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Libertà vaccinale, le testimonianze dei tanti genitori che hanno sfilato in corteo da Genzano ad Ariccia

Arrivo ad Ariccia

Il raduno dei manifestanti in piazza Frasconi, a Genzano

di Cristina Puppis

“Se c’è rischio dev’esserci libera scelta” è lo striscione che apre la camminata pacifica di genitori, bambini, giovani e nonni scesi in piazza Frasconi ieri sera per manifestare il loro dissenso contro la legge sull’obbligo vaccinale.
Nell’attesa di cominciare il percorso fino ad Ariccia, le mamme parlano e raccontano le esperienze che le hanno condotte ad avere forti dubbi sulle pratiche vaccinali.

Loretta M., mamma di due bambini, ci racconta di aver parzialmente vaccinato il primo figlio e di non aver vaccinato il secondo dopo che la nipotina venne ricoverata per una settimana per meningismo a seguito dell’esavalente.

Il corteo sfila per il corso di Genzano

Un pregresso familiare ancora precedente vede uno zio che a causa del vaccino Sabin ha subito una poliomelite e ancora oggi zoppica. <<La nostra esperienza familiare – dice la mamma – ora che siamo di fronte ad un obbligo ci porta ad essere ovviamente contrari, rischiamo l’esclusione dalla scuola materna del bambino più piccolo, andrò incontro a notevoli di difficoltà, ma essendoci dei rischi ben provati anche da una legge che risarcisce i danni siamo noi genitori a dover decidere>>.

Federica Q. è un’altra mamma che si racconta: <<A tre mesi il primo esavalente più pneumococco. Dopo due giorni, la notte, ho trovato il piccolo che stava per soffocare. Venne ricoverato per 5 giorni con vomito costante. In ospedale non sono stati in grado di dirmi cos’avesse. Le crisi di vomito che perduravano per 12 ore consecutive si sono susseguite per un anno. Con un ennesimo ricovero mi citarono possibile vomito ciclico, ma non seppero spiegarmi le cause se non che compare nei bambini intorno ai 3 mesi, età delle prime somministrazioni vaccinali, guarda caso. Oggi il mio bambino sta bene, anche se ha avuto un ritardo nel camminare e nel parlare. Oggi io dico non vaccino più mio figlio>>.

Quasi un centinaio di persone hanno passeggiato insieme condividendo le proprie esperienze in un clima disteso e di confronto. Con un piccolo megafono sono stati menzionati dati importanti pubblicati il 30 maggio dall’AIFA (agenzia italiana del farmaco), che – secondo i manifestanti – contano 21.658 reazioni avverse da vaccino nel triennio 2014-2016, di cui 3551 solo per il vaccino esavalente, di cui 454 gravi e 5 decessi.

L’arrivo ad Ariccia dei partecipanti alla fiaccolata

Un corteo motivato a stimolare nelle persone il dubbio e il desiderio di porsi delle domande in merito all’argomento per poi poter sempre e comunque scegliere liberamente. Distribuivano agli automobilisti volantini per sensibilizzare le persone al tema.
Tanti i semplici “perchè” che si chiedono i manifestanti. Semplici domande a cui però non sembrano esserci risposte: perchè?

Perchè lo Stato impone la vaccinazione 0 -16 anni invocando l’immunità di gregge, quando l’85% della restante popolazione (gli adulti) resta fuori dall’obbligo?
Perchè esiste la legge 210/92 “indennizzi per danno da vaccino” se i vaccini sono così innocui come ci viene raccontato?

Perchè molte persone vaccinate si ammalano ugualmente proprio per la malattia per cui dovrebbero essere immunizzate?
Perchè quando vaccini tuo figlio non hai garantita una esaustiva informazione e non puoi chiedere un programma vaccinale personalizzato?

Queste sono solo alcune delle domande scritte nei volantini distribuiti e amplificati dalle voci.
<<Sono qui perché voglio essere libera di scegliere cosa è bene per la mia salute e non voglio che mi sia imposto con la forza – racconta Maria Vittoria, una diciassettenne liceale, che potrebbe essere a trascorrere una serata di fine estate con gli amici e invece ha scelto di unirsi al corteo -. Voglio che il maggior numero di persone sia a conoscenza degli eventuali rischi dei prodotti che gli vengono somministrati. Voglio avere il controllo completo sul mio corpo. Voglio essere libera! >>.

Prende la parola al megafono anche un nonno che precisa di non essere informatissimo circa la materia dell’obbligo vaccinale, ma ribadisce: <<Sono qua in difesa della persona, perchè non dobbiamo essere passivi e lasciarci passare sopra le teste i bisogni e gli interessi delle multinazionali>>.

A metà del percorso tra Genzano ed Ariccia il corteo si è “abbracciato”, non solo metaforicamente, con Andrea Libero Gioia, l’organizzatore de “Il cammino del Cambiamento”. <<Siamo in marcia da 5 giorni. Siamo partiti dall’Aquila – racconta Libero Gioia -. Abbiamo camminato per 146 km perchè tutto è possibile. Il cambiamento è dentro di noi. Se ognuno crede che il cambiamento possa avvenire, avverrà. L’argomento vaccini ha destato, ha unito, ha risvegliato le coscienze. Ma noi vogliamo diffondere la conoscenza della Costituzione. Noi vogliamo parlare dei problemi degli italiani, problemi che sono oggi inascoltati…terremotati, il dramma della Terra dei Fuochi, disoccupazione…Vi aspettiamo dall’8 all’11 a Roma per un presidio che unisca tutti gli italiani che credono che il cambiamento possa avvenire>>.

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