POLITICA

Genzano – Migranti, Polizia e Carabinieri presidiano il Consiglio. Ma tutto fila liscio: Papalia (Fdi) unica voce fuori dal coro nell’intesa M5S-PD sullo Sprar

consiglio genzano

di Daniel Lestini

Dopo l’intermezzo dell’assemblea pubblica nell’auditorium dell’Infiorata (LEGGI QUI), e la susseguente petizione di Fratelli d’Italia (LEGGI QUI), la questione dell’accoglienza dei migranti richiedenti asilo è arrivata nell’aula consiliare, dove a partire dalle 18.40 di martedì 13 giugno, per poco meno di un paio d’ore, il consiglio comunale si è pronunciato in merito al progetto dello Sprar (il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), sopraggiungendo, al termine di una riunione dei capigruppo, ad una decisione quasi unanime (ad opporsi il solo Fabio Papalia, ndr), finalizzata a mettere in atto tutte le procedure per avviare entro il 30 settembre un progetto ‘Sprar’, che porterà all’arrivo di 87 rifugiati, da ospitarsi proprio nel territorio del Comune castellano. Di fronte ad una nutrita cornice di pubblico, e all’iniziale richiesta del presidente del consiglio Dario D’Amico, di mantenere i toni pacati, è stata la consigliera Cristina Bernardi a rompere gli indugi e a presentare l’ordine del giorno prodotto dal proprio gruppo consiliare, e contestato dall’opposizione, che confidava nella presentazione di un progetto da parte della Giunta comunale.

Gremita l’aula consiliare

Lo Sprar come unica soluzione per superare lo spauracchio di un arrivo più massiccio di migranti, ospitati magari in un centro CAS, a gestione privata. Questo il succo del discorso della Bernardi, che ha poi fatto accenno alla clausola di salvaguardia, “che rende esenti i Comuni che vi aderiscono da ulteriori forme di accoglienza”. Cristina Bernardi ha poi ricordato i capisaldi del progetto: “Anche le forze dell’ordine sono favorevoli all’adesione – ha aggiunto la pentastellata – e noi per primi vogliamo preservare la sicurezza dei cittadini, dislocati in appartamenti privati, incentivando l’economia locale tramite buoni da spendere nel territorio, con tanto di tirocini formativi”.

La parola è poi passata a Luca Lommi, capogruppo di Articolo Uno – Movimento Democratico Progressista: “Il partito che rappresento è vicino a questi progetti – ha esordito -,  ma oggi mi trovo in difficoltà, perché mi aspettavo che l’ordine del giorno venisse presentato dalla giunta, con una bozza di bando pubblico, uno schema di convenzione ed un piano dettagliato su come si intenda procedere, quali cooperative si vogliono coinvolgere ed altri particolari cruciali. E’ infatti chiaro che non si può sbagliare il progetto, perché se fosse bocciato dalla Prefettura si andrebbe diritti verso il rischio del Cas. E’ per questo – ha concluso Lommi – che ritenevo più opportuno che si passasse prima per la Giunta e solo dopo per la Commissione e il Consiglio comunale”.

L’intervento di Fabio Papalia

Articolato e circostanziato l’intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia, Fabio Papalia, che alla fine della fiera si è rivelato l’unica voce fuori dal coro rispetto ad un’assise in cui le posizioni in merito all’accoglienza, al di là della divergenza nella forma, sono apparse sostanzialmente simili. Nel suo intervento Papalia è ripartito dai Trattati di Dublino per arrivare ad alcuni dati, come quello del migliaia di Comuni italiani che hanno aderito allo Sprar e che, in diversi casi, lamentano svariate criticità”. Dopo aver ricordato alla maggioranza pentastellata come la stessa Virginia Raggi, proprio in giornata, ha chiesto al Prefetto di limitare l’arrivo di migranti, Papalia ha ricordato l’esito dell’iniziativa di piazza, con la quale Fdi ha interpellato i cittadini e avviato la raccolta firme contro il business indiscriminato dell’accoglienza. “Abbiamo ascoltato le istanze e le preoccupazioni dei cittadini – ha premesso Papalia -, molti dei quali hanno espresso le proprie perplessità. Non è tanto preoccupante il dato degli 87 migranti in arrivo, quanto il tipo di gestione e di accoglienza che avranno. La gente lamenta già ora una scarsa percezione di sicurezza e già ora sono in tanti a non riuscire ad avere risposte in merito al bisogno di contributi sociali.  Non un caso che in appena una settimana abbiamo assistito a tre casi di cronaca, legati proprio all’emergenza sociale ed economica. Condanniamo ogni forma di razzismo – ha aggiunto il capogruppo di Fdi -, ma crediamo altresì necessario garantire un’equità sociale. La priorità era e resta quella di garantire che chi ha bisogno abbia un’adeguata copertura da parte dei servizi sociali, senza dimenticare che quello della Prefettura è una sorta di ricatto dal quale ci si può svincolare. Noi – ha aggiunto Papalia -, abbiamo una posizione non conciliante con la vostra, che si rispecchia coi  Sindaci che hanno detto ‘no’, facendo le barricate. E questo gesto crediamo sarebbe stato apprezzato anche dai cittadini in difficoltà, che chiedono lavoro e sovvenzioni, trovando invece indifferenza e porte sbarrate. E’ bene ribadire che l’integrazione è ben altro, mentre qui siamo in presenza di una finta accoglienza, che si è ben presto trasformata in un business. Trovo peraltro singolare che mentre si assiste inermi a tagli continui da parte degli Stati centrali si riescano a trovare ingenti fondi per alimentare tutta la ‘catena’. Proprio per questo – ha concluso – avremmo gradito un ‘no’ perentorio da parte dell’Amministrazione comunale di fronte ad una gestione folle del problema immigrazione a livello nazionale. Un ‘no’ che fosse implicitamente di risposta ad un Commissariato a rischio chiusura e ad una videsorveglianza non ancora attiva”. 

