POLITICA

Velletri – Manca ancora il numero legale: salta il Consiglio sull’Impianto dei Rifiuti. Sdegnata l’opposizione: ‘Non vogliamo un’altra Terra dei Fuochi’

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Giorgio Greci, Andrea D’Agapiti e Dario Di Luzio

Nessuna sorpresa dall’aula consiliare di Velletri, dove secondo un malvezzo che va avanti ormai da anni, che non trova eguali in nessun altro Comune del circondario (basti pensare, ad esempio, che nella passata consiliatura Genzano non vi fece mai ricorso), è ancora una volta andata deserta la seduta consiliare in prima convocazione. Per la verità alcuni consiglieri hanno preso regolarmente il proprio posto, ma ciò non è bastato a raggiungere il numero legale, secondo una prassi ormai consolidata che, ogni volta, manda in fumo soldi pubblici, tra il personale costretto a fare il suo, le spese di cancelleria e i gettoni di presenza dei consiglieri che fanno (o meglio ci provano) il proprio dovere (un pò quanto accade da tempo anche con le commissioni consiliari). Latitanti tutti i consiglieri di maggioranza, eccezion fatta per Roberto Leoni, di Articolo 1, presentatore e cofirmatario della mozione che si sarebbe andati a discutere, finalizzata a stoppare l’iter per l’edificazione di un mega impianto per la trattazione della frazione organica dei rifiuti, progettato in zona Lazzaria. Gli altri che sono entrati in aula sono stati il capogruppo di Fratelli d’Italia, Dario Di Luzio, coi compagni di partito Antonietta Dal Borgo, Carlo Quaglia ed Andrea D’Agapiti (che da vicepresidente del consiglio comunale ha provato, invano, a fare la conta per il numero legale), ai quali si sono sommati il capogruppo di Forza Italia, Salvatore Ladaga, il capogruppo del Pdl, Gianni Cerini e il capogruppo della lista Laboratorio Idee per Velletri, Giorgio Greci. Proprio quest’ultimo ha capeggiato il corteo che ha mosso i suoi passi da piazza Cairoli per arrivare proprio in piazza Cesare Ottaviano Augusto, sulle scalinate del palazzo comunale, per un corteo che è servito a ribadire il proprio ‘no’, incondizionato, ad un impianto che va contro i voleri della Commissione Speciale sui Rifiuti, che era giunta a ben altre conclusioni. Un impianto di quelle dimensioni – ha ricordato Greci, che di quella Commissione fu presidente – nasconde ben altri interessi, ma quel tipo di interessi cozzano irrimediabilmente con quelli della cittadinanza, che si è espressa in tutte le salse contro il business dei rifiuti, congegnato in barba alla salvaguardia della salubrità delle nostre terre e del buon nome di chi in quella zona porta avanti le proprie attività agricole. Si tornerà in aula lunedì – ha concluso Greci – e certamente proseguirà la battaglia iniziata oggi. E’ in gioco il bene di Velletri e noi non arretreremo di un centimetro”.

Parimenti duro il gruppo di Fratelli d’Italia (arricchita dalla presenza del portavoce Sergio Ferrazzano e del dirigente Cristian Simonetti), che ha “condannato, nella maniera più assoluta, l’atteggiamento del tutto irrispettoso ed irresponsabile dei consiglieri della maggioranza che, con la loro assenza, hanno ancora una volta impedito il regolare svolgimento del consiglio comunale.  Non è accettabile che persone che hanno ricevuto mandato dai cittadini ad essere rappresentati nella governabilità del nostro paese agiscano in maniera menefreghista verso la Città di Velletri, verso i cittadini di Velletri (che meriterebbero governanti seri e che abbiano a cuore la nostra città ed i suoi abitanti) e non per ultimo verso quei consiglieri dell’opposizione che, se pur avendo anche altri impegni oltre la politica, non esitano mai a prendere giorni di ferie o permessi per adempiere ai propri obblighi politici”. 

Ficcante anche la reazione di “Patto Popolare Velletri” (presente con Fabio Taddei), che “ritiene arrivato il momento di dire basta a questi comportamenti, i quali, utilizzando il metodo della doppia convocazione, procurano solamente ulteriori spese non giustificabili e disfunzioni al fattore democratico. Le scelte difficili ed importanti non si debbono costruire riducendo il numero dei consiglieri votanti, ma deve essere fatto esattamente l’opposto: coinvolgere di più i cittadini, ascoltare il mondo delle associazioni, del lavoro e far votare più eletti possibili. Strano e costoso modo di fare, vero ? Chissà quali interessi si celano dietro questi comportamenti…”.

Non sono mancati gli agricoltori tra coloro che hanno espresso tutta la propria contrarietà all’impianto, giunti coi trattori alle pendici del Palazzo dove qualcuno ha preferito restare asserragliato nei propri uffici piuttosto che offrirsi al confronto consiliare confidando nell’escamotage della seconda convocazione, quando il numero legale sarà ridotto, ed anche la soglia per approvare o bocciare le delibere sarà più contenuta. ‘Non vogliamo un’altra Terra dei fuochi’, la scritta impressa sulle t-shirt di coloro che hanno messo in chiaro la propria determinazione nell’opporsi all’impianto…

Da.Le.

 

 

 

 

 

 

 

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