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Salute – Per i malati di Alzheimer in arrivo lo ‘Yoga della Risata’ (un nuovo approccio, non farmacologico, per gli affetti da patologie dementigene)

Alzheimer

 

Partirà dal prossimo 15 maggio il nuovo progetto dell’Associazione Amici Alzheimer Onlus inerente la sperimentazione di un nuovo approccio non farmacologico con malati affetti da patologie dementigene: lo Yoga della Risata. Un progetto pilota che inzierà dal territorio del X municipio, e che vedrà in questa prima fase il coinvolgimento del Centro Diurno “Le Betulle” all’Infernetto (Roma). Grazie alla collaborazione delle tue teacher certificate: Maria Pia Nobile e Francesca Pieri, per sei incontri, una volta a settimana, i pazienti del centro, parteciperanno a sedute di Yoga della Risata. L’importanza della Humor Therapy fù portata alla ribalta nel 2011 dalla School of Psychiatry University of New South Wales durante il National Dementia Research Forum, dimostrando come un approccio non farmacologico, potesse essere persino più efficace di alcuni farmaci somministrati per curare l’agitazione tipica di queste patologie. Lo Yoga della Risata, ideato da un medico indiano, è presente attualmente in oltre 100 stati, riesce a produrre la stessa chimica della felicità, un mix di endorfine e seretonina e quindi aumento degli ormoni del benessere. Tutto ciò, porta al rinforzamento del sistema immunitario, e ad una maggiore ossigenazione del cervello.

Durante gli incontri, i malati di alzheimer vengono stimolati e guidati in un percorso di risate calde e profonde, attraversando un viaggio di storie, aneddoti, battiti di mano e applausi. “Ad oggi, ancora non esiste al mondo, una cura per l’alzheimer” dichiara Claudia Martucci, presidente dell’Associazione Amici Alzheimer Onlus, “ per questo è estremamente importante che le terapie non farmacologiche trovino sempre più diffusione, i malati possono e devono beneficiare di entrambi gli approcci, farmacologici e non. Diverse tecniche hanno riportato effetti positivi su pazienti affetti da demenza, tra queste ricordiamo: la musicoterapia, l’onoterapia, lo shiatzu, la doll Therapy, il treno della memoria. Dobbiamo pensare che queste terapie non farmacologiche si fondano sulla preliminare valutazione delle potenzialità residue, allo scopo di sostenere e attivare le funzioni mentali non deteriorate per mantenere la massima autonomia possibile e rallentare la progressione della patologia. E’una grande sfida, una lotta contro il tempo, per questo dobbiamo mettere in campo tutte le armi per fronteggiarla al meglio”.

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