RIFLETTIAMOCI SU
di Maria Lanciotti
La recente costituzione della ‘Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura della Città di Velletri’– che non tutti ha messo d’accordo ma piuttosto in palese disaccordo, causando notevoli spaccature – presenta aspetti tutti da esperire in un clima non certo sereno, ma certamente fiducioso nella comune volontà di tutte le forze in campo di volgere al meglio una situazione che per certi versi appare improbabile oltre che improponibile. E comunque la Fondazione – con la compartecipazione del Comune, della Banca Popolare del Lazio e della Clinica Madonna delle Grazie – dovrà dar conto entro il prossimo triennio della sana gestione degli spazi, tra cui anche il Teatro Artemisio ‘Gian Maria Volontè’, e del complesso delle attività previste nel più che ambizioso programma, sperando che non resti disatteso il suo scopo istituzionale: “… valorizzare, promuovere, gestire e finanziare attività e iniziative culturali oltre ad attività collaterali, atte a favorire la crescita culturale”. Inoltre “anche in collaborazione con altri soggetti pubblici o privati” la Fondazione si dice chiamata a “promuovere specifiche iniziative rivolte alla formazione e qualificazione professionale per le attività di propria competenza”.
“Coinvolgimento, collaborazione e coordinamento” la formula orientativa espressa dal direttore artistico della Fondazione, il Maestro Claudio Maria Micheli, una garanzia non isolata che lascia ben sperare in un proficuo coinvolgimento di tutte le realtà artistiche territoriali.
Mentre Valeriano Bottini, fondatore e presidente dell’Accademia di Alto Perfezionamento Musicale ‘Roma Castelli’, in prima battuta augura e si augura “che la città di Velletri e la sua politica, per quanto di competenza, trovino le forze, l’equilibrio e la volontà di compartecipazione nella gestione di tutti gli spazi – pubblici e privati – destinati alle attività culturali e non si penalizzino coloro che operano nel settore, a livello professionale, amatoriale, di volontariato”.