Cultura

A Velletri la Cultura ‘scoppia’: Leoni e Pennacchi attaccano sulla Fondazione e il ritiro della delega alla Usai

Pennacchi Usai Leoni Servadio

di Daniel Lestini

“I tempi passano, le lotte restano. Oggi più di prima Cultura Bene Comune!”. E’ questa la frase con la quale il capogruppo consiliare di ‘Sinistra per Velletri’, il giovane Stefano Pennacchi, ha ricondiviso dal suo profilo Facebook un post dello scorso anno, quando pubblicò la foto che ritraeva uno striscione che sintetizzava la posizione circa  il dibattito allora in essere sulla creazione di una Fondazione cui demandare la gestione della cultura cittadina. Un progetto poi culminato proprio in queste settimane nella presentazione presso la Casa delle Culture e della Musica della Fondazione stessa, che ha come soci il Comune di Velletri, la Banca Popolare del Lazio e la Clinica Madonna delle Grazie.

L’intervento del Sindaco Fausto Servadio alla presentazione della Fondazione, al fianco di Claudio Maria Micheli e Vera Dani

Non un  mistero che Pennacchi abbia sempre osteggiato tale progetto, così come tutta l’aggregazione che compone ‘Sinistra per Velletri’, in favore dell’Istituzione comunale. Nonostante la sua contrarietà il consigliere di ‘Spv’ non ha mancato di partecipare all’inaugurazione, finendo però col trovare altri elementi in grado di alimentare ancor di più la sua contrarietà. “Nella nostra cara Velletri – aveva premesso – nominiamo maxi-direttori artistici per ‘gestire’ i salotti buoni della cultura, mentre svuotiamo l’assessorato di riferimento e chiudiamo il Centro Universitario Veliterno. Insomma questa ‘Grande Fondazione’ – aveva aggiunto Pennacchi – penserà al futuro culturale cittadino, ma  io rimango ancor più perplesso perché con l’Istituzione comunale si potevano fare le stesse iniziative, articolando più professionalità”.

STEFANO PENNACCHI

“La Storia insegna ma non ha scolari” ha poi aggiunto Stefano Pennacchi, prima di commentare anche la decisione del sindaco, Fausto Servadio, di ritirare la delega alla cultura all’ormai ex assessore Ilaria Usai: “Resto perplesso perché comunque la Usai ha provato, senza mezzi e senza soldi, a portare avanti una politica culturale probabilmente non conforme a disegni più cari, come quello della Fondazione, presentata proprio in coincidenza con l’appena successivo ritiro delle deleghe”.

Oltre ai tanti cittadini che hanno preso d’assalto i social per testimoniare il proprio disappunto per la scelta, lodando l’operato della giovane assessora e stigmatizzando la scelta dei vertici comunali, contrarietà è stata espressa anche dal consigliere di maggioranza, Roberto Leoni, che ha commentato stizzito: “Chi l’ha detto che per fare cultura a Velletri occorreva necessariamente ‘fare’ una Fondazione?”. Qualcuno nel suo partito, risponderemmo maliziosamente noi, visto che proprio dal Partito Democratico è stata concepita la scelta che ha però creato svariati dissapori anche in altri membri di spicco del gruppo democratico. Leoni, ad onor di cronaca, non aveva comunque preso parte al consiglio comunale che ha dato il via libera alla delibera. Il perchè lo ha svelato lui stesso: “Il mio dissenso è con le scelte del Sindaco e dell’amministrazione per una mossa che non ho condiviso e non condivido ed è per questo che non ho partecipato”.

Roberto Leoni

Dove Leoni è andato ancor più a fondo, in un vero e proprio muro contro muro con le scelte dei vertici comunali e, a quanto pare, persino del suo partito, è nel commentare il ritiro delle deleghe alla cultura, che Ilaria Usai aveva ereditato da Emanuela Treggiari. Una scelta che non è andata giù all’ex consigliere metropolitano, visto e considerato che Usai faceva parte della sua corrente e lui, più di tanti altri, aveva saputo apprezzarne quelle doti poi riconosciute anche da tanti cittadini. “Al segretario del mio partito (Gianfranco Cestrilli, ndr), che è intervenuto in rete, consiglio di leggersi il galateo della Politica, quello delle regole non scritte, che sa di consuetudine e buon senso, e di farsi spiegare come un partito si dovrebbe comportare e rapportare con la “Sua” amministrazione e con il “Suo” Sindaco, nel rispetto dei ruoli e delle funzioni, ma soprattutto a tutela e negli interessi della comunità che politicamente rappresenta (o ha l’ambizione di rappresentare). Nella vita – ha aggiunto – c’è sempre da imparare”. Proprio in queste ore, tuttavia, Leoni è andato oltre, commentando le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco proprio alla nostra testata (LEGGI QUI): “Ero convinto – ha evidenziato Roberto Leoni – che l’incarico di Assessore fosse di tipo politico istituzionale e fiduciario del Sindaco e non di dipendenza. L’Assessore non timbra il cartellino come in un’azienda e la sua presenza è al servizio dei cittadini per riceverli e ascoltarli. La valutazione, semmai dovesse essere fatta, dovrebbe essere fatta sul gradimento dell’attività e sulla produzione politica del lavoro…”.

Pari contrarietà è stata espressa da Gian Luca Marinelli, consigliere comunale in quota Sel durante le battute finali della prima Giunta Servadio: “Continuo a ripetere, dopo aver letto il primo articolo che riportava le parole del sindaco, che ho trovato le stesse di una violenza morale inaudita (“benchè stipendiata non dava la necessaria presenza e il necessario sostegno di cui avevo bisogno”) . Bisognerebbe ricordare a qualcuno che lo stipendio al limite lo pagano i cittadini e non lui, e visto che non si fa riferimento ad eventuali pecche nella gestione dell’assessorato il problema è solamente politico. Legittimo può essere ritirare le deleghe ma senza nascondersi dietro un dito; visto che la scelta è stata fatta a favore della gestione privata della cultura si abbia almeno il coraggio delle proprie scelte”.

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