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La tecnologia entra anche nelle piccole imprese

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Si dice spesso che le piccole imprese siano l’ossatura del sistema produttivo italiano, e dal punto di vista quantitativo è senza dubbio così, visto che costituiscono più del 90 per cento del totale delle aziende tricolore. Questo non significa però che siano poco innovative o poco all’avanguardia, anzi.

Le piccole imprese sono innovative

A guardare le ultime rilevazioni sul tema “tecnologia“, infatti, si scopre che proprio i piccoli stanno sperimentando, e spesso con successo, l’adozione dei nuovi modelli gestionali e produttivi che possono accompagnare e migliorare il proprio business, aumentando in modo particolare l’efficienza produttiva, agevolando la cura dei costi, incrementando la redditività e, in definitiva, rendendo migliori le proprie prestazioni.

L’esempio in America

Come in pratica tutto ciò che riguarda l’innovazione, il fenomeno è molto evidente negli Stati Uniti, dove già nel 2015 lo studio SMB Routes to Market sottolineava come quasi il 30 per cento delle piccole imprese locali si servisse di strumenti tecnologici per rendere più efficienti i propri processi e migliorare in maniera sensibile i propri risultati.

Un supporto per l’attività

L’analisi del contesto italiano è stata invece realizzata da uno dei principali operatori del settore “forniture“, ovvero Danea, che ha redatto uno studio sugli effetti dell’utilizzo di software nel sistema imprenditoriale. Prendendo in considerazione l’ampio campione di imprese che utilizza Easyfatt, il programma per la fatturazione di Danea, gli esperti hanno scoperto che la tecnologia ha un impatto decisamente positivo: se mediamente un’impresa italiana ha il 92 per cento di possibilità di superare indenne il primo anno di attività, chi usa software ha il 99,6 per cento di chance positive.

Gli effetti sul lungo periodo

Ancora più importanti gli effetti sul medio – lungo periodo: già al terzo anno la forbice si amplia, e la media delle imprese più orientate al supporto gestionale che sopravvivono si attesta al 97,2 per cento, mentre chi segue il business “manuale” si ferma al 78,5 per cento. È però il traguardo dei cinque anni di attività che mostra il divario più netto: a fronte del 94 per cento di utenti di software specifici per l’imprenditoria che riesce a restare sul mercato, i sopravvissuti tradizionali sono soltanto il 60,6 per cento.

L’impatto dei software gestionali

Questi numeri sono significativi perché dimostrano in maniera immediata quale sia l’impatto della tecnologia sulla vita dell’impresa: ovvero, è possibile accelerare il proprio business, semplificare i processi produttivi, velocizzare le operazioni e migliorare le proprie strategie finanziarie e di marketing grazie a un semplice strumento innovativo, che offre inoltre un vantaggio competitivo anche nel futuro della compagnia.

Non perdere il contatto umano

Eppure, quanto scritto non deve far allarmare gli apocalittici del terzo millennio, che temono il predominio delle macchine sull’uomo: soprattutto per le piccole imprese, infatti, è bene che accanto all’utilizzo della tecnologia per gestire le attività quotidiane e migliorare le performance resti un legame diretto e forte con l’aspetto umano e con il contatto fisico. Inoltre, anche i software vanno “guidati” dalle persone e dagli specialisti, e gli stessi dati possono (e in certi casi devono) essere accompagnati dalla capacità analitica e dalla passione che caratterizza il modo di fare impresa in “piccolo”.