Michele Savini

Contrarietà solo formale quella di Michele Savini, capogruppo di AttivaMente, che ha poi sposato l’ordine del giorno congiunto, votando favorevolmente: “Dal punto di vista della forma – ha premesso – non c’è piaciuto come è stato sinora gestito l’argomento, a partire dall’assemblea convocata in fretta e furia. Si doveva passare prima per i canali istituzionali, capigruppo e consiglio. Sopratutto perché non si possono fare promesse che poi non verranno mantenente, illudendo che avrebbero deciso i cittadini. La sostanza, poi, appare addirittura peggio della forma ed è per questo che esprimo contrarietà all’ordine de giorno, che non entra nello specifico del progetto”.

Parimenti critico il capogruppo del Pd Flavio Gabbarini, che ha svelato come anche il suo partito avesse provato invano a presentare un ordine del giorno. Gabbarini ha più calcato la mano sulla necessità di “fare un bando pubblico per per scegliere l’ente attuatore, con un’esperienza quinquennale, dovendo coinvolgere figure professionali di livello, nonché tutta la rete del terzo settore cittadina, di cui andiamo necessariamente fieri”. Gabbarini ha poi evidenziato e lodato lo spirito d’accoglienza dei genzanesi che, parole sue, “negli passati sono riusciti ad inserire quasi 2000mila cittadini stranieri, a partire dai 1200 romeni e  un centinaio di albanesi. Attraverso la collaborazione di tutti i cittadini – ha aggiunto –  non ci sono stati particolari problemi, anche e soprattutto grazie al terzo settore e alle associazioni che tuttora fanno dei corsi gratuiti ai ragazzi che vengono dall’estero”.

L’intervento di Flavio Gabbarini

Li dove Gabbarini e il Pd si sono staccati nettamente da altri partiti d’opposizione, come per l’appunto Fratelli d’Italia, è stato sul fronte della sicurezza, ritenuto “un aspetto molto secondario rispetto ad altri, visto che è un problema che abbiamo tutti i giorni. Se si pone al primo punto questo – ha aggiunto l’ex Sindaco – si dà l’idea che vengano delinquenti e stupratori, mentre invece questo persone possono rappresentare un arricchimento culturale, con un reciproco scambio di idee. E’ necessario – ha aggiunto – andare oltre il pregiudizio del diverso, tanto più che nelle scuole non si ravvisano particolari problemi di inserimento. Se siamo effettivamente eredi e rappresentanti dell’accoglienza – ha concluso Gabbarini tendendo la mano alla maggioranza – non dobbiamo aver paura di metterci intorno ad un tavolo e preparare un odg più conviso, perché dare una delega in bianco alla maggioranza, senza entrare nello specifico, non ce la sentiamo. 

L’intervento di Elena Mercuri

Dai banchi dell’opposizione hanno poi preso la parola Claudio Mariani, che ha ricordato come “lo Sprar sia il sistema a minor impatto”, ed Elena Mercuri, che da buona figlia di migranti ha ribadito l’impegno a mettere in piedi percorsi e progetti specifici, di modo che anche la città possa crescere, con ricadute positive sull’intera cittadinanza”. In un successivo intervento proprio Elena Mercuri ha ribadito: “Non siamo degli sprovveduti e ci siamo incontrati più volte per discutere di tutto quanto ruota intorno allo Sprar e sappiamo benissimo che sarà una cosa impegnativa ed è per questo che intendiamo farla al meglio delle nostre possibilità. In questa sede, prima ancora del progetto, era più urgente capire se ci fosse la volontà di aderirvi, tenuto conto che portarlo già preconfezionato sarebbe stata un’imposizione calata dall’alto, quando è bene che si realizzi insieme, l’uno accanto all’altro”.

