POLITICA

Genzano – Gino Cesaroni nei ricordi di Bruno Romagnoli: ‘Seppe essere il Sindaco di tutti, guardando sempre ai bisogni dei più deboli’

Un più giovane Bruno Romagnoli insieme all'allora sindaco Cesaroni

 

Un giovane Bruno Romagnoli insieme all’allora sindaco Cesaroni in una ‘trasferta’ a Stoccarda, nel 1996, un anno prima del tragico decesso del sindaco tanto amato

Se sul sito del Comune di Genzano di Roma non vi è stata traccia dell’anniversario della scomparsa di Gino Cesaroni, il compianto sindaco genzanese, in carica per 28 lunghi anni, dal 1969 al giorno della morte, avvenuta il 16 gennaio del ’97 per i postumi di un incidente tra l’Ardeatina e la Nettunense, non meglio è andata sulla Pagina Facebook ufficiale del Comune, dove si è preferito rilanciare l’emergenza gelo e l’allerta meteo, nonchè le modalità con le quali segnalare i guasti idrici all’Acea, più che ricordare colui che, più di tutti, ha rappresentato la vita istituzionale del Comune castellano dal dopoguerra ad oggi. Una dimenticanza singolare, dopo che il suo nome era riecheggiato più volte in campagna elettorale, per bocca della senatrice pentastellata Elena Fattori prima, e del neoeletto sindaco, Daniele Lorenzon, poi, che tra le prime battute da Primo cittadino non mancò di citare Gino Cesaroni. 

Anche a sinistra, d’altronde, non è andata molto meglio, almeno tra coloro che sono ancora in qualche modo legati alla vita politica cittadina. Tra le eccezioni quella di Bruno Romagnoli, che non ha mancato di celebrare con un suo ricordo l’anniversario dalla scomparsa di quello che per tantissimi è il compianto Sindaco di Genzano, come testimoniato dai numerosi messaggi che sui social hanno accompagnato le condivisioni del nostro articolo, nel quale abbiamo riproposto le dichiarazioni del figlio Franco, ospite della nostra redazione nella scorsa primavera (LEGGI QUI).  

A ricordarlo, prima di tutti, e più di tutti, sono stati gli ex assessori Patrizia Mancini e Bruno Romagnoli. Proprio con Romagnoli abbiamo approfondito il tutto, tracciando un ricordo di un uomo di cui ancora oggi conserva un ricordo indelebile ed una stima intatta. L’ex assessore al bilancio, che condivise diverse pagine di gestione amministrativa e vita politica col compianto Primo cittadino di Genzano, ha svelato come l’associazione  culturale “Genzano Democratica”, partendo dal ruolo che ha avuto Gino Cesaroni nella sua lunga e importante esperienza politica, parlamentare e amministrativa, nelle prossime settimane realizzerà un evento, in via di preparazione, in sua memoria. “Lo scopo – ha svelato Bruno Romagnoli – è quello di fornire, soprattutto ai giovani, di Genzano e dei Castelli Romani, un esempio di come sia possibile, oggi, sviluppare un senso civico e sociale, finalizzato ad un futuro in cui integrazione e coesione rappresentino le condizioni fondanti per progredire, riannodando al presente e al futuro i fili della storia sociale di Genzano”. L’evento, che si terrà con tutta probabilità a cavallo tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, sarà arricchito da una mostra fotografica e didascalica, con documenti circostanziati e testimonianze. Non mancheranno gli interventi di chi lo ha conosciuto ed è presumibile che vi saranno apporti anche esterni alla Città dell’Infiorata. Tra gli invitati anche il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, suo grande amico. 

“Genzano ha avuto due grandi Sindaci” ha poi aggiunto Bruno Romagnoli dopo l’invito a tracciare un ricordo di Gino Cesaroni. “Il primo grande Sindaco – ha aggiunto – è stato Ercole De Santis, che ha governato per 20 anni la città, e il secondo, che ne ha raccolto il testimone, e continuato l’azione di governo della sinistra di Genzano, è stato proprio lui, Gino Cesaroni. Mentre De Santis ha provveduto a guidare la ricostruzione economico ed urbanistica di Genzano, Cesaroni ha sviluppato e gestito amministrativamente tutte le grandi programmazioni fatte sino al ’69. E’ stato un uomo che ha saputo coniugare le opportunità provenienti dalla programmazione nazionale con le possibilità applicative in ambito locale. Fu uno dei padri della riforma della finanza locale, e come parlamentare partecipò anche a tutte le riforme che dalla fine degli anni ’60 il Parlamento ha prodotto. A cominciare dal 1969, anno in cui sostituì De Santis, ha avuto la capacità di gestire un Piano Regolatore Generale che ha disegnato la città, anche nei 30 anni successivi. Alcuni dimenticano che è stato anche il Commissario degli Ospedali Riuniti di Roma, provvedendo alla riforma sanitaria 833. Nella sua attività politica ha partecipato attivamente con l’Anci e col Cnel a tutte le leggi di riforma degli enti locali a partire dal 1980 in poi. Gino Cesaroni è stato l’amministratore che non ha mai mancato di ispirarsi concretamente ai suoi riferimenti valoriali ed ideali, dalla sinistra al lavoro, passando per le fasce più deboli della società, senza mai concepire la logica dell’uomo solo al comando, ma quella del sindaco di tutti, capace di saper garantire un ruolo di guida anche all’interno del suo partito, il Pci prima e il Pds poi. Come delegato nazionale al congresso di Rimini, nel 1991, è stato infatti uno dei co-fondatori del Partito Democratico della Sinistra, così come è stato delegato al congresso europeo dei sindaci di sinistra d’europa, che si tenne a Bologna, nel 1995, dopo partecipò, unico a farlo, con l’allora sindaco di Roma, Francesco Rutelli”.

Romagnoli non ha poi mancato di rimarcare l’insegnamento lasciato in dote dal Sindaco di Genzano per antonomasia: “Ha saputo esaltare la capacità di essere il sindaco di tutti,  partendo dalle aspirazioni più vere della cittadinanza, mettendo in primo piano l’esigenza di rafforzare i ceti più deboli, in quanto, e ne era fermamente convinto, solo attraverso questa azione riteneva possibile determinare condizioni di sviluppo per tutta la città. Amava ripetere spesso che “se ci sono pochi ricchi è evidente che ci sono molti poveri”, e il suo ragionamento, si badi bene, non era contro i ricchi, ma tutto proteso al riscatto e alla emancipazione dei poveri. Un sindaco – ha concluso Bruno Romagnoli – che non ha mai preteso che gli si riconoscesse autorevolezza, ma proprio per questo tutta la cittadinanza lo stimava e riteneva profondamente autorevole”.

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