Attualità

Italiani sotto l’ombrellone

spiaggia

Un po’ fantozziano e un po’ high-tech, l’identikit semiserio dell’italiano medio alle prese con la pausa estiva.

Siamo a luglio e chi abita ai Castelli si sa è a un tiro di schioppo dalle spiagge assolate del litorale laziale. Ma estate non vuol dire solo mare, sabbia e ombrellone, infatti c’è chi all’arsura preferisce il fresco della collina o della montagna. E chi, potendo, sposa entrambe le opzioni.

Ma come si comporta l’animale sociale italiano del centro Italia e non solo – con tutto il rispetto per la nostra specie – quando è alle prese con le tanto agognate vacanze?

Come traduce la frenesia che lo ha accompagnato per tutti quei mesi tra una riunione e l’altra? Tra una telefonata di lavoro e la routinaria corsa mattutina, un po’ fantozziana, per timbrare ogni santo giorno il cartellino?

Già che lo abbiamo citato, il Ragionier Ugo Fantozzi ci aveva dipinto proprio bene. Poi, ora che è scomparso il suo creatore, interprete assoluto dell’italiano medio, il ricordo delle sue gag torna a imprimersi in maniera ancora più incisiva nelle nostre memorie.

Ricordiamo tutti la scena della megagita in camper, o Fantozzi alle prese con i faraglioni di Capri. O, ancora, la vacanza in montagna del “Primo Tragico Frantozzi”.

Questa carrellata-omaggio al grande Paolo Villaggio da poco scomparso è l’incipit ideale per capire come sono mutate le nostre abitudini vacanziere.

Diciamolo subito: alcune cose non cambiano mai, come le località dette di punta. Capri resta intramontabile come pure Courmayeur. Ma una volta lì, una volta raggiunta la meta, quando ci si trova posizionati sulla brandina in quel metro quadro di spiaggia sotto l’ombrellone che si fa?

Certo un tuffo, un salto al bar, una svogliata girata di pagina al bestseller del momento e poi? Ieri forse l’apertura della sdraio e il posizionamento dell’ombrellone sulla spiaggia libera richiedevano per i meno aguzzi un certo ingegno e rubavano via quell’oretta prima di potersi finalmente stendere e godere in tutta pace la brezza marina, tra una spalmata di crema e l’altra scongiurando un’ustione. Oggi siamo, almeno su questo, un po’ più smart. Le seggioline stile camping si aprono in fretta e le creme a copertura totale fanno il loro dovere. Ma di nuovo, una volta lì, pacificati, riusciamo veramente a staccare?

La risposta è no, o meglio non come si faceva prima. E non perché non siamo più capaci di prenderci i nostri spazi ma semplicemente perché sono mutate le nostre abitudini. Ora la popolazione è composta, anzi, si divide in “analogici” che guardano con invidia i “nativi digitali” e che in qualche modo fanno a gara.

Oggi sotto l’ombrellone quello che non manca non è l’uncinetto o il cruciverba con la Bic, ma il tablet. Lo smartphone neanche a dirlo è scontato. Tablet la madre il figlio e il papà. Anche la nonna che è una tipa giovanile ha il tablet che gli hanno regalato i nipoti a natale. La sorpresa però è che la maggior parte delle persone, indipendentemente dall’età, sui dispositivi sceglie di giocare.

Quindi tornano evergreen i cruciverba o i sudoku, ma in versione touch, oppure il calcio, anche quello di memoria fantozziana, ma in versione tutta diversa. Perché la corsa non è al divano con il frittatone, ma on line, in tempo reale, ad esempio dal 13 al 16 luglio 2017, per rimanere sintonizzati a eventi calcistici ‘planetari’ come Star sixes: 70 brillanti stelle della storia del firmamento internazionale, all’Arena di Londra, con dodici nazioni rappresentate da leggende indimenticabili: Rivaldo, Roberto Carlos, Robert Pirès, Steven Gerrard, Michael Ballack, Fernando Morientes, Alessandro Del Piero.

E ci fermiamo qui, perché questa è l’istantanea che possiamo scattare, il resto rimane su per giù invariato, con buona pace del ragionier Ugo.