CRONACA

La tragedia di Cecchina: la 18enne Jasmine, che studiava a Genzano, è stata uccisa dalla mamma con una coltellata alla gola

palazzina cecchina

 

Davvero macabri i particolari dell’omicidio suicidio che ha scosso la comunità di Cecchina, che domenica sera, proprio in concomitanza della processione in onore di San Filippo Neri, si è ritrovata a vivere il dramma di una doppia morte dai risvolti davvero tragici. 

E’ stata infatti uccisa con una coltellata alla gola la povera Jasmine Seffahi, la studentessa 18enne trovata morta ieri sera nella sua abitazione di Cecchina, dove viveva assieme alla madre, la 43 Salisha Marsli, che stando alla ricostruzione degli investigatori l’avrebbe ammazzata recidendole la gola con un coltello, prima di gettarsi giù dal palazzo, togliendosi la vita. A quanto ricostruito finora dai carabinieri, dopo una lite la 43enne marocchina, che lavorava come collaboratrice domestica, avrebbe preso un coltello da cucina e ferito alla gola la figlia, uccidendola. Poi avrebbe dato fuoco ai mobili dell’abitazione e, dopo essere salita sulla terrazza della palazzina, si sarebbe buttata giù, rendendo vano ogni soccorso.

Sul posto, sin dalle prime battute i Carabinieri della stazione di Cecchina, che stavano seguendo la Processione quando hanno visto il fumo pervenire dall’attico di via Francia la cui intensità è ben evidente dal pur breve video che testimonia quanto le fiamme fossero ingenti. Sul posto, per spegnere l’incendio, hanno lavorato per diverse ore i Vigili del Fuoco di Marino, con altre squadre del circondario a sostegno. 

La palazzina, eccezion fatta per l’abitazione dove vivevano madre e figlia, è stata comunque dichiarata agibile, e gli inquilini sono stati fatti rientrare dopo i rilievi e la rimozione delle salme, trasportate presso l’istituto di medicina legale di Tor Vergata, dove saranno sottoposte ad autopsia, su disposizione del magistrato della Procura di Velletri. 

Sul posto, fino a notte inoltrata, hanno operato anche il capitano Emanuele Tamorri, comandante della Compagnia Carabinieri di Castel Gandolfo, e  il colonnello Stefano Cotugno, comandante del Gruppo Carabinieri di Frascati. 

Appena dopo il misfatto sono stati a lungo ascoltati i vicini che ieri avevano sentito madre e figlia litigare, anche se i litigi tra loro, a quanto pare, si erano fatti sempre più ricorrenti, e uno degli ultimi si sarebbe verificato nei pressi del Liceo Vailati di Genzano, dove Jasmine frequentava il 4° anno del Liceo Scientifico di via Grandi.  Subito allertato il padre della giovane, che lavora in Spagna come ambulante.

Scossa anche la comunità dei fedeli, che proprio in quei tragici istanti si trovavano in Processione, dopo la Santa Messa celebrata dal Vescovo Marcello Semeraro (CLICCA QUI per leggere l’articolo che Castelli Notizie ha pubblicato appena dopo la tragedia). 

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