POLITICA

Monte Compatri – Diatriba campo sportivo, D’Acuti: ‘Il Comune non è responsabile del mancato accordo tra due società private’

fabio d'acuti

A  seguito della polemica lanciata su Facebook dalla società sportiva Città di Montecompatri, che non avrebbe trovato posto al campo sportivo di via delle Cannetacce e dunque emigrata nella vicina Colonna, questione poi ripresa auspicando una pronta risoluzione dal consigliere del Pd Francesco Ferri, è giunta dal sindaco Fabio D’Acuti una nota in cui l’Amministrazione prende le distanze dai mancati accordi presi dalla soxcietà in questione e il gestore del campo.

“Addebitare all’amministrazione comunale il mancato accordo tra due società private significa confondere competenze e responsabilità. In merito alla gestione dell’impianto sportivo, come sindaco, posso solo verificare che il gestore della struttura rispetti la convenzione siglata nel 2015: in quelle 56 pagine, tra gli obblighi è messo nero su bianco la possibilità di accesso da parte di associazioni che riportino il nome della nostra cittadina. Da quanto mi risulta, dunque, la squadra Città di Monte Compatri non è stata cacciata dal campo di via delle Cannetacce per la stagione 2017-2018, semplicemente non è stato trovato l’accordo economico e sugli orari di utilizzo”, dichiara Fabio D’Acuti.

“Voglio ricordare che la realizzazione della nuova struttura è avvenuta grazie al coraggio di un’amministrazione, allora guidata da Marco De Carolis, che ha creduto nel project financing. Sottolineo, inoltre, che i costi a carico dell’impianto sono del gestore: dalle rate del mutuo alle bollette. Mi risulta che la squadra Città di Monte Compatri abbia pagato, per due anni, 7mila euro ogni 12 mesi per usare l’area; mentre nella convenzione citata si stabilisce una cifra massima pari a 10mila: dunque, un prezzo ben inferiore rispetto a quanto previsto”, aggiunge il primo cittadino monticiano.

“Dalle carte che ho potuto visionare – continua il sindaco D’Acuti – so che il 20 agosto era stato rilasciato anche il regolare foglio federale di disponibilità campo, fondamentale per l’iscrizione al campionato: senza questo atto, da regolamento, il team non avrebbe potuto partecipare alla stagione. Inoltre, dal gestore dell’impianto non è stato richiesto l’anticipo, come da consuetudine. La scelta di andare a Colonna è forse dettata da pressioni di natura diversa? Chiediamo al presidente di raccontare la verità, in primis per rispetto verso i suoi tesserati”.

“Resto dunque basito nella scelta di voler fare politica sullo sport, addebitando a questa amministrazione colpe che non ha, partendo da una situazione che vede protagonisti due privati. Suggerisco al consigliere di minoranza Ferri, prima di lanciarsi in accorati appelli su facebook, di fare delle opportune verifiche sui fatti. Suggerimento che inoltro anche ai suoi sodali, che tirano in ballo quanto accaduto lo scorso anno con la società di volley: presunti responsabile di settore che non sono riusciti a raggiungere il numero necessario di atleti per pagare la modica cifra di 25 euro l’ora di affitto per la palestra di Laghetto”, conclude D’Acuti.

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