Martina Ortolani (Pd)

In un vero e proprio ping-pong consiliare, in attesa dello ‘smash’ finale, la palla è ripassata alle minoranze, attraverso la voce della consigliera piddina Martina Ortolani, che ha invitato a riflettere sul tema a prescindere dalle divisioni partitiche. La Ortolani ha quindi ribadito il problema procedurale, e criticato un’assemblea pubblica ritenuta “assolutamente fallimentare. Visto quanto sta accadendo da una anno a questa parte su tanti altri aspetti non possiamo fidarci della modalità di gestione di un progetto ancora troppo vago”.

E’ toccato quindi all’Assessore preposto,  Elisabetta Valeri, delucidare il consesso e i cittadini presenti. “Abbiamo idee molto chiare – ha esordito – su come poter ottemperare a quanto ci si chiede venga rispettato, che è poi alle base dell’accettazione del progetto SPRAR. Il soggetto attuatore – ha replicato in risposta a Gabbarini. cercheremo di mantenerlo su Genzano. Alcuni centri – ha aggiunto – vengono gestiti come bancomat per creare business sulle spalle di chi soffre. Noi ci impegniamo a gestire il progetto senza scopo di lucro, con un arrivo più contenuto e con meno rischi e più facilità di gestione. il nostro progetto prevede una vera integrazione e una dislocazione in tutto il territorio, evitando ghettizzazioni dei migranti. Quanto all’odierno passaggio consiliare – ha dichiarato Elisabetta Valari – il consiglio comunale rappresenta per noi lo strumento attraverso il quale i cittadini hanno espresso la delega della propria volontà, tanto più che presentare un progetto preconfezionato sarebbe stata una farsa, limitandosi a chiedere una ratifica per quanto già gestito”. In merito al finanziamento l’amministratrice pentastellata ha precisato che “il finanziamento non proviene dal Comune e questo esula dagli aiuti ai nostri cittadini. Il nostro impegno sarà comunque quello di sfruttare il progetto affinché vi sia un tornaconto anche per i cittadini coinvolti. E’ anche per questo che cercheremo di far lavorare le persone in difficoltà, già segnalate ai servizi sociali, cercando così di dare lavoro ai nostri cittadini, cercando di ancorare la spesa dei migranti nei negozi di Genzano. Quanto al 5% che spetta al Comune possiamo garantirlo con la forza lavoro, magari assistenti sociali o psicologi già coinvolti in altri progetti cittadini. Vorrei fosse comunque chiaro – ha concluso l’assessore Valeri – come l’arrivo dei migranti non vada inquadrato come un problema, quanto un’opportunità e un arricchimento”.

L’intervento dell’Assessore Elisabetta Valeri durante l’assemblea pubblica di fine maggio

Una volta terminati gli interventi la maggioranza pentastellata ha sposato la linea dell’opposizione, suggerita paradossalmente proprio dall’unico esponente che poi, in coerenza con quanto dichiarato, avrebbe votato ‘no’, ovvero Fabio Papalia: “Noi siamo contrari a prescindere a queste ipocrite forme di accoglienza – ha ribadito il capogruppo di Fdi – che mettono le istanze e i bisogni dei cittadini in secondo piano, piegandosi ai ricatti che arrivano dall’alto. Ma se i 5 Stelle, il Pd e Articolo 1 la pensano più o meno allo stesso modo che trovino pure una convergenza…”. Così è stato e la successiva pausa, caldeggiata anche da Marco Fermanti, ha portato i capigruppo, compreso Michele Savini, ad addivenire ad un ordine del giorno unitario, col presidente del consiglio, Dario D’Amico, che ha più di una volta ribadito che “la seduta consiliare non aveva come scopo quella di deliberare sul contenuto del progetto, quanto decidere se il consiglio avrebbe impegnato o meno la Giunta a redigere un progetto Sprar”. Con 16 voti favorevoli e il solo contrario di Fabio Papalia, si è quindi deciso di portare avanti un progetto il più possibile condiviso, col coinvolgimento delle forze politiche, delle associazioni e degli esperti del settore. Poco lavoro, se non di presidio, per Polizia, Carabinieri e gli agenti della Polizia Locale, accorsi dentro e fuori il Palazzo comunale per prevenire qualsiasi disordine. 

Genzano – Raccolta firme di Fratelli d’Italia contro ‘il business dell’accoglienza dei migranti tramite lo Sprar’

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