E’ una battaglia che va di pari passo col dolore di una tragedia lancinante quella che i familiari di Francesco Maria Pennacchi stanno portando avanti su tutti i fronti in vista di quanto accadrà a partire da giovedì 26 ottobre, giorno in cui avrà inizio il Processo d’Appello, quello che potrebbe portare ad un’ulteriore riduzione della pena per Lorenc Prifti, il fornaio albanese condannato a 30 anni di reclusione dopo essere ricorso al rito abbreviato nel processo di primo grado.
Nei giorni scorsi, tramite la trasmissione “Quinta Colonna”, su Rete 4, anche l’avvocatessa Giulia Bongiorno, legale della famiglia Pennacchi, è tornata a chiedere a gran voce la conferma della pena:
“L’imputato del processo di cui è vittima il povero Francesco – ha ricordato la Bongiorno -, che è stato trafitto dal petto alle spalle, ha già avuto una pena di 30 anni che potrebbe essere ridotta persino fino a 17 anni. Dobbiamo essere garantisti con tutti fino a che non si stabilisce chi è responsabile – ha aggiunto con fermezza Giulia Bongiorno – ma una volta stabilita la responsabilità del reato basta con i riti abbreviati, con le generiche, con le riduzioni di pena”.
I familiari di Francesco Maria Pennacchi, il giovane commercialista veliterno barbaramente ucciso nel 2015, nella notte tra il 26 e il 27 novembre, sono nel frattempo entrati a far parte dell’UNAVI (Unione Nazionale Vittime), l’associazione che scende in campo per chiedere “Nessuno sconto di pena per gli assassini”.