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FLASH – Il 2016 un anno funesto: le parole impallidiscono di fronte alle stragi di bambini

anno funesto

Flash

di Maria Lanciotti

Anno 2016, bisesto funesto, ha ormai le ore contate. In 366 giorni se ne sono viste troppe per poterle raccontare. Nell’Anno della Misericordia, la Pietà sembra essere scomparsa dalla terra. La domanda è sempre la stessa, e ancora nessuna risposta plausibile. Perché tanto orrore e dolore? Perché l’uomo si accanisce sull’uomo con sempre maggiore livore? Perché vede nel suo simile, nel suo stesso fratello, il suo peggiore nemico? Forse si dovrebbe azzerare la storia così come autorevolmente viene proposta, iniziata con un peccato di superbia e un castigo senza fine, il primo sanguinoso fratricidio e la diaspora interminabile. E ripartire da zero. Dal fatto puro e semplice che l’animo umano è insondabile al pari dell’universo e che nessuno conosce se stesso al punto di poter conoscere l’altro. Per non sentirlo alieno. E che alla nascita siamo tutti nudi e segnati dallo stesso destino: venire al mondo è un mistero che ci accompagna oltre la fine. E forse si potrebbe uscire dalla maledizione ancestrale per sondare altre vie, altro modo di rapportarci a noi stessi e agli altri. Altro modo di concepire il prodigio della vita e il senso dell’esistenza.

Le parole impallidiscono di fronte all’indicibile. I Bambini. Dalla biblica strage si è passati alle stragi quotidiane, alla ferocia fine a se stessa, senza fremiti e sgomento. Senza repellenza. Bambini come birilli da sbocciare con un colpo maestro. Bambini da falciare come grano verde. Bambini da affamare, avvelenare, smembrare, ricomporre per farsene scudo. Bambini che sorridono appena vedono volare una mosca che appare loro come una farfalla fra i campi minati o sotto i bombardamenti. Bambini con i piedi scalzi lacerati e l’innocenza martoriata.

Bambini che non fanno domande, loro non sanno come va il mondo, solo i grandi lo sanno, loro pensano. Sbagliando di grosso.

Perdono, bambini.