CRONACA

Albano – Segregato in un casolare perchè non riusciva a pagare il debito. In manette gli usurai carcerieri

Arma dei Carabinieri

Avevano rapito e segregato un loro connazionale in un casolare di Albano, legato mani e piedi, senza cibo, e sottoposto continuamente a percosse, i tre usurai albanesi arrestati insieme ad altri componenti della banda, altri di nazionalità albanese e un italiano, per usura, estorsione, lesioni personali, favoreggiamento e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

Le indagini condotte al Nucleo operativo della Compagnia di Palestrina hanno permesso di risalire all’attività illecita del gruppo criminale, dedito alla violenza ai fini dell’estorsione e allo spaccio di droga nella periferia di Roma.
I fatti risalgono al 2016,  quando la vittima aveva richiesto un prestito ai malviventi di 7mila euro per aprire un’attività nella Capitale, a fronte di un pagamento di 700 euro al mese di interessi fino all’estinzione del debito. Quando l’uomo non è stato più in grado di pagare, è stato rapito e segregato. Solo un atto di astuzia ha permesso all’uomo di riuscire a fuggire dalla prigione cui era tenuto. Fingendo, infatti, di cedere alle minacce e di chiamare un amico italiano per far portare i soldi, la vittima ha chiamato invece un carabiniere della stazione di Palestrina, che ha capito subito la situazione e si è presentato all’appuntamento tendendo una trappola , mediante la quale i militari in poco tempo sono riusciti a risalire al casolare e ad arrestare i tre.

Le ulteriori indagini condotte dai Carabinieri, sulla base delle continue minacce che la vittima continuava a ricevere sul telefono cellulare anche mentre era ricoverato in ospedale, hanno permesso di risalire al resto della banda per cui è stato emesso un ordine di custodia cautelare in carcere dal Tribunale di Roma.

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