All’indomani delle esequie di Carmelo Ponzio, che sono state officiate presso la chiesa di San Benedetto, a Pomezia, presso la Cattedrale di San Clemente, a Velletri, si sono tenuti i funerali di Simone De Marzi, il cui destino si è irrimediabilmente intrecciato a quello del 44enne carabiniere di origini siciliane, perito con lui dopo lo schianto avvenuto sulla Cisternense nel tardo pomeriggio di mercoledì 5 luglio. In migliaia hanno gremito le navate della Cattedrale veliterna, per stringersi attorno alla famiglia di Simone, nell’ora dell’ultimo saluto.
La cerimonia funebre è stata preceduta dagli applausi col quale i resti mortali di Simone hanno calcato per l’ultima volta il campo del “Giovanni Scavo”, lì dove lui sognava di fare ancora tanti gol, crescendo nelle giovanili delle compagini veliterne (Nuova Vjs Velletri e Fortitudo le sue squadre cittadine). Struggente quell’ultimo giro sulla pista d’atletica, tra gli applausi degli amici e le note della canzone “Baila como el papu”.
Il corteo funebre si è poi spostato in Cattedrale, nel rito concelebrato dal Vescovo Vincenzo Apicella e Don Mauro De Gregoris, della parrocchia di San Paolo Apostolo, della quale Simone era uno dei fedeli. Tantissimi gli amici che hanno omaggiato l’Angelo Biondo veliterno indossando una tshirt con sovraimpresso il suo dolce viso, in una posa rassicurante, e il numero 10 sulle spalle. Alle esequie presenti anche Massimo Canini e Massimiliano Rossi, che di Simone hanno avuto la fortuna di essere stati gli allenatori, in quelle tante giornate passate ad insegnare i rudimenti di un passaggio o di un tiro in porta, sognando di festeggiare insieme una prodezza in partita, di quelle che Simone, centrocampista offensivo dallo spiccato talento, era solito dispensare.
Tra i tanti che hanno gremito la Cattedrale anche i volontari della Protezione Civile Gamma di Velletri, i primi ad accorrere sul luogo dell’incidente il giorno della tragedia. In tanti hanno cercato di lenire l’angosciante dolore di Sandro, Cinzia ed Andrea, i genitori ed il fratello del povero Simone, affiancati dalla fidanzata Melissa, stringendosi a loro in un abbraccio o cercando parole di cordoglio per dare un senso ad una tragedia troppo grande da accettare, prima che quella bara bianca venisse tumulata nel civico cimitero, dimora eterna per un giovanotto che meritava ben altro destino.
