Aggiornato al 19/04/2018 - 8:45:42
Mar 16, 2018 ATTUALITA', Ciampino, PRIMO PIANO, TERRITORIO Commenti disabilitati su Ciampino – Sulle sorti dell’area della Marcandreola interviene lo storico Luigi Zuzzi: ‘Si è arrivati all’asta, nell’indifferenza di chi amministra’
Nei giorni scorsi, al termine di uno scritto di Maria Lanciotti, che faceva il punto su quanto sta accadendo a Ciampino nell’area della Marcandreola, avevamo rimandato ad un successivo intervento chiarificatore circa le sorti dello storico sito situato su una porzione della Tenuta del Muro dei Francesi.
A supporto e ampliamento del quadro della situazione – con annessi e connessi – ci giunge quanto mai opportuno l’intervento di Luigi Zuzzi, storico locale e autorevole voce del Movimento CiampinoBeneComune.
L’area del sito ciampinese denominato Tenuta del Muro dei Francesi ha la particolarità di esser tuttora recintata per buona parte da un “muro” che ha garantito nei secoli l’integrità ed un uso agricolo di una parte consistente dell’area medesima. Circa dieci anni fa – in attesa di un utilizzo “più retributivo”, avallato da una variante al PRG comunale – è stato completamente abbandonato dopo aver stincato ettari di vigna. Ma qualcosa nei calcoli di proprietari e costruttori si è inceppato. Circa 20 ettari del sito sono stati sottoposti (muro di recinzione compreso) a vincolo monumentale nel 2015 dalla Soprintendenza del Lazio. Il principio alla base del vincolo si individua nella particolarità che a formare “l’inscindibile unicum” posto a tutela “è l’insieme dei monumenti presenti nell’area”: quelli all’asta, e l’adiacente sito archeologico della villa romana dei Valeri, balzato alle cronache internazionali nel gennaio 2013 per la scoperta delle sette statue del ciclo dei Niobidi.
CIAMPINO BENE COMUNE in questi anni si è battuto per questo riconoscimento e nel 2014, ancor prima del vincolo, il sito è stato inserito nella lista mondiale del Word Monument Fund dei siti da proteggere perché a rischio. Un “piano 167” avrebbe scaricato sull’area circa 55 mila mc di cemento. Il vincolo ha posto fine all’ipotesi di edificazione. Ma ancora lontano appare l’obiettivo di farne un grande parco pubblico storico ed archeologico dove trovare anche posto ad un luogo di esposizione degli innumerevoli reperti archeologici rinvenuti nel territorio di Ciampino, a cominciare dalle grandi statue della villa attribuibile al Console Messalla. Un parco che, per garantirne la libera fruizione, non potrà che esser pubblico.
Oggi l’asta dell’area dei Casali, cuore dell’intero sito, se non ci sarà un intervento delle Amministrazioni (Comunale e Regionale), ne allontana ancor più la realizzazione. I due lotti messi all’asta fanno parte di un unicum di 3,5 ettari, inserito in quei 20 ettari vincolati. Comprendono due Casali del ‘600 (il Casale dei Francesi ed il Casale della Marcandreola) che i Colonna utilizzavano come casini di caccia ed a cui si accedeva dal portale monumentale attribuito al Rainaldi rovinato a terra il 28 aprile 2011 e mai risollevato. Sempre all’interno dei due lotti all’asta c’è una Chiesuola (già segnalata nel Catasto Alessandrino del 1659) che ha subito nel luglio 2014 il crollo del tetto, un uliveto secolare di circa 31 mila mq, un vigneto e prati.
Dopo le prime grida dei protagonisti della appena chiusa campagna elettorale, tutto tace ed in molti si fa strada il pensiero comodo e fallace che in fondo un Parco sarà fattibile anche dopo che il cuore del sito sarà sbranato tra più privati. Sul doveroso intervento tramite il diritto di prelazione da parte delle amministrazioni pubbliche, che allo stato attuale sarebbe ad un prezzo veramente irrisorio, si sta facendo un’indecente melina.
Ma la cosa più assurda l’abbiamo sentita dire dal Sindaco di Ciampino Terzulli che nel rispondere ad una nostra richiesta di chiarimenti in merito, ha affermato che i soldi ci sarebbero, ma non è convinto che ci sia l’INDEROGABILITÀ prevista per un intervento pubblico in merito.
Il signor Sindaco quindi non sembrerebbe interessarsi al fatto che stiamo parlando di:
– un luogo finora miracolosamente non fagocitato dalla periferia romana, dove la bellezza del paesaggio ancora mantiene un fascino che emoziona;
– un luogo dove la storia nei secoli, più volte, si è incaponita a lasciare segni indelebili.
Ed evidentemente non gli interessa nemmeno l’occasione di acquisire ad un prezzo irrisorio (circa 300 mila €) 3 ettari e mezzo da destinare a verde pubblico, altrimenti introvabili nel territorio comunale, pur guidando un Comune che ha a malapena meno di 3 mq/abitante a fronte degli standard di legge di 9 mq/abitante.
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