POLITICA

Regionali – Scrutini da ‘terzo mondo’: fiato sospeso a Velletri per Righini ed Ognibene (per il candidato di LeU manca solo l’ufficialità prima di alzare i calici al cielo)

Ognibene Zingaretti

Quando manca solo l’ufficialità Daniele Ognibene sarà uno dei 24 consiglieri a sostegno del riconfermato Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti (a destra nella foto)

Fiato sospeso, in tutto il Lazio, nell’attesa dei dati definitivi delle elezioni Regionali del 4 marzo. A 60 ore dalla chiusura dei seggi, ad oltre 2 giorni e mezzo di distanza, non si ha ancora contezza circa la composizione del nuovo Consiglio regionale. “Spogli da terzo mondo” li hanno definiti in tanti, fatto sta che per dirimere la contesa mancano ancora 420 sezioni romane: occhi puntati sul sito di Roma Capitale, dove le sezioni pervenute sono infatti 2180 su una totalità di 2600. E a rendere ancora più sfibrante l’attesa, per chi è ancora alla ricerca di un responso, vi è un aggiornamento dei dati che è in fase di stallo dalle 23 di martedì (e che è timidamente ripartito solo alle 11 di questa mattina). 

Si sospira e spera nei Comitati dei protagonisti ancora in ballo: é così in primis a Velletri, ad esempio, dove in via dei Volsci e in via della Libertà si sono fatte le ore piccole per avere l’ufficialità dell’elezione di Daniele Ognibene e Giancarlo Righini. In entrambe i Comitati trapela ottimismo, e in via dei Volsci si attende solo di stappare le bottiglie, visto che il vantaggio accumulato dal giovane Presidente del Consiglio comunale di Velletri su Massimo Agostini, il principale competitor nella lista di Liberi e Uguali, appare davvero confortante.

Non un caso che i maggiori quotidiani nazionali diano già per certa l’elezione di Daniele Ognibene, a rinforzo della risicata maggioranza di Nicola Zingaretti (che, complice la nuova legge elettorale, e una vittoria striminzita nei numeri, si ritroverebbe, al momento, ad essere il 25° su una rosa di 50 consiglieri). L’ex assessore della prima Giunta Servadio attende con fiducia il ‘refresh’ di pagina decisivo, quello che darà alla sua elezione il crisma dell’ufficialità, prima di recarsi nella Capitale nel suo primo giorno con indosso il nuovo ‘abito’ da consigliere regionale, traguardo sensazionale per un figlio di Velletri, cresciuto nella Sinistra Giovanile e forgiato da anni di militanza nei Ds prima e nel Pd poi; dopo aver sfiorato l’impresa già 5 anni fa, ha finito di rimandarla di appena un lustro, trovando in Liberi e Uguali il partito con cui poter sprigionare tutta la sua rappresentatività su un territorio che ha sostenuto convintamente la sua candidatura (ampie, nel Comitato, le rappresentanze giunte da tutti i Castelli per attendere con lui il verdetto finale).

Giancarlo Righini, capogruppo regionale uscente di Fratelli d’Italia

Più articolata la situazione nel Comitato di Giancarlo Righini, che per tutta la giornata di ieri ha resistito strenuamente al recupero dei candidati romani, difendendo il suo enorme bottino di voti in provincia, rinfoltendolo con nuove preferenze nella Capitale. Singolare, che all’alba di mercoledì, i suoi attuali 10mila voti, quasi il doppio rispetto a 5 anni fa, non consentano ancora di avere certezze circa la sua elezione.

Se Fabrizio Ghera ha ormai operato il sorpasso, a 480 sezioni dal termine Giancarlo Righini è ancora davanti a Chiara Colosimo e Paolo Della Rocca, e se è pensabile che quest’ultimo, ormai a ridosso, possa sopravanzarlo, filtra speranza circa la possibilità di tenere dietro l’unica donna del lotto, che si è presentata alle elezioni in accoppiata proprio con Ghera.

In attesa di saperne di più, fatto salvo Ghera, ormai dentro, rimangono in 3 per 2 posti, e l’esponente veliterno, asserragliato coi fedelissimi all’interno del Comitato di via Libertà, attende con fiducia, pronto a recitare nuovamente un ruolo di primo piano all’interno di una struttura, quella di via della Pisana, dove si è già distinto per presenze, capacità e qualità del proprio operato, con un’opposizione leale e costruttiva, ma non priva di incisività quand’è servito.

Per rendere meglio l’idea di quanto sia stata dura la ‘conta’ all’interno di Fratelli d’Italia vi è il ‘caso’ di Fabrizio Santori: il consigliere uscente è difatti fuori dai giochi nonostante un bottino di almeno 7-8mila preferenze. 

Regionali – Velletri in grande attesa per Ognibene, Righini e Ladaga, uniti dalla…resistenza contro i candidati romani

 

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