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Genzano – Anticipato sui social un bozzetto dell’Infiorata e poi rimosso. E’ polemica sull’ambiguità del regolamento

INFIORATA 2015

Che il nuovo regolamento per l’Infiorata 2017 avesse creato dei malumori, soprattutto a seguito della soppressione dell’Istituzione e l’avvio di un nuovo percorso – non da tutti pienamente condiviso -, è cosa ben nota, ma stavolta l’ammissione di responsabilità è arrivata proprio da un componente della maggioranza di governo.

La questione è saltata all’occhio quando – mentre alcuni maestri infioratori stanno assumendo posizioni sempre più critiche nei confronti delle decisioni prese, “senza concertazione”, dai vertici comunali -, su Facebook è comparsa la foto di un bozzetto scelto dalla commissione giudicatrice il 2 marzo, e che vedrà lavorare insieme ben 9 maestri infioratori in un’opera che verrà realizzata sulle scalette di via Belardi. Apriti cielo!

Le reazioni sono state immediate, perchè alcuni ‘esperti’ dell’Infiorata hanno subito fatto notare che  “vige” il divieto di pubblicare i bozzetti finché questi non siano stati resi noti dal Comune di Genzano mediante la pubblicazione del libretto dell’Infiorata. Dunque la foto diramata sui social ha sorpreso non poco. In realtà tutto si fonda su di un malinteso, o meglio, sull’ambiguità del regolamento dell’Infiorata, che in buona sostanza, almeno per il paragrafo “utilizzo delle proposte e copyright”, ricalca quello degli anni precedenti.

Come è stato fatto notare in un post all’interno della discussione che è poi nata sulla vicenda, infatti, il regolamento recita: “I Maestri Infioratori o Capopezzo non potranno pubblicizzare, con qualsiasi mezzo, le immagini dei bozzetti selezionati fino a quando non saranno resi pubblici ufficialmente da parte del Comune”. Dunque dopo la pubblicazione dei bozzetti selezionati qualcuno si è sentito libero di poter divulgare la propria opera, salvo poi rimuoverla per non alimentare nuove polemiche all’interno della categoria dei maestri infioratori.

A sottolineare l’ambiguità del regolamento in questo caso è stata, sempre sui social, la consigliera Daniela Fattori, che  ha così sentenziato: “Il regolamento è scritto male da un punto di vista semantico ahimè”.

Michela Emili