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La Nazionale Italiana Amputati incontra i giovani del Cecchina Calcio. Carabella: ‘Nello sport non esistono barriere’

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Lo sport oltre la disabilità, lo sport come riscatto, dove l’impegno e la tenacia contano più di ogni altra cosa. E’ questo il messaggio ed il significato dell’importante incontro svoltosi ieri tra i giovani calciatori della società Cecchina Calcio con la Nazionale Italiana Amputati, promosso da Simone Carabella, il paladino dei diritti dei disabili, insieme alla sua squadra, da anni in prima linea in tantissime battaglie a sostegno dei più deboli.
L’occasione propizia per avvicinare le due realtà è stato il ritiro della Nazionale Italiana Amputati per dieci giorni a Roma, ospiti proprio del “Laboratorio Una Donna”, con in testa la presidente Maricetta Tirrito, del comitato SOS Sicurezza Roma e del Gruppo civico “Prima gli Italiani”, di cui proprio Carabella ne è il rappresentante.

“Sosteniamo la Nazionale Italiana Amputati che a ottobre prossimo sarà impegnata, a dispetto dei colleghi normodotati, nei Mondiali di Calcio in Messico”  ha dichiarato Carabella. Abbiamo voluto mostrare ai ragazzi che soprattutto nello sport non esistono barriere, conta solo il cuore che ci metti. E’ stato bello vedere i giovani calciatori fare domande e confrontarsi con la Nazionale Amputati, avvicinandosi alla disabilità, che poi disabilità non è, perchè si tratta di sport, quello vero”.

La Nazionale Italiana Amputati si allena in questi giorni ai campi del San Lorenzo con il mister Maurizio e, in attesa dei Mondiali, disputerà un triangolare internazionale con Turchia e Francia a Fano, dove Carabella e la sua squadra non mancheranno di far sentire la propria presenza.

“Lo sport è una soluzione sociale − ha detto con forza Simone Carabella, sulla scia delle cause sostenute con forza lanciando un chiaro messaggio di sensibilizzazione −. Attraverso la pratica sportiva molti disabili riescono a trasformare una tragedia in una nuova opportunità di vita, un nuovo obiettivo da raggiungere, dove conta la forza che si ha dentro e non quello che si è all’esterno. Spirito di sacrificio e rispetto dell’avversario, sono questi i valori fondanti di uno sport sano, che deve essere coltivato e promosso proprio a partire dai giovani”.

“I fondi destinati alle attività per disabili purtroppo sono davvero esigui e costringono solo i pochi che possono permetterselo a rivolgersi a circoli privati − ha detto in conclusione Carabella −. Questo non è assolutamente accettabile. La politica deve rendere lo sport accessibile a tutti”.

 

 

 

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