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I trasporti dei Castelli all’anno zero. ‘Noi ci abbiamo provato’: trapela amarezza nelle parole del Comitato per il Raddoppio della Velletri-Ciampino

Castelli Romani ingorgo

Poche volte abbiamo ospitato lettere o raccolto testimonianze senza inserirle in un contesto o non farle precedere da un pur sintetico preambolo. Questa volta riteniamo che quanto segue non abbia alcun bisogno di commenti, se non di essere letto per quello che è, facendo si che ognuno, poi, faccia la sua riflessione su quanto riportato. 

“Un anno fa consideravamo un successo essere riusciti a superare i campanilismi locali, facendo firmare a tutti i sindaci dei Castelli una serie di proposte per rendere il trasporto pubblico non solo più efficiente, ma un vero e proprio driver di sviluppo per il territorio. La sconfitta elettorale del sindaco Gabbarini, principale fautore di questa visione, ha fatto sì che quelle proposte restassero lettera morta, perché in effetti le altre amministrazioni cercano di difendere lo status quo o sono alla ricerca di risultati ottenibili nel breve periodo. Su quel documento ieri abbiamo fatto una chiacchierata informale con l’assessore ai trasporti della regione Lazio, da cui è emersa una visione che non ha come priorità lo shift modale dall’auto privata al trasporto pubblico su ferro, ma semplicemente un miglioramento del comfort per chi già prende il treno.
Quindi banchine più lunghe nelle stazioni, ma non una maggiore frequenza. Secondo lui un treno in più da Velletri alle 8 non serve, perché arriverebbe troppo tardi per chi lavora a Roma. Tutti i 13 passaggi a livello non si possono togliere perché le amministrazioni comunali sono contrarie. Il sottopasso dalla stazione di Ciampino all’aeroporto per facilitare l’uso del treno e ridurre le auto non si può fare perché l’amministrazione comunale ritiene che possa incentivare il traffico aereo. Il raddoppio non è possibile perché la linea attraversa aree molto urbanizzate (mentre è possibile per le altre linee a semplice binario fino a Bracciano, Guidonia e Aprilia).
In pratica le amministrazioni comunali per non perdere il consenso di quattro proprietari di case abusive costruite sul demanio ferroviario o di qualcuno che crede che il traffico aereo vari in funzione di un sottopasso pedonale, condannano tutti i cittadini ad avere le strade più trafficate del Lazio: l’Appia 38.000 veicoli al giorno e la Nettunense 39.000, con tutte le conseguenze sulla qualità dell’aria e la salute che ne conseguono. In Italia le morti associabili ogni anno all’inquinamento atmosferico si attestano intorno alle 21.000, di cui circa 6.400 per cancro ai polmoni, 5.800 per ictus, 8.300 per malattie cardiovascolari, una delle situazioni peggiori d’Europa.
I turisti che arrivano a Ciampino continueranno a prendere gli autobus per Roma e non potranno scegliere una sistemazione in paese o ai Castelli, perché manca un collegamento accessibile e affidabile come potrebbe essere il treno. Un servizio metropolitano con treni ogni 15 minuti non sarebbe importante solo per il turismo, ma qualsiasi impresa o professionista potrebbe scegliere una località dei Castelli come sede, se potesse essere raggiunta senza traffico e rapidamente.
La frequenza fa la differenza perché se uno non può gestire il proprio tempo come vuole e quando arriva in stazione deve aspettare il treno quasi 1 ora o non ci viene o usa l’auto. Il risultato sono meno occasioni di lavoro soprattutto per i nostri ragazzi.
Qualcuno ci ha chiesto quale sia il nesso tra l’infrastruttura di trasporto e il lavoro, si può rispondere raccontando l’esperienza di un gruppo di liceali, portati in gita a Madrid 20 anni fa: alloggiavano in un grande albergo con piscina a 30 km da Madrid, ma praticamente di fronte c’era la fermata di una linea ferroviaria suburbana con treni frequenti e aperta dalle 4:30 alle 24:00, in pratica potevano uscire come se fossero in pieno centro, probabilmente senza quell’infrastruttura, quell’hotel avrebbe scelto di aprire da un’altra parte e quei posti di lavoro non sarebbero esistiti.
La responsabilità non è solo degli amministratori, ma anche nostra, non siamo riusciti a mobilitare i cittadini su una visione di sviluppo sostenibile. I pendolari cercavano risposte immediate, tipo una fermata in via dei 5 Archi sulla Roma-Napoli, altri temevano che le nostre proposte avrebbero portato a interrompere la linea per i lavori.
L’individualismo e la miopia condanna il nostro territorio ad essere periferia cementificata di Roma, precludendoci opportunità occupazionali e di sviluppo sostenibile.
Ringraziamo chi ha sostenuto le nostre proposte, possiamo dire che almeno ci abbiamo provato.
Un saluto

1trenogni15minuti sulla Roma-Velletri

Comitato per il raddoppio della Velletri-Ciampino