POLITICA

Velletri – Contro l’incubo CasaPound e l’emorragia di consensi Fratelli d’Italia e Greci si giocano l’ultima carta: Giorgia Meloni

Greci Meloni Righini

Giorgio Greci, Giorgia Meloni e Giancarlo Righini

Mentre tanti di coloro il cui cuore batte a destra, giurano di essere pronti ad accordare il proprio consenso al candidato sindaco Paolo Felci (barrando il simbolo di CasaPound) o a convergere sull’ala più moderata di quel centrodestra che fa capo ad Alessandro Priori, contro l’incubo di un’emorragia di consensi Fratelli d’Italia ha scelto di giocarsi la carta Giorgia Meloni.

Proprio mentre gli ultimissimi sondaggi (dato Swg, fonte La7) vogliono Fdi in evidente calo, con un 3,8% persino più basso rispetto al 4,3% del 4 marzo, la sua leader nazionale arriverà in piazza Cairoli nel pomeriggio di mercoledì 30 maggio, seguita dallo stuolo di militanti del partito, provenienti da un pò tutti i Castelli, che contribuiranno a far numero nel colpo d’occhio della piazza veliterna.

La Meloni, che fonti autorevoli dicono essere pronta a convergere sull’alleanza M5S – Lega, pur di non restare fuori dai giochi, giungerà a Velletri in sostegno di Giorgio Greci, che nonostante il supporto di altre 8 liste cercherà proprio nella leader di Fdi il trampolino per cercare di rimediare all’amarezza del mancato appoggio di Forza Italia (primo partito a Velletri nelle recenti Regionali, ndr), che ha sin dalle prime battute contestato il suo particolare feeling con Fratelli d’Italia.

Fratelli d’Italia cui tutto il centrodestra che è rimasto fuori dall’alleanza (e che alle Comunali del 10 giugno voterà compatto per l’avvocato Alessandro Priori), contesta di aver gestito in proprio tutta l’operazione, sancendo, di fatto, l’ennesima spaccatura nella coalizione, e dando ragione a quei civici che, sull’onda di dare discontinuità al progetto, avevano chiesto di sdoganare più possibile il passato ed eliminare i simboli di partito. 

Il gruppo di Fdi di Velletri e Provincia, con Giorgio Greci, ad una manifestazione di Fratelli d’Italia a Venezia del 2015

Eloquenti, in tal senso, le parole proferite proprio da Salvatore Ladaga sul palco di piazza Cairoli, nel pomeriggio di sabato 26 maggio: “Perché non stiamo insieme? Per motivi di ordine politico e di coerenza, oltre che di stile” ha dichiarato Ladaga, che ha poi ribadito come sia stato proprio “grazie a Forza Italia e tutti i civici della coalizione che siamo riusciti a far eleggere un deputato di Fratelli d’Italia (Marco Silvestroni) e un senatore di un’altra forza politica riconducibile all’area moderata di centrodestra (Antonio Saccone, Noi con l’Italia). “E’ impensabile – ha aggiunto Ladaga -, che in un quadro del genere volessero far passare un esponente di Fratelli d’Italia travestito da civico come candidato sindaco della nostra città. Non siamo disponibili, e lo abbiamo ribadito più volte – ha dichiarato metaforicamente – a montare su macchine in cui non solo non ci avrebbero fatto mai guidare, e parliamo del partito più votato alle recenti Regionali, ma non ci avrebbero neppure  mai voluti vicini alla guida”.  

Ladaga che anche in Consiglio comunale non ha mancato di ricordare come proprio Fratelli d’Italia e Giorgio Greci votarono le linee programmatiche della Giunta Servadio, “timbrando “così quanto accaduto nella primavera del 2013, quando il voto disgiunto finì per penalizzare oltremodo la candidatura a sindaco del leader forzista, che parrebbe essere stato sacrificato sull’altare di un possibile accordo andato in scena nelle segreterie romane per blindare la traballante posizione dell’allora neoeletto consigliere regionale di Fdi, Giancarlo Righini. 

Un occhio, quest’oggi, magari andrà anche a Lariano, dove proprio Fratelli d’Italia è stata determinante nella vittoria del Sindaco del Partito Democratico, Maurizio Caliciotti, e nella sconfitta del candidato del centrodestra, il dottor Gianluca Casagrande Raffi, sacrificato per via di accordi che di identitario avevano ben poco. Fratelli d’Italia che negli ultimi giorni ha creato un ulteriore circolo territoriale in terra larianese, provando così ad isolare coloro che a quel patto sono rimasti fedeli…

Ma ciò che più si teme, a Velletri, nella sezione di San Martino, è proprio l’onda tumultuosa di CasaPound, che proverà a capitalizzare al meglio il lavoro quotidiano di Paolo Felci e del suo gruppo, che tanto si sono spesi in questi anni, anche e soprattutto lontani dalle vetrine elettorali, facendo brillare il vessillo della destra sociale. Quella destra che non guarda solo ai bisogni degli imprenditori ma anche e soprattutto a quelli della gente comune, e si rimbocca le maniche per risolverli, come accaduto più volte nell’ultimo lustro, quando Felci, pur non avendo alcun incarico, ha saputo lasciare il segno su Velletri più e meglio di chi ne avrebbe avuto tutte le possibilità istituzionali…

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