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Velletri – Il dolore della mamma di Francesco Pennacchi: ‘In Italia gli assassini festeggiano! Insieme a mio figlio muore di nuovo la giustizia italiana’

Isabella con Francesco

Isabella al fianco dei suoi figli (in primo piano Francesco, sorridente accanto alla sua mamma)

Non si placa l’onda dell’indignazione per la clamorosa sentenza di appello, che ha ridotto a 16 anni e 8 mesi la condanna pronunciata nel novembre 2016 dal Gup di Velletri, a conclusione del processo col rito abbreviato, che aveva fissato a 30 anni la reclusione di Lorenc Prifti, il 45enne che la notte del 26 novembre 2015 pose fine alla vita di Francesco Maria Pennacchi trafiggendolo con una coltellata.

All’indomani della riduzione della pena, motivata con la concessione delle attenuanti generiche equivalenti all’aggravante dei futili motivi contestata dagli avvocati della difesa, abbiamo raccolto le parole di Maria Isabella De Ninno, la mamma del povero Francesco, che da ormai quasi 2 anni si trova a vivere un dolore impossibile da rimarginare, e che certamente la sentenza choc dell’altro giorno (CLICCA QUI per leggere l’articolo pubblicato appena dopo) continuerà ad acuire.

“A cosa serve mettere al mondo un figlio, crescerlo per 32 anni, educarlo e responsabilizzarlo come cittadino esemplare, quando la Legge, le Istituzioni e lo Stato, malgrado i miei appelli al Presidente della Repubblica, non ci tutelano? Francesco Maria Pennacchi poteva essere il figlio di tutti! La memoria, l’amore e i sani principi non possono essere calpestati da una legge ingiusta, da una magistratura vergognosa e superficiale, che si è riunita per la decisione, dicendoci di “uscire giusto il tempo per un caffè corto”. Questo è il tempo che vale la decisione della pena per l’assassinio di mio figlio? Ieri (giovedì 26 ottobre, ndr) sono stata umiliata, presa in giro, calpestata, offesa, con l’assassino in aula, che respirava la mia stessa aria, quell’aria che mio figlio non respirerà più, sola, vittima, sofferente”.

“Reati violenti e bestiali, identificati dal codice penale come omicidio aggravato dai futili motivi equivalgono per la Legge Italiana all’ergastolo, e come si fa a premiare gli assassini con sconti e attenuanti generiche? La detenzione dovrebbe servire alla rieducazione e 16 anni ed 8 mesi non ritengo siano la pena corretta alla riabilitazione per un assassino che sceglie di spegnere una vita meravigliosa senza nessun motivo, rispetto al mio ergastolo di Dolore, rispetto ad una futura moglie che non avrà più una famiglia, rispetto ad un fratello, rimasto figlio unico. Questa è l’ennesimo caso in cui la Giustizia Italiana segna una grande INGIUSTIZIA, ma io mi faccio coraggio e non smetto di lottare, alzando la voce! Ieri mio figlio è stato ucciso la seconda volta ed insieme a lui è morta la giustizia italiana, mentre gli assassini festeggiano!”.

A Isabella, e a tutti i suoi cari, ancora una volta va la solidarietà di chi scrive e della nostra testata giornalistica, che continuerà sempre, tanto più dopo quanto accaduto l’altro giorno, a ricordare Francesco Maria e a ritenere folle che un’esistenza possa essere infranta in questo modo e chi vi ha posto fine, in maniera tanto vile, possa ritrovarsi a godere per una giustizia che, definire tale, appare davvero difficile. 

Velletri – Omicidio Pennacchi, sentenza choc in Appello. Solo 16 anni e 8 mesi per chi ha ammazzato barbaramente Francesco