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I Pediatri di tutti i Castelli Romani in ‘rivolta’ dopo la chiusura di Pediatria al’Regina Apostolorum’ di Albano: ‘Oltre 100mila castellani privi di un Polo Ospedaliero pediatrico’

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Non si danno pace neppure i pediatri dei Castelli Romani dopo la repentina chiusura del Reparto di Pediatra dell’ospedale ‘Regina Apostolorum’ di Albano. In una lettera si sono infatti rivolti alle autorità competenti, sollecitando loro il massimo impegno per la riapertura del reparto.

“Il 1° giugno – si legge nella stessa – siamo venuti a conoscenza, dai mezzi di informazione, della chiusura del reparto di Pediatria dell’Ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale. Ebbene, nonostante le rassicurazioni precedentemente avute dagli amministratori e dai politici di turno, prima delle elezioni Regionali, nulla si è potuto nello scongiurare la soppressione di una struttura pubblica altamente significativa, dotata dei migliori standard di qualità e di medici altamente preparati e disponibili, che è stata sempre apprezzata dall’utenza e dagli operatori sanitari del territorio. Si segnala, che al momento, più di 100mila cittadini residenti nei Castelli Romani sono privi di un polo Ospedaliero Pediatrico ben funzionante, che per la prima e unica volta, permetteva il collegamento tra Ospedale e territorio, tanto desiderato a parole, dagli amministratori e politici locali. Pertanto come pediatri di famiglia della ASL RM 6 (ex H1), auspichiamo fortemente che si possa esaminare la possibilità di una riapertura immediata di un polo Ospedaliero Pediatrico vitale per le esigenze sanitarie dei bambini dei Castelli Romani. I toni concilianti di questa epistola, non rappresentano minimamente lo stato d’animo che ci persuade, che è di preoccupazione, irritazione, impotenza di fronte ad un provvedimento ed una scelta sanitaria che per logica non doveva neppure essere pensata. Siamo sicuri che l’approfondimento dell’esame del provvedimento vi porterà ad altre più coerenti deliberazioni”.

La lettera è stata inviata alla Regione Lazio, al Sindaco di Albano e a quelli del circondario, alla Asl, al Ministero della Salute, ma persino al Presidente della Repubblica e ad altri Enti interessati.  Due settimane fa il comitato delle mamme aveva scritto persino a Papa Francesco, auspicando un interessamento della Santa Sede alla vicenda.

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