Lettera al direttore

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La lettera che sta facendo commuovere il Web – Così Roberto Arduini ricorda la sorella morta a 26 anni nella Giornata Mondiale della Sindrome di Down

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Questa lettera, scritta dal popolare conduttore radiofonico Roberto Arduini (Radio Cusano Campus), sta facendo il giro del Web. Le parole che lo speaker indirizza alla sorella scomparsa commuovono la Rete nella Giornata Mondiale della Sindrome di Down. La lettera è arrivata anche alla mail della nostra redazione, che commossa ha pensato bene di divulgarla.

“Nella giornata mondiale delle persone con la sindrome di Down, mi torni in mente tu e penso che ne sia valsa la pena. Ne è valsa la pena averti come sorella, anche se andandotene a 26 anni, nel giorno del tuo compleanno, hai lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di tutti quelli che ti hanno conosciuto davvero. Ne è valsa la pena anche se non me lo dimenticherò mai il giorno in cui siamo dovuti andare dal pasticcere a dire che la torta per festeggiarti, purtroppo, non serviva più. Ne è valsa la pena, anche se per difenderti facevo a botte alle elementari e alle medie perché, nella mia mente, dovevo difenderti da chi con cattiveria ti chiamava “mongoloide”. Ne è valsa la pena anche se pur essendo più piccolo di te di 5 anni alla fine ero io il fratello maggiore, sempre, e questo mi ha portato a crescere in fretta, forse troppo. Ne è valsa la pena anche quando crescendo, iniziando ad essere autonomo, mi sentivo in colpa davanti ai tuoi occhi che pur non parlando sembravano dirmi “E io?”. Ne è valsa la pena perché averti nella mia vita mi ha fatto capire talmente tante cose che star qui a riassumerle sarebbe impossibile. Attaccata all’esistenza dal primo all’ultimo secondo, quando andavamo al mare, sulla sedia a rotelle cui il cuore ti aveva costretta riuscivi a ballare meglio di tante ragazze normodotate che però, a differenza tua, non ci mettevano l’anima. Ne è valsa la pena, perché mi hai insegnato ad amare senza essere riamato, a guardare il mare senza considerarlo un fatto scontato, ad impegnarmi al massimo, ad entusiasmarmi per poco, quel poco che in realtà è tutto, solo che molti se ne rendono conto solo quando ormai è troppo tardi. Ovunque tu sia, per tutto questo, grazie Francesca. Non esistono vite di Serie A o vite di Serie B. Chi lo pensa cerca solo un pretesto per giustificare il proprio egoismo o la propria ignoranza”.