista (5 stelle). Questa maggioranza silenziosa del Paese ha rappresentato l’ago della bilancia in questo referendum, dicendo NO ad una riforma costituzionale che rischiava di essere ancora di più “esclusiva”. Con il referendum gli italiani hanno bocciato un modello di democrazia all’americana in cui una minoranza dei cittadini va a votare scegliendo tra due lobby di potere (democratici e repubblicani negli USA, centrosinistra e centrodestra in Italia). Il giornale “L’Espresso” aveva, inoltre, evidenziato nei giorni scorsi che i giovani avrebbero votato in massa per il NO, perché non rappresentati da questo governo, sfruttati dalla riforma del “Jobs Act” con i voucher (il “lavoro ad ore” legalizzato) e schiavizzati con la riforma della scuola che li obbliga al lavoro gratuito anche per 400 ore nei Mc Donald’s.
Il Partito Comunista dei Castelli Romani continuerà la sua lotta contro il governo dei “pochi”, per affermare un’altra idea di democrazia e di rappresentanza, per difendere la dignità dello studio e del lavoro, per fare interamente applicare la Costituzione nata dalla Resistenza.
Referendum – Il ‘No’ è in netto vantaggio (60% a 40%): alta l’affluenza al voto nei Castelli