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Nube tossica, Arpa certifica: ‘Nessun rischio per la salute’. Ma Andreassi non ci sta e rilancia: ‘Una bella favola…’

andreassi eco x

Il direttore sanitario della Sezione provinciale di Roma dell’Arpa Lazio, Sergio Ceradini è stato sentito presso la commissione Ambiente capitolina. “Non c’è nessun rischio per la salute dell’uomo tra tutti gli inquinanti registrati”, ha detto Ceradini, che poi ha aggiunto: “Abbiamo riscontrato una forte immissione di diossine nella zona immediatamente circostante, ma già nel campionatore sul comune di Pomezia a 3 chilometri di distanza non abbiamo mai trovato valori elevati, mentre a ridosso dell’incendio c’erano valori molto elevati di polveri e diossine”. 

Sono dichiarazioni che dovrebbero far star sereni i tantissimi (compresi noi) che avevamo accolto con preoccupazione la nube tossisca sprigionatasi dopo l’incendio del capannone della Eco X, a Pomezia.  “Nelle zone limitrofe abbiamo effettuato più di 20 campionamenti e possiamo dire che la concentrazione dei metalli rilevati è nella norma”.

Ceradini ha spiegato che anche nelle zone del comune di Roma: “la situazione è risultata sempre nella norma”. “Per questo – ha spiegato – i cittadini possono stare assolutamente tranquilli”. Alcuni comitati avevano presentato all’Arpa dei dati allarmanti che erano il risultato dell’analisi di quattro campioni tra loro mischiati prelevati in diversi punti di un’area di meno di un chilometro quadrato. “Alcuni cittadini – ha detto il direttore dell’Arpa – hanno pagato una società e si sono fatti fare un’analisi. Allarmato dai loro dati ho mandato personale Arpa a riprendere quei campioni e li ho fatti rianalizzare. Mi sembravano preoccupanti, ma volevo confermarlo. Negli stessi punti tutti, a via fonte di Laurentina, sono stati fatti questi campionamenti, ma i valori sono risultati assolutamente nella norma”. Per quanto riguarda invece acqua potabile, amianto e possibilità di raccogliere frutta e verdura la competenza è della Asl,che verrà audita prossimamente in commissione Ambiente
Dal punto di vista operativo, il direttore dell’Arpa ha poi spiegato che “noi abbiamo svolto un’attività immediata di monitoraggio della qualità dell’aria sia con centraline fisse, utilizzando per Roma quelle di Cinecittà e Ciampino, sia campionatori mobili dedicati: nel dettaglio, ne abbiamo messo uno nella mattinata dell’incendio vicino allo stabilimento, poi un laboratorio mobile ad Albano e una stazione di campionamento a protezione della popolazione di Pomezia sul tetto della sede del Comune pometino. A seguito delle segnalazioni dei cittadini abbiamo poi effettuato anche un campionamento dei suoli e non ci sono valori elevati di agenti inquinanti”.

Non si è fatta attendere la reazione di Luca Andreassi, consigliere comunale di Albano, delegato all’ambiente, e da sempre particolarmente legato a tutto quanto riguarda il settore dello smaltimento dei rifiuti. “Aiutatemi a capire perché da solo non ce la faccio” ha esordito Andreassi, che ha ricordato come sia stata revocata l’ordinanza che prevedeva il divieto di raccolta, vendita e consumo di prodotti ortofrutticoli coltivati nonché il divieto di pascolo degli animali, anche nel raggio dei 716 metri immediatamente prossimi ad Eco X. “Questa decisione – ha premesso – è stata presa a seguito dell’esito degli accertamenti sulle matrici vegetali effettuati dall’Istituto Zooprofilattico e comunicati dalla ASL, così come riferito dal vicesindaco di Pomezia. Quindi è tutto a posto, questo mi pare di capire, e dopo tre mesi non sappiamo ancora cosa abbia bruciato, il materiale bruciato sta là, ancora là ed accessibile a chiunque, ma è tutto a posto. Credere a questa favola, bella per carità, significherebbe abdicare a tutto ciò che ho studiato negli ultimi venticinque anni di vita. Ed onestamente non me la sento. Sia chiaro. Non mi sto rivolgendo a qualcuno in particolare. Mi rivolgo a tutti i soggetti che a qualche titolo hanno una responsabilità su questa vicenda. E dico loro: – Cosa ha bruciato il 5 maggio?; – Quel cumulo enorme di rifiuti bruciati va rimosso. Va rimosso perché inquina. Inquina l’aria. Inquina il terreno. Inquina le falde; – Quali le azioni per supportare allevatori ed agricoltori della zona che hanno visto le loro attività distrutte da questo evento; – L’ultima domanda, invece, è diretta al Sindaco di Pomezia. Ho letto a più riprese le sue dichiarazioni in cui afferma che la bonifica non può avvenire senza il dissequestro del sito. Premesso che questo non è completamente vero nel senso che la Procura potrebbe autorizzare la bonifica anche sotto sequestro (come avvenne ad Albano nell’incendio di Roncigliano ad una decina di giorni dal rogo), è certamente vero che non può essere il Sindaco ad autorizzare nulla. Non ne ha l’autorità. Allora perché non chiedere ai Sindaci dei territori vicini di condividere con forza la richiesta della improrogabile necessità di avere le autorizzazioni per la bonifica del sito? Magari unendo territori, unendo più voci in rappresentanza di un maggior numero di cittadini, le istanze potrebbero diventare più incisive”.

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