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Da ‘Castelli Notizie’ buona Festa dell’Assunta a tutti (o buon Ferragosto, per chi lo preferisce)

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Anche quest’anno, mentre ci accingiamo a vivere l’epilogo dell’estate,  arriva come una potenziale oasi di spensieratezza la principale festività estiva: la Festa dell’Assunta, dai più conosciuta come Ferragosto. 

La parola Ferragosto deriva dal latino, Feriae Augusti, la festa pagana, introdotta in onore dell’imperatore romano Augusto, con cui, dal primo giorno del mese di agosto si celebrava la raccolta dei cereali.  Tale celebrazione che di solito veniva festeggiata in settembre alla fine del ciclo della stagione estiva, venne spostata dall’imperatore Augusto all’inizio del mese che porta il suo nome. Le Feriae Augusti si dipanavano tra riti collettivi e banchetti, bevute ed eccessi sessuali, a cui tutti potevano partecipare, comprese schiavi e serve. Queste festività che raggiungevano il loro picco il 15 del mese, erano così radicate che la Chiesa decise di cristianizzarle, piuttosto che provare a sradicarle.

Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l’impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro, buoi, asini e muli, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Tali antiche tradizioni rivivono oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione, durante il “Palio dell’Assunta” che si svolge a Siena il 16 agosto. La stessa denominazione “Palio” deriva dal “pallium”, il drappo di stoffa pregiata che era il consueto premio per i vincitori delle corse di cavalli nell’Antica Roma. Nell’occasione, i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia: l’usanza si radicò fortemente, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria nello Stato Pontificio.

Così, nel secolo VI, le Feriae Augusti vennero assorbite e trasformate nella celebrazione dell’Assunzione in cielo di Maria Vergine che, terminata la sua vita terrena, fu elevata alla gloria celeste con l’anima e con il corpo. E’ dunque, tra il IV e la fine del V secolo che il culto dell’Assunzione incomincia a diffondersi.

A Gerusalemme si cominciò a celebrarla all’inizio del VI secolo nella chiesa costruita da Eudossia sui Getsemani, dove si narrava che Maria fosse stata sepolta, perciò defunta. L’imperatore Maurizio ordinò che la celebrazione venisse estesa a tutto l’Impero e attorno all’anno Mille la si ritrova come ricorrenza nella quale si osserva il riposo.  Inizialmente la festa nella liturgia bizantina era denominata “Festa della Dormizione”, e riportava agli apocrifi che narrano la vita di Maria dopo l’Ascensione, la sua morte (dormitio, l’addormentarsi, il chiudere gli occhi alla vita). La Dormizione è narrata in diversi testi apocrifi, che sostanzialmente narrano la stessa vicenda. Nel 1950, dopo quattro anni di consultazioni, Pio XII lo confermò indicando che l’Assunzione è un fatto divinamente rivelato, che fonda sull’insieme delle indicazioni desunte dalla tradizione e dalle fede universale dei devoti, sicuro indice dell’intervento dello Spirito Santo.  L’Assunzione della Beata Vergine Maria in Cielo è quindi un dogma cattolico nel quale viene affermato che Maria, terminato il corso della vita terrena, fu trasferita in Paradiso, sia con l’anima che con il corpo, cioè fu assunta, accolta in cielo.

A questo proposito, erano e sono celebrate tutt’oggi, in varie località italiane, imponenti processioni religiose.  La sontuosità della ricorrenza è sentita particolarmente ed è spesso festeggiata con fuochi artificiali. Pur se svolta in tono solenne però, la festa non perde il suo carattere fortemente popolare tanto che conserva l’uso delle scampagnate e delle gite fuori porta, favorite, naturalmente, dalle condizioni ottimali del tempo estivo. 

Ad Ariccia festa grande nella Chiesa dell’Assunta, una delle più fascinose dell’intero panorama dei Castelli Romani. 

 

Il Vangelo del giorno

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta.

Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:

«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?

Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.

E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

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