Attualità

‘Il Caso Avetrana’ scandagliato al Tribunale di Velletri, tra processo e mass media, nell’evento della Scuola Forense Veliterna

scuola forense

In un mondo dove i mass media invadono la nostra realtà, la cronaca nera e le verità processuali diventano maggiormente fruibili. È così che personaggi come Franca Leosini, entrano nelle nostre case raccontando storie che un tempo non era concesso esplorare così da vicino.

Si può certamente guardare a queste realtà non solo con la sana curiosità di un ascoltatore o con la sorprendente sensazione che non tutto sia stato chiarito, ma anche con l’occhio attento e scrupoloso di chi cerca di fare di quella esperienza mediatica, uno spunto di riflessione tecnico.

È questa la sfida che nella giornata odierna si è posta la Scuola Forense di Velletri che, attraverso l’analisi dell’intervista a Sabrina Misseri ad opera della Leosini, ha provato a sensibilizzare i propri studenti su un argomento pregnante non solo per la professione dell’avvocato, ma per ogni tipo di professionalità che si occupi di comprendere le dinamiche che sono alla base della comunicazione, soprattutto in un ambito così delicato quale quello processuale.   

L’evento formativo è stato quindi dedicato alla linguistica giuridica ed agli aspetti della comunicazione extra processuale. Emblematico il titolo: “Diritto e comunicazione. Tra processo e Mass media – Il caso Avetrana”.

Relatore dell’evento formativo è stato l’avvocato Francesco D’Alessandro, che ha approfondito gli aspetti legati alla comunicazione e all’analisi della stessa anche nel contesto processuale: 

“La comunicazione – ha premesso – gioca un ruolo fondamentale nella vita di relazione tra individui in qualsiasi contesto sociale. Essa ha costituito oggetto di studi specifici interessati a rintracciare nel “proferito” il senso del taciuto. Questo perché le parole, belle o brutte che siano – ha aggiunto l’avvocato D’Alessandro – si propongono sempre di descrivere qualcosa: un oggetto, un paesaggio, come pure uno stato d’animo, un sentimento e, nel nostro mondo, quello dell’avvocatura, esse sono preposte a descrivere un fatto, un comportamento, una situazione rilevante sotto il profilo giuridico. Dentro le parole, nella loro articolazione, nella modalità di espressione, si cela un mondo ancor più interessante di quello che più semplicemente rivela, perché le parole, tutte, contengono storie silenziose che bisognerebbe non dimenticare. Il corso proposto dalla scuola forense veliterna in materia di linguistica giuridica, oltre all’analisi propriamente linguistica, tesa all’emersione dei “concetti” giuridici insiti nei principi che presiedono alla normativa nei diversi ambiti disciplinari, si propone di fornire ai praticanti avvocati gli strumenti idonei alla strutturazione della “comunicazione giuridica” in coerenza con le regole che presiedono la codifica, la trasmissione e la decodifica delle informazioni  in un contesto, quello processuale, necessariamente intersoggettivo”.

“L’analisi della testimonianza di Sabrina Misseri – ha affermato la dott.ssa Guido Rosj, psicologa e psicoterapeuta –  è stata un’esperienza molto forte che lascia davvero un dubbio inconsolabile nel cuore di ciascuno. È certo che,  l’ascolto attivo e l’osservazione psicodinamica degli eventi, sono aspetti  necessari nell’ambito giuridico a qualsiasi livello e indipendentemente dal ruolo istituzionale che si riveste. L’Avvocato, così come il Consulente, e certamente anche i Magistrati, hanno la necessità di guardare ai fatti che vengono riportati dalle parti in causa, utilizzando e perfezionando strumenti utili a comprendere la veridicità di un fatto. La sensibilità e l’attenzione manifestata dalla Scuola Forense veliterna rispetto a questi argomenti, apre ad un lavoro proficuo di approfondimento e studio ed è l’espressione, a mio parere, di una seria e specifica attenzione alla formazione delle future professionalità, che sin da subito sono stimolate ad integrare strumenti e risorse diverse. Ritengo questa – ha concluso la dott.ssa Rosj Guido – un’esperienza di grande valore non solo professionale, ma anche umano e deontologico”.

Un evento formativo così specifico e articolato, che ha avuto un’ampia partecipazione, ha rappresentato un sostanziale banco di prova per la scuola Forense, un’iniziativa dalla quale si è partiti per sviluppare una progettualità didattica specifica.

A tal proposito l’avvocato Adriano Perica, Direttore della Scuola Forense Veliterna, impegnata nei corsi di preparazione per l’accesso alla professione forense, si è così espresso: “La Scuola Forense Veliterna ha intrapreso una strada precisa per l’insegnamento della professione forense  ai giovani praticanti: il trasferimento delle conoscenze nelle varie materie giuridiche, ma con taglio pratico ed utilizzo di strumenti didattici interattivi, dinamici  e, quindi, moderni. Le lezioni sono tenute da avvocati di comprovata esperienza professionale e solida preparazione, con spiccata capacità comunicativa”.
Grazie allo splendido lavoro dei colleghi docenti avv. Francesco D’Alessandro, avv. Alessandro Valerio, avv. Vincenzo Carteny ed al tutor senior avv. Valentina Mancini, sono state mostrate tecniche di comunicazione, dinamiche di confronto con presunti autori di delitti, con ausilio di immagini, test e slide.
Un ringraziamento particolare è stato rivolto alla dott.ssa Rosj Guido, che ha portato il suo fondamentale contributo attraverso una lettura psicodinamica dell’attendibilità della testimonianza.
“Questa lezione – ha evidenziato il Direttore della Scuola Forense Veliterna – ha espresso contenuti e modalità didattiche  che hanno trovato riconoscimento quali buone pratiche nelle linee guida dalla Scuola Superiore dell’Avvocatura. Spero che i giovani tirocinanti continueranno ad apprezzare il nostro lavoro ed a trarne vantaggio, per il bene di un’Avvocatura sempre più all’altezza del ruolo al servizio dei cittadini”.